Critica Sociale - Anno XV - n. 10 - 16 maggio 1905

146 CRITICA SOCIALE aumenti di 1>aga,modificazioni dì orario o dei turni di servizio o delle compotenzo accessorie, ecc., pos-. sano risolversi, anche per sentenza, senza esorbitare dai limiti massimi della spesa globale preveduta, compensando gli eventuali maggiori aggravi con eco• nomio su altri capitoli o togliendoli dai capitoli dello flJlCBC impreviste. Al postutto è (lUesta la sorte a cui vanno soggette tutte le società commerciali o le stcs!SCeconomie priratc, quando tocchi loro di sop• porhu-o una lite. Si noti che gli aumenti di paga, da sottoporsi al µ-iudizio degli arbitri, non potranno arnre che un ca– rattere accessorio (modi di conteggio, estensibilità a questa o a quella qualifico, ecc.), e quindi una mi– sura limitutissima, porchè lo paghe - neJle loro cifro essenziali - non potranno non essere prevedute dagli organici nel contratto collettivo di lavoro, il qunlo non potrà rivedersi o rinnovarsi che a periodi fissi o nllargarsi entro limiti precisi che il Parla– mento solo dovrà prestabilire. A contratto scaduto, l'una parte e l'altra l'iprendono la loro libertà, salvo il diritto del personale di ricuperare o cli ri\•ersarc ad altre Casse - per es. alla Cassa nazionale cli previdenza - le sommo individualmente trattenute a titolo di pensione o per altro titolo qualsiasi. f! evidente che anche allora un 1 intesa per la rinnova– zione del contratto sarà ordinariamente imposta dal duplice interesse convergente delle due parti: per lo Stato, dall'interesse di vttlersi dello stesso perso– nale già esperto e di non gettare d'un tratto sul mercato elci lavoro libero forti contingenti cli mano d'opern; per le singole categorie cli personale, dal– l'intorcssc di non affrontare l't1lea della disoccupa– zione, mentre è moralmente certo - e potrebbe anch~ essere legislativamente stnhilito - che le condi• zioni ciel contratto anteriore siano da considerare come un diritto acquisito del personale, da non po• toro in nessun caso venire deteriorate. È dunque solo su particolarità secondario che, anche in questo caso, le parti potranno, volendo, deferire ad _un ar– bitrttto la. soluzione di eventuali contese. Quanto ad aumenti consigliati <lAllc migliorate condizioni • dell'industria, essi costituirebbero una forma cli partecipazione agli utili che il contratto dovrà preventivamente aver disciplinato, e in ogni caso - per definizione - non potrebbero urtare nelle deficienze del bilancio, dovendo sempre corri– spondere, come una parte al totale, a maggiori get– titi e quindi a eccedenze attive dell'azienda. L'ipotesi dunque di un possibile conflitto fra le statuizioni degli arbitri e le supreme sanzioni del Parlamento fu fatta da noi ad esuberanza e non ha che nn valore teorico, stiamo per dire metafisico. Del r esto, quando il conflitto accadesse, il lodo arl>i· tra.lo si troverebbe nella condizione assa,i comune cli unn sentenza di 1 ° grado, soggetta a revisione. Con questo di vantaggio: che lo Stato, per natura sua, non potrà essere mai un debitore insolYentc e nep• pure un debitore ostinato ed irragionevole. Dal punto di vista clell'csecutività il lodo degli arbitri sarà sempre più efficace del mag;;ior numero delle comuni sentenze - le sole degne, secondo il Con-iere, di questo nomo! J1 Corriere, del resto, no è tanto persuaso, che, dopo aver qualificato " commedie ,, coteste " sen– tenze fra due parti, le quali hanno valore solo so una. dolio due parti - lo Stato - le nccetti dopo che esse sono rese ,,, si controddicc a dieci righe cli distanza, nrguendo che in nossun caso il Parlamento vorrà rifiutarsi a sanzionare il giudicato degli ar– hitri. " O la sentenza sarà fa,•orovolc ai ferrovieri ccl allora - secondo lo stesso 'l'urnti - riescircbbe praticnmentf' difficile al Parlamrnto ribellarsi