Critica Sociale - Anno XV - n. 19 - 1 ottobre 1905

Critica Sociale BIV/ST.11 QUINDICIN.IILE DEL SOC/.llLISMO Nel Regno: Anno L. 8 • Semestre L. 4 - All'Estero: Anno L. 10 - Someetre L. 5,IS0. L<ttere e vaglia all'Ufflclo di CRITICASOCIALE - MILANO: Porllol Balleria V. E. 23 Anno XV - N. 19 Non si ven<k a numeri separati. Milano, 1 ° ottobre 1905, SOMMAl~IO Attualità. I e,·uuu 1)0/ltld d('l/(t rLfonm, 1 ..tb11/(i/'l(I (l'ror. l\'.\NO•; UOZ'!OMI). 1111ll(e1J(I dt//11 /l/01rnflt1 1ie, Llcd Oot1. Aso•:1,0 (•m:~1•1). lmlQt'(IZlo11i S0C/(11' t misontlsm, ql11rl{Hcl {AV\', ,\. OIJAit:.;n:111-Yt:s– TUIIOLll), St.ndl 90Ci<llogicl. /Al rUM-ul<11·,U110 (l)ott. .\SGELO CRe:!PI', À J)r(JJ)IJlfltQdtlf'11lllmo Hbro dL ACIIUlt [,(Wkl {l'ror. t:TToin: l'AHIETTI). Filosofia, letteratura e \"arietà. ]Al /'l.1wseitll dtlt'idtlllismo, Il 8 lii fine) (Avv. <IIUSt:l'l•t: IU:S~IJ. J.'tt·o111::io11tdomtldlca (Dott. GUOLIEUIO t:WAlbl), Frn Llbt·i e lllt 1 Mte: Il dissidio nuglo-tc11esco o I soclnHstl (e. m.) I C~ITE~II POùlTICI della riforma tributaria Poichè l'appello, lanciato da queste colonne, a stu– diare e a concretare una riforma tributaria che sia la piattaforma di un'imminente agitazione socialista, è stato raccolto dal nostro Gruppo parlamentare, il quale dovrà discuterne in una sua prossima riunione, ci permettiamo cli esporre qui alcuni criteri diremmo quasi preliminari. 11 termine riforma, tributaria, non è affatto di in– tcrpreta;,,ione pacifica nel nostro partito. Vi sono coloro che per riforma tributaria intendono sovra– tutto s9rat 1 t tributari, e vi sono altri per i quali la riforma deve essere specialmente rinnovamento dei congc~ni tributari, e quindi maggiore giu3tizia nella distribuzione degli oneri. Secondo i primi, si tratta soltanto di mettere in fila lo tnssazioni più grdvose e più odiose, o di sce– gliere, nel branco, quelle che urge abolire. Alla di– minuzione lii entrate si dovrehhe poi far fronte con altrettanta diminuzione e.I.i spese, e lo spese da rh.lurre dovrebbero essere quelle militari e quelle per gli iu– tcressi del debito pubblico. Si tratterebbe cioè di riprendere, a proposito degli sgra\'i tributarì 1 l'antica campagna contro le spese cosidettc improduttive, le quali, soltanto mediante la loro contrazione, potreb– bero permettere un più largo respiro al paese. Pei secondi, invece, il problema ò diver~o. Esso è, e rimane, un problema essenzialmente di riassetto delle vecchio imposte mediante la loro parziale tras• laziono da una classe ad un'nltra. Por questo esso non ò subordinato ad una preliminare contrazione dello spose, ma può essere risolto indipendentemente da ogni idtra questione. Ora è fra questi due diversi indiriizi - quello deg-li sgmrt e quello della traslazione elci tributi - che occorre anzitutto fare la scelta. . .. Dobbi1lmo an•crtir subito che in cotesta scelta non possono entrare criteri di preferenza ~oggettiva. Cia• scun socialista si sentirebbe certo e il coraggio cli toccare l'arca santa delle spese militari, e il desiderio cli svccchi(u·o le attuali forme di tassazione, chia– mando a contribuire soltanto lo clussi ricche. Ma una tale politica finanziaria, che riunisco in sintesi i due indirizzi accennati dianzi, presumerebbe una forza nel partito socialista e nei partiti democratici affini, cl.è è ben lontana dalla renltà. ~ allora, giacchè runo o J1altro indirizzo non si possono fur camminare alla pari, occorre decidersi per l'uno o per l'altro, desumendo la scelta da ragioni di opportunità po– litica. Evidentemente, il primo indirizzo - sgravì tribu– tari compen:mti eia contrazione nelle spese - non ha possibilità cli riuscire allo scopo se non dopo aver debellate le protese del militarismo. Orn, è dopo una campagna così sfortunata, come è statu. In nostra per la diminuzione delle spese militari, cam1>agna che ha messo capo ad un notevole aumento di stanzia– menti per l'esercito e per la marina, che noi potremo subordinare al futtLrOesito di essa la nostra politica tributaria? Certamente no, se a noi sta a cuore, più dei motivi di propaganda che si possono trarre dal confronto fra le miserie del paese o le nostre borie militari, il desiderio di lenire almeno in parte queste miserie o di aiutare l'ascensione delle classi inferiori. Rimane, dunque, il secondo indiri;,,zo, il quale, chi ben gunrdi, non contraddice il primo, ma anzi è il solo che possa ugire efficacemente sull'entità e sulla natura delle spese. Infatti, questo secondo indirizzo si fonda sopra una. verità, che è in perfetto accorcio con il realismo della dottrina marxista: 01,?ni Stato si permetto attività prevalentemente militari o pre• valentemente ch•ili, a seconda che le classi, che lo dirigono 1 pagano, 01>pureno,di borsa propria. Cosicchè, in un paese dove In.maggior parte delle risorse finan– ziarie è tratta dalla tassazione indiretta, le classi ricche, padrone dello Stato, potranno mmre a cuor leggiero ciel denaro altrui, e l'unico modo per far sentire loro il freno delP,3goi:mio di classe sarà 11uello cli riversino su cli loro molta parto ciel carico oggi dh;tl'ibuito su tutti i consumatori, ossia in prevalenza sulle classi più numeroso e più povere. Così quell'imposta generale sul reddito a saggio progressivo, che deve sostituire molta parte dell'at– tualo tus1mzione indiretta - im1>0sta.che, nei vecchi programmi socialisti, occupa uno elci primi posti fra le rivendicazioni proletarie - non ha soltanto il prl!gio dell'equità, ma può, in paesi poveri come l'Italia, servire a contenere l'esuhernnza delle spese e sopratutto lii quelle sproporzionato ai fini della. politica nazionnle. L'esperienza della inrome tax in– glese, la quale serve dR. freno automatico alla poli– tica genernlo, e la raffrena quando chiedo un sacri– ficio troppo alto allo varie categorie <lc-1 reddito, come la accelera quando la. prosperità del capitale torna a rifiorirf', ò la migliore prova del nostro assunto. Del resto la stessa. recente politica italiana dimo– stra la sua stretta colleganza con le fonti dalle quali si attingono le risorse dello Stato. Quando, stremate tutte questo fonti, la politica spendereccia delle av-

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