Critica Sociale - Anno XV - n. 10 - 16 maggio 1905

160 CRI'l'ICA SOCIALE dico per modo (li diro - cho avcvan scguìto con nUoniti occhi il " noumeno ,, 11osto a conlnlto delle pilo clet– trich~, sezionato nei votriui rnicrO'iCOpici, dipinto con tutti i colori dell'irido sotto le lor.ti microscopiche; i filoson, che avevano sentito dirsi: 1o Yoi siete diventati inutili alh~ scienza come Dionigi Areopagita, che disserta :-1opralo gurarchie angeliche ,,, .-1tettero un pezzo, <'heti, ad aspettnre: qualcuno prese anche nelle mani ine-;porte un micro~copio 1 ma non vide che delle brutte righe nere; alln flne chiesero: Ebbene:' In sintesi chimica vi ha dato la vita? L'1urnli~i o la ricorca elci laboratori ,·i hanno ~lliegnto la cosde11za? ., La figura retorica che uso, 11011mi ~piogo a dire che gli nitri rispondessero i, No ,, perchò son co!Je che non l\ 1 ìmmn~inano ne1)pure per figura retorica: il vero è che, mentre gli scienziati perseguivano, in moclo un poco cmpi1·ico 1 i loro esperimenti, i tHosofl rilega.vano a nuovo le opere rii Giorgio Guglielmo Federico llegel, riprende– vano la. loro via, tuff,utdo,i nell'ebbrezza. della specu– lazione e trRendo l'esperienza e la. materia d'osservazione dall 1 analil'li introspettirn. Pill'IO, ~'intende, degli psicologi 1 presso i quali si ,·onno formnnrlo e fermando la. convinzione che i ratti psichici ,ono irriducibili ni fotti fisici, o che, come si eRJ>resse recentemente il De Sarlo, gli atti dello spirito non appar– tengono al dominio della materia. Il De Sarlo, si noti, ò un me<lico; perchè anche 1rnrccchi scienziati fremettero al– l'orlo doll'iuconosciuto, e si lanciarono in esso sul po11te audace dell'idea; e inclinrirono, per certi atteggiamenti del pensiero, ai metodi speculativi. 8 furo110 1 con,•icne dirlo, dei migliori: il Fano, tra i 1ì.-iiologi, il Galeotti, tra i pa– tologi1 ,;entirono il bisogno d'irraggiare d'una luce ideale i fatti cho scaturiscono dni lenti esperimenti) e, di qui all'indagine teoretica o fllosoflca dei più profondi pro– !Jlemi della. p:;iche e della vita, il p.1s10 è fatalt>, anzi necessario. -1.ncho noi cosidetti lt:1tt-n,t1, di tra In congerie delle notizie orurlite, cerchiamo di far scaturire uun legge che le spieghi, illumini o dia loro una l'lignincaziono che cli per :.ò 11011 hanno; co.:.ì de!Jbono foro tutti coloro che tornano a intravvedere nel fatto il solo valore di mezzo, non cli flne, alla conoscenza. . . . Dovo l'equiliUrio fra l'indirizzo sperimentalo o lo spo– culati\'O si potò ritrovare, come, paro, in Germania ed in America, l'unione di -.cienziati e di ftlosofl non dette luogo a inconvenienti: ma qui in Italia, quando il re– cente Cong1·e~so cli noma li acco:-.tò, scocca.rono lo scin– tillo fra i duo poli opposti - scintille che ci illuminano sulla condizione preseuto degli studi fllosoflci, anzi clclla psicologia contemporanea. Cli scienziati, alieni per l'e– ducazione loro e per lo tradizioni di laboratorio dall'e– same o dall'indagine ftlo-,onca, sono i'lpcsso incapaci di intenderne, non che il valore, ma nò pure il linguaggio. lo sentii uno psicolo~o dispera1·si perchò uu patologo non fitcovn dil\tinziono fra "intuiLh•o n e I( vero,,. Oli è che nella pratica non ~i sente bhioi:p10 di molla deter– minatezza di linguaggio, o gli inteuti degli sciomdati hiwno i'IOl)ratutto carattere pratico. Per ciò dai loro :;tudì nacque l',uitropologiR criminale, nacquero le scienze 111ichialriche, le comunicazioni di f\-,iologia norvo·rn - tutte cose che, per co.-.