Critica Sociale - Anno XV - n. 16 - 16 agosto 1905

CRITICA SOCJALE 255 voler assegnare leggi) che non shwo pochi principi psicologici, empiricamente g-cneralizzati {p. 161). I~,se ciò accado per la sociologia 1 che pure si eser– cita su forme piÌI immanenti e di carattere collet– tivo, tanto pili ò da dirsi por la storia, che è un fatto più complesso, ove l'azione delle volontà in– Uividuali, delle coscienze, libere e volitive, rende anche più spiccato il carattere di i11de{P1·minis1110. Non ci maraviglia dunque il veder attribuita <li nuovo l'antica importanza agli eroi, ai grandi uo– mini, ai rapprcsentfltivi, secondo i pii1 noti concetti del Carlyle e dello Emerson, e acconcio le passato teorie: se non che il Yilla 1 che ò del pari avverso al positivismo determinista come al razionalismo, non accoglie la vecchia teoria dei disegni a lunga por– tnta1 che faccYano la delizia dei vecchi sistematici e filosofi della storìa: egli pensa, <' qui conveniamo loto corcle con lui, che la finalità, che goverirn gli uomini, è immediata, contingente, tempestiva: ed è <1ucsto il criterio che gornrna la ricerca storica del ]'errero. )l'a oltre questa difficolth, diremo obiettiva, cli d~terminarc le vicende sociali e storiche 1 affidate al libero arbitrio umano, vi ò anche la difficoltà che potremo chinnw.re subiettiva: perchè la serie dei fatti cosci enti, ondo la vita umana si compone, non è di natura diversa dai fatti psichici individuali j è formata di valori qualitativi, non conoscibili che in• tuitivnmente: e per ciò la storia non può essere che lavoro soggetth,o di interpretazione. Di qui la critica del ,,alorc conoscitivo della ricerca storica, e il rifio– rire della questiono se essa possa essere unn scienia (che dunque il \'illa nega). Dare il sunto d'una sintesi, rom 1 è questa del Villa, è un poco come fare, culinariamente, l'estratto d'un preparato J_,iebig: ignobile rnffronto! .Ma, in q11alun– q110 modo io vi sia ri11scito 1 credo di aver richiamato almeno l'atten1.ionc del lettore su queste gravi con– clusioni. Confesso che, nel leggere il libro, io pro,·avo un senso di malinconia " com'uom che torna alla perduta strada, Che infino ad essa gli par giri in– vano ,,: dunque tutto il nostro pensiero, su cui, bene o mnle 1 nvevamo fog-giata alla mente la rappresenta– ;1,ione della vitn, ò fallace ccl errato? Occorre rifarsi eia capo, ripigliilre l'antica ,·h1, che ci compiacevamo cl'avor lasciata, dei dubbi, dei sistemi 1 delle costru– zioni aeree (quante ne confuta il Yilla pur tra i suoi !) 1 perchò la st1etta viottola, che ci pnr6va aspra o lenta 1 ma sicurn, si perde fra i dumi dell'errwe, ccl è troncata dall'abisso dcll'iniducibilità dualistica? Ovvero il pensiero più squisito e affinato nella sua operazione SJJecifica - che ò il filosofico torna, come l'ippogrifo sfuggito al tranquillo Astolfo, a va• gare via via, trasportato dall'ebbrezza dell'alto fra le nnvolo, alla belht " isola risplendente di fantasia"? Nell'un caso e nell'altro, la conclusione è malinco• nica: ma forse ò questo uno dei ritmi che noi, titolti, nttril)uiamo al fluttuare del llensiero umano, e che, insieme a una salutare revisione critica dell'innega– bile semplicismo e farili.,.,mo dell'indirizzo positivista, ci porgerà forse, in questo che a noi paro cammino ritroso, la spinta per un piì1 sicuro prog-rcsso ulte– riore: lo scoglio ò duro, ma il mare non si stanca. l◄:d ò proprio dell'uomo avanzare, retrocedere, tornar innanzi, con un'apparente continua contraddizione, ma ('On i-empre reale vantngi:rio: superata la crbsi " idealilstica "' torneremo, pili aflinnti e scaltriti, alht concezione positivistica: 1111tlia renascentar .... ENHICO CAltllAl{A. J.,,a Critica Socinlo e il 1 1 em110, J)er r1t1~lia: anno L. 18, sen~estre TJ. 10 - ver l'Estero: anno L. 38, semestre L. m. FRA LIBRI E RIVISTE A1uu·chismo, ,lfarxùmw e Siutlat·ali:mw. Il .lfouume11t Socifllisle del 1° magl{iO contiene un ar ticulo di E. Berlh fili A,iarchismo individualistu, 11wr.rismo ol'lodo,'iS0 e si11dacaUs1110rirnlu.tionario, cho ò clnvvero in– gegno::;o nelln Rua paradossnlo cnp1.iosità. f_,atosi che il Hertb sodtiene, polomizzanclo col llonnier - cho aveva accusato il siudacali~mo di favorire la con– fusione1 anzicbè l'organizzazione, e di prererire l'azione isolata, speciale, caotica 1 del Sindacato all'azione gene– ralo d'un partito politico - ò cho, in seno al movimento operaio contemporaneo, marxitnno ortodosso o unarchismo individualista p1·atimme11le collm/0110, e che tanto l'uno quanto l'altro indirizzo sociologico - ftgli d'una mede• sima epoca intellettuale, che "a dal 1aao alla fine del secolo xix u sono i due aspotti divergenti, ma com– plementari, d'una psicologia sociale in fondo identica, e il cui tratto dominante ò una fedo ecces,;iva uel razio– nalismo e nella scienza astratta, formale, sistematica e dogmatica n Ecco un'identità che sorprenderà molti. Che direbbe, ad csempio 1 so rosse ancora al mondo, Antonio Labriola, materialista e marxista orloclos.'ìo 1 al ,·ederi:;i conru~o cogli illealisti, coi dogmatici, coi metafisici? Egli, che tanto insistè a dimostrare l'acuto antagonismo che e.~i$te tra il dogmatismo mota fisico e il marxismo; che sempre proclamò (e tah•olta si incollerl anche sul serio) che, se vi ha un sistoma poco chiu-;o, J>OCO sistemlltico, nella comune acceziouo della parola, tale è appunto il mar– xismo!.. .. Buona sorte per Berth, <'he il fllosoro nnpole– tnno ha chiuso per sempre gli occhi, altrimenti senti– rebbe che furiosa tirata d'orecchi!. ... ).fa, procediamo oltre. Secondo il Berth, adunque 1 anarchismo indi\•idualista e man::ismo ortoclos;,01 sul terreno pratico 1 t"oll1ulo110 l'uno coll'altro; nel mentro, cioè, fauno le ,•hte cliei;sore i Jlii1 acerrimi nemici, dietro le scene se la intenderebbero per gabbare il mondo. La d11nostrazione del Berth è la seguente: l'antistntalismo ,·lolonto e irreduoibilc dell'a• narchismo individualista non ò tale che in apparenza; in realtà l'anarchismo, come qualunque altro sistema intellPll1wlistico, mette ratalmcnte capo al più perfetto autoritarismo .. E, ,;iccome il marxismo orlodO!'JSO conce– pisce la rh'oiuziotie socialista come la semplice traspo– sizione mecccmica <' autoritaria dei lavoratori dall'officina capitalistica nll'ofllcina statalo (1), coJÌ, in que.'ito auto– ritarismo pratico 1 anarchismo e marxismo ortodosso tro• vano un puuto fondamentale di coincidenza. " 'l'anto col primo, qunuto col secondo, noi non usciamo <hl un do– minio puramente ideologico e intullettuallstlco. L'anar– chi•uno individuf\lista non ò che mflafìs1ca scitntista, il marxismo ortodosso non ò che economia asll'atta o me– tnJ\sica economica. F~ l'uno e l'altro ci lascinno sul ter– reno astratto; non ~enetriamo con essi nel terreno della ,•ita e dell'azione, generatrici di libertà e di spirito ve– ramente rivoluzionario. 1 , In questo terreno fatato non si va che In compagnia del sindacalismo rivoluzionario; il quale possierle tale magico potere II eia conciliare in una sintesi originale la teoria e la J>ratica 1 l'autorità. o la libertà., la forza e il dlritto, e da. innug-urare un movimento sociale che in sò riassorbirà deftnitirnmente lo Stato ,,. Peccato che il Uerth, il quale 11011 è certo sprov\'isto dello ri-;or11eche possono esser fornite dalla. sofistica e dalla dialettica. non ci dia una dimostrazione accettabile di tutte queste belle cose, specialmente della sua asserzione cho i mar– xisti, ortodossi o eterodossi che siAno, inteurtono il so– cialismo come In semplice trnsposlzione meccanica degli operai dalla fabbrica ca)litalistica alla fnbbrica dello Stato. Ciò che risulta e\'idente dal suo ragionamento è che tuUo le sue simpatie sono per l'amorfismo corJ)ora– th·ist11. Ben possono ribellarsi, questi sindacnlisti 1 o giurare il contrarioj mn,grntta gratta, sotto il loro pelo si riu• traccia sempre il corporatismo anarchico. l,a stessa frase 11opracitata di roler i11a11g11rare w, niot'immto sorir,[e ch11 i11 sè riassorbinì le f1mzio111 dtllu Stato, elle al..,olirù, cio1\ lo Stato, ne è un segno ri ,•clntore. Ed allora. pre– scindendo qui d1tll'impossibiliti\ pratica, cho un ordina– monto sociale qual.'liasi po11sa sussistere senza lz~ cocsi– btonza di 1111 Ol'!;tlllOcoordinuto1·0 od oliminatore degli

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