nd essa li' " I 1 'i~uriamoci - pro~egue il Corriere - lo objurgazioni socialiste contro 4!.l Parlamento che osasse ribellarsi ai santi verdetti della giustizia eterna, ecc., ecc.! li Benissimo l Ma allora come avviene, di grazia, che una sentenza, che ha tanta certezza di essere ese– guita dallo Stato, vi sembra una " commedia li [Jel fatto che lo Sb,to può rifiutarsi di eseguirla? i'j troppo pretendere chiedere a.I Corriere che dimostri la sua buona fede con un tantino di coerenza? È vero che il Corriere cerca cli rifarsi coll'opposto corno del dilemma. J~gli ha tanta fede nella cliabo– licn virtì1 delle " objurgazioni socialiste li che, nel caso 1 viceversa, che il lodo ijia sfavorevole ai ferro– vieri, teme che lo Stato non avrebbe il coraggio di nttuarlo. " O il ,·erclctto - continua il Corriere - riuscirebbe favorevole allo Stato; ed i ferrovieri non disarmerebbero per ciò; ma invocherebbero tutti i fulmini proletari contro la giustizia borghese, cli classe, forcaiola, ìnvecchiatn, che non capisce lo spi– rito elci tempi nuovi, ecc., ccc. (Il Corriere dimcu– tica che si tratta di un magistrato arbitralo eletto dallo parti). In fondo - conclude - coteste non– sentenze sarebbero pegg-iori (dice proprio peggiori) delle sentenze vere (la giustizia, dunque, pel Cor– J'iere, è cattiva per sè); perchè - col pretesto della facoltà ipotetica di revisione del Parlamento - sa• rcbhero solo soggette a revisione a danno dell'e– rario. li Un piì1 bel viluppo di contraddizioni non crediamo sia mai stato offerto da nessuna polemica. Ricor– diamo che il Corriere vuole sostituito al giudizio degli a1·bitri il giudizio dei magistrati ordimtrì - civile o penale - contro gli scioperi, e dei diritti dei fcrrovicl'i vuole solo arhitro il l?arlamento. Dunque: 1° L'arbitrato elettivo sarebbe inefficace perchè il proletariato vi vedrebbe la giustizia bor– ghese, di classe, forcaiola, ecc., ecc. Adottiamo invece i tribunali ordinari, i quali, essendo organi dello Stato, che è parte in causa, godranno certamente tutta la fiducia del proletariato! 2° Jl Parlamento è tanto debole che, neppure se armato di un conforme giudizio arbitrale, ose– rebbe mai dar torto ai ferrovieri. Facciamo dunque arbitro lui solo: e allora certamente sarà come avesse preso le pillole <l'l~rcolc i troverà, per imporsi ni: ferrovieri, un coraggio da leone ... ! . .. •rutto ciò tiene della farsa. Ma il più sbalorditivo è il secondo punto, da noi riferito 1 dell'argomenta– zione del foglio moderato. 'l'utto ciò, che è l'oggetto della nostra disputa, " interpretazioni generali del contratto, diritti collettivi, diritti nascenti dall'evolu– zione dell'industria ,,, tutto ciò per cui s'agita eia ttrnto tempo il personale delle ferrovie, tutto ciò che ha turbato da tre anni la politica. interna del paese suscitando e abbattendo O!tbinetti..., tutto ciò non è altro che un accozzo di " parole senza senso li) cho sfuggono ad ogni competenza di magistrati o di ar– hitri. Chi dunque è competente a giudicarne? ll Parla– mento che ha tanta paura - secondo il Corriere - dello " objurgàzionì socialiste? li Oppure - in caso cli sciopero - la lucerna del carabiniere? li Corriere risolve la questiono col metodo più spiccio: negandola. Per esso non esistono questioni giudicabili, se non dovo siano già giudicate dalla logge o dal contratto, e la funzione del magistrato si riduce a quella di un maestro cli grammatica cho interpreta un testo. Ma il diritto è sempre stato una cosa alquanto diversa. Da.ll'antico jus praetoriwn sino alla moderna equità, fu sempre impossibile definire con precisione dove il giudice finisca ,u interpretare e cominci ad ei:stendere, a modificare, a creare la legge od il con tratto. In realtà la giurisprudenza è un adattamento,

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