Critica Sociale - Anno XV - n. 10 - 16 maggio 1905

·r Critica Sociale fUVIST.11 QUIN[)JCIN.IILE DEL SOCI.IIUSMO Nel Regno: Anno L. 8 . Somostre L. 4 - All'Estero: Anno L. 10 - Semestre L. 5,50. Lettere e vaglia all'Ufftclo di CRITICASOCIALE- MILANO:Portici Galleria V. E. 23 Anno XV - N. 10 Non sì vemù li, ,nnntt•i sepat•afl. Milano, 16 maggio 1905. SOMMAl~IO Attualità. {(/{'C {v/liiUt (L,\ CmTl('A SO('I \[,F,. Atteuulomcuto <lei p(lr/ito n1dlctllt lii fronte ulft 01·uu11i.:.:azi-011i111•0• (t88LQ1wH e dl Cl(IS~t: I. Il ltlll(lj [[. Il P(Wfllo rmlLClflt; IIJ. Lt Ql'(llllliZ:<1;;i{)lli Oi,trlllt, I\', !ii11dacnHsmo t r1.:W11t P(ff/llmtnlart u►ror. FR \!H •:,.,cv Cou;TTI). Studi sociologici. Il 111:i-bo (ltllt assoei(t:l<ml Ofl(l'(llt {,\l,E>iSA:-1,no !i( 111\\'I). ,l[(1::l11l<111ls1110 t Soclotlsmo: ti. Al11(1Q011hml (Pl'Or. U\ET.\:i"\) S.\LVt• lll!'II), /,(I ltCII0/(1 t t'tvo/11zlo11t soclo/t.' I\'. Le u-110/t /IUOl/t/(l/'/t degli S/11/L t•11t11. (Dott. Aso~:1.0 tn•;,w1). Filosofia, letteratura o varietà. Piiic<>l<>qJ« ,u pslcozoul. R11ro1losltodi un reeente Congredso (Pror. i::s. ltlCO Cl\ ll.ll. \RA). IDEE FOSS1L1 Non è certo la priurn volta che ci accade di 110 tare la strnordinaria somiglianza che passa fra le men– talità, che, stando all'epidermide delle cose, parrebbero le 1>iì1 opposte, dei nostri rivoluzionari e dei nostri conservatori. La proposta dell'arbitrato - di un ar– bitrato vero e proprio - iutcso a dirimere le con– troversie collettive fra imprnnclitori e lavoratori dei servizi pubblici, trova nei due partiti succitati le medesime ostilità, per ragioni che si equivalgono e che sostanzialmente coincidono. Poi rh·oluzionari l'accettazione dell'arbitrato - che in realtà soppri· merebbe lo sciopero automaticamente, senza bisogno di coercizioni violente che raggiungono l'effetto op· posto - è un'abdicazione della lotta di classe pro– letaria e un tranello poi lavoratori; pei conservatori l'accettazione dell'arbitrato - che sopprimerebbe le comminatorio e penali ç.ontro lo sciopero - ò un'abdi– cazione del pot, re e un ti anello per lo Stato che ino·,i bthilmcntc avrchbc la peggio. )fa lo due obiezioni con– trario - la cui reciproca elisione è, pcl' avventura, ht miglior riprova a f'uvo1·0dell'arbitrato - si risol– vono in una sola e stessa obiezione o banno una stessa radice: il rutto della violenza, la, sfiducia. nei metodi della. rngionc, l'inerzia intellettuale che fa crcclcrc alla possihilifa cli risolvere questioni nuove o complesse con l\liuto di spedienti semplici e tra• di:donali. 11 Corriere della Srm, ad esempio, risponde (3 mag• i.rio) ai nostri ragionamenti clcll'ultil1Hl numero con un urticalo cli fondo, il cui succo ò tutto noi titolo: /,e 1wn-se11te11ze clt>ll'on. 'l'urati. - l.1aschuno stare, c~so dice, se fosso pii1 o meno esatto il chiamare, come ha. fatto il Corriere, questioni giuridiche quelle relative all'applicazione dei rcgol;uncuti, e questioni 1·,·mwmiclte quelle che riguardano nuo,·i 1>attiche pos• sono dar llrngo a maggiori aggravi por lo Stato: è questiono ·di nomenclatura cho non c'interessa. Ma che razza di sentenze sarebbero quelle che, rifercn• dosi a cotesti nuovi patti, non avrebbero efficacia reale, dacchè lo stesso ~l'urati ammette che nessun lodo potrebbe sovrapporsi al Parlamento cd alterare i bilanci dello Stato? Sarebbel'O " sentenze che non sono sentenze ,, ! E la ragione di cotesto controsenso il Cor,-iere pretende scovarla nella natura stessa delle contro– versie di cui trattasi. Egli ci giudica ex ore nostro. rnrtttti. l'on. 'l'urati "ci viene a dire .~,10 qui si tra~ta di diritti collettivi, cli interpretazioni generali <lel contratto (interpretazioni che dovrebbero essere capo– \'Oigimenti), cli lliritli nascenti dalle evoluzioni dell'in– dustria ed altrettali 11nrole scuzn, senso, su cui i ma• gistrati si dovrebbero dichiarare incompetenti, perchè essi intel'prcfnno In legge vigente e 11011 la l'anno ,,. Teniamo dunque fermi due punti: I O Per il ('01Tiere - ossia poi conservatori - non sono sentenze degne del nome (ed ecco, ancora una volta, una questione di nomenclatura!) quelle che non hanno certezza assoluta di immediata OSO· cuzione mann militm·i. 2° Per il Corriere - ossia poi conservatori - " diritti collettivi ,,, " interpretazioni generali di un contratto ,,, diritti nascenti clall'e"oluzione cli un'in– dustria ,, sono 1xirole senza senso e i magistrati, in– terpellati su di esse, debbono senz'altro dichiararsi incompetenti. * • * Il primo punto, intanto, è contraddetto, anche nei pii1 semplici rapporti di diritto privato ordinario, dalla esperienza quotidiana. Vi hanno innumerevoli sentenze - e si chiamano proprio così - che non hanno esecutività nò immediata nè certa: sono anzi, se guardiamo le statistiche, le più numerose . .Appar• tengono a questo novero tutte le sentenze di 1° grado non munite di esecutività provvisoria, e che pure, il più spesso, o si eseguiscono spontaneamente o danno luogo a. oneste transazioni. Vi appartengono ugualmente quelle sentenze di natura patrimoniale che nvn trovano materia a. cui applicarsi: beni mo– bili o immobili del debitore da espropriare. Quando non c'è nulla, anche il re - suona il vecchio adagio - perde i suoi diritti. J.: questo sarobho appunto il caso, cstremamontc ipotetico, in cui il lodo imporb1ssc una spesa. supc• doro ai margini dei hilanci e che il Parlamento si rifiutasse di stanziare. Diciamo " caso estremamente ipotetico ,,, perchè in verità convcrrehbe supporre che i bilanci manchino di og-ni elasticità, o che le migliorie accordate dagli arbitri eccedano ogni pro• vcdil)ilità e ogni limit(, di ragione. Di regola, in un bilancio di centinaia di milioni quale sarì~ il bilancio ferroviario di 'tato - per fermarci a questo caso tipico, che è l'origine della disputa - è lecito snp• porre che le contro versie che potranno fornrn re oggetto di arhitrn.to, anche so non riguardino lu semplice app licazione di un tassatiYo disposto di regolamento (nella quale ipotesi il hilancio do– avrebbe avemc provccluta la spesa), ma riguardino appunto, giusta lo ipotesi fatto dallo stesso Corriere,

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