ì dire, ,.,i ('Sercitrmo nella vita. Le perizie i.;-iudLdarie non pare infatti che siano nffldnte ai puri p~icologi e lo ca:-.odi salute JJOr i pazzi ueJ)JJt11·e non si nprouo loro che i11\'ia eccezionalo - per curarne qualcuno. 1~er uomini così "' t)ratici" dun<luc, come i :-iucltleUi I scienziati, gli nitri 1'ehtano degli acchiappanuvole, (JURndo non paiano regreclirc al dualbimo, che è del rci.to lon– tano dall'hegclianismo almeno quanto il monismo mato– riali.~tic.o. Xoa anc1.zi alla montnlitìl n1osoflcn 1 non no apJ)rczzano il valore, come l'uomo rozzo non snprebbo npprezzaro In <lclicatczrn d'un merletto antico: non sen– tendo il bisogno spirituale (non dico spiritu(l/iiillt) cli riassumere 1: l'unità. e il sistema. della realità "' J)n.r loro gran ra\•oro concedere una Se.::io11e, delle quattro o cinque onde ò costituito un loro Congres-10, a quello chiacchierE\ che puzzano, così ur'litc all'ins.:-ro:;.,0 1 n traverso gli ~ irh yla11fJe,ich denke., dei teclcschi che parlano tode,;co, di ~pirito, di anima, di Domeneddio e di Pio X! Oli nitri, gli piicologi 1 vengono generalmente dalle facoltà letterarie; leggono molti lil.lri; ba11110 ,•i,to lo spirito diciamo il pensiero umano - salire ai radiosi sogni di Platone, nllo formidabili intuizioni dello Spi– noza; al maravig1ioso criticismo del Kant., all'idet1lismo paradO'l!Jale dello llcgel; falti audaci e forti di tante altre pro,·e, 1>roseguon,) la. ricerca di quello che non si trova, con gli occhi che trornno tuUo, perchè tutto creano j sdegnosi inconsciamente della ricerca minuta, empirica, limitattL al fatto fermato, usano verso le menti, che troppo forse adattarono il loro Ctl.mpoviiiYO al ristretto obiettivo d'un microscopio. quella altezzosità, con la quale ò fama lrnlttl'l'IC l'Hegel la scienza del Newton e del Lavo1sier. lTn'nntipatia psichica, intellettuale si vieue così formaudo fra lo rlue schiere, cito appartengo110 a. campi troppo lontani per intende1·1)i. Il vivere in comune con gente che non sento come noi è la ronte delle risse pili fiere: guardate nelle fa– miglie mal costituite; guardate nelle comunità religio:--e di molta redo e pocn caritìl; guardate iu certe Sezioni del P. S. I.! Per fortuna il talamo di un Congresso .scientifico non è soggetto nè a Lienediziono cli prete, nè a sproloquio di sindaco, e, flnitn la festa, cessati i rim– brotti, ognuno ,,n per suo conto o lavora per suo conto. :Mn frattanto l'attenzione del pu!Jblico s'è desta, o .-.opra un argomento che ò fondamentale pe1· chi se11te la maestà del mi.stero ctcr110: il che non vuol cliro cito non si JJossa. vivere lo :-.tesso, e bene: pcrchè "con la stupi– dità o una !Juona digestione l'uomo sopporta molto cose " scriveva il Carlyle. E la. prima non è una dote molto rarn. E:.·nrco CAttHArtA. Avete la 1• annata? /..,'.lmmi11iiilrazio11edelhi Critica. r) sempre diiipo.sta a 1·ic<w1/Jiarecm wia qualsiasi i:;11ccc:,~iv<i 111t1utfa, rileyata, OJIJ)lll'e cou 11/t a11uu 1l'aùf)o1wme11tu, l'invio che le re11il:Jse folto della f 1 <m1wt<t (1891) <li Cdtica Sociale in buono 1Slalo di ('01/SCrl'<tZi0I/{'. Wcamliieremo co11 op11scoli, <t richiesta, 091110w dei i:;e– g11euli mwieri separati <Lello sleii/:JO r> wwo: 1, :;, 6, 7, 1:1, IO, J?, 13, 16, 17. .\bbinmo pubblicato in opuscolo: Prof. E'l''l'ORBt'.\ llIB'l''l'I LlDBJBLIO'l'l 1 }CHE om, POPOL di 11rifilO anno delConsorzio Milanese p r leBiblio\ecbe Popolari) con JJ1·efazio11c d1 F. Turati. <.:ont;cl!ii1ui :lo. Pre:,'sO la CRITICA SOCIALE. G1us1:<.:rrli: R10AMONTI. ge1·ente ,·esponsabtte lllllrno, H•·à !905 · T111o(l'rRflnO1,1crn1 (Soc. coo11.J, c. Viti. Em, 12·16.

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