Critica Sociale - Anno XIV - n. 20 - 16 ottobre 1904

3l4 CRl1'1CASOCIA tE nnre come vi piaccia, ma del mio mandato politico non voi mi potete, fln che io lo rivesta, spogliare. Nò con ciò mi sottraggo a ogni giudizio, nò invoco odiose e dis– sennate responsabilità.. Voi ben sapete chi sia cbe ha veste ccl autorità di giudicarmi, per morlo che 1 salvo il principio della responsabilità politica, non diventi Puf– flcio di deputato magari il ludibrio delle piccolo iro lo– cali, partigiane e velenose. Mi si ò chiesto conto della mia condotta politica nei ea!)i recenti: l'ho dato - riconoscetelo - con onesta franchezza. A chiunque - l'ho detto nel mio telegramma - rendo conto e so cli dornr rendere conto di tale con– dotta. Voi siete miei concittadini: fino ad oggi, se anche voi mostrate di dimenticarlo o per quanto di\'isi da dis– sonsioni \'eTamentc fraterne, siamo stati insieme parte di una stessa grande famigliai in cui a\'rebbe dovuto stringerci sempro pili la grandcz:rn e la nobiltà del co muno ideale; tanto pili dovevo renderlo a voi. Fin qui era il mio dovere, a questo punto comincia il mio di· ritto, che non è altro in fondo fuorchè un ancor p·li alto do,·cre. E con ciò è liquidrita per mio conto anche la questione di competenza. Pochi mesi or sono, quando i miei concittadini hanno raccolto su di me i loro suffragi, io non ho presentito certo lo amarezze attuali, ma, lo a,•essi presentite anche, non perciò mi sarei ritirato. Oggi ho la co~cienzn di avere onestamente corrisposto alla fiducia politica nccor• datami e questa coscienza tempera ogni amarezza. A1. cuni mi sussurrano accanto che la mia lettera al Tempo fu intempes!.i,·a o non vedono, i miopi, a quali estremi ci ha condotto una remissività protrnttn 1 che, se anche fu a fine di bene, non è perciò meno colpevole. Una banda di zingari, gonto senz'arte ne' parte e parassiti delle organizzazioni e nab:tbbi di princisbecco e alluci– nati roventi d'odio e filosofi da burla, insidia con ogni più indegna arte la inesauribile buona fede proletaria e ìclcntiflca sò ~tessa col proletariato e col socialh;mo. Noi, che assistiamo al crollare per opera di costoro dell'edificio che crebbe in tanti anni di eroiche fatiche 1 noi plaudiremo prudenti, pe,· non urta,-e, a questo furore di distruzione o al pii', borbotteremo discretamente in disparte? Ah no, per diOj se non vogliamo che ricada su noi la responsabilità. del domani, fluchè abbiam voce - e non ci si sopprima In parola - dobbiamo gridare alto, che l'anarchia non è il socialismo, che la guerra civile non è la lotta di classe, che il potere 11011 si con– quista colla violenza nello strade. Con osservanza È pu/Jblicalo: I CIMlTERI DEI VIVI Discorso di FILIPPO 'l'Ulti.l'l'I alla Camera dei deputati per la riforma carceraria Ceni, 20 (presso la G1·ilica Sociale). La Critica Socia lo e -il 'fem1w 1 per .Milano: anno L. 20, semestre Js. t0,50 -1Jer il resto d'Italia: anno L. 24, semestre L. 12,50 - per l'Estero: an110 L. 40, semestre L. 21. It,l \/ISTA 01 UN.A CRISI nellaFederazione degli lnsegnanli delleScuole medie A Roma, nel suo terzo Congresso, la _b,ederazione degli Insegnanti delle Scuole .Medie ha segnato il passaggio fra due periodi della sua vita: ha com– piuta la preparazione, ha iniziata l'azione. Una associazione di uomini, vincolati da un co– mune interesse, aspiranti ad un unico fine, è un vero indh·iduo sociale che si distacca dal vecchio or~a– nismo, assume, con sviJuppo piÌ.l o meno rapido, una struttura fisica, si costituisce una psiche, sceglie il suo campo ccl opera. ]I moto di organizzazione degli insegnanti si destò in ltalia, insieme a quello di altre categorie di im• piegati ci,•ili e di professionisti, clopo che, \fintai per opera principalmente parlamentare, la reazione cieca e sanguinaria, i lavoratori delle officine e dei campi avevano ottenuto, con una meravigliosa fioritura cli Leghe, molte conquiste nel campo economico. La posizione cronologica è, per un fatto sociale, elemento cli capitale importanza per fissarne il carattere, e la 1,'ederazione degli Insegnanti, se non è una conse– guenza diretta od una speciale manifeslazione dello stesso moto operaio, è indiscutibilmente un prodotto 1 a quello parallelo, delle stesse condizioni storiche, economiche e psichiche della sociefa. ·rnntramhi sono forme cli quel movimento mondiale che, impernian– dosi consapcYolmente sulla etema forza dell'interesse collettivo, tende a sostituire, all'organizzazione sociale della ricchezza difesa dallo armi e mantenuta dal– l'ignoranza, l'organizzazione sociale pacifica del lavoro illuminata dalla scienza. Le condizioni sociali d'[talia) economicamente arretrata, storicamente troppo gio– ,,ane1 che mantengono da un lato masse lavoratrici impreparate e inette alle moderne lotte proletarie, dall'altro una sproporzionata e ingiusta distribuzione fra i vari bilanci dello Stato, causa di insufficiente retribuzione a tutti i funzionari addetti ni servizi più civili e Yitali della nazione, hanno determinato questo fatto specificamente italiano, nuovo o caratte– ristico, che, mentre l'organizzazione operaia, dopo un breve periodo di vitalità combattiva, si arrestaYa consumata da attriti interni e per difetto di prepa– razione, sorgeva, nel campo degli impiegati civili i11 genere o principalmente dello Stato, una organizza– zione vasta, compatta, persistente, che della superio· rità intellettuale e sociale dei suoi membri si avvan taggia,·a nella condotta della lotta e nella persecu– zione dei fini. La struttura, lo spirito dello due orga– nizzazioni non potevano essere differenti. Lo scopo era comune: conquista cli migliori condizioni giuri– diche, çconomichc, morali; i mezzi erano pure co– nnrni: la forza propria e la propria coscienza; iden– tica era la condotta: servirsi delle armi legali, agendo sugli istituti già funzionanti dello Stato, trasforman– doli e rinnovandoli ove occorrn. Era il momento sto– rico, era la coscienza collettiva di osso che entrambi moveva ecl ispira\'a, Noi Yecliamo noi 1901 la Federazione degli inse– gnanti germogliare sul vecchio tronco della Scuola di Stato italiano e assumere, con moto rapido, nel corso di tre anni, una stmttura fisica complessa ed organica. Le numerose Sezioni si collegano a un organo diretti"o centrale: il Consiglio federale; una pubblicazione periodica forma e propaga il pensiero comune; la discussione, gli atudi, le iniziative par– ticolari, i referendum, conciliandosi e completandosi a vicendai si svolgono e si moltiplicano con rapidità e con metodo via via perfozionantesi. Nei tre Con– gressi: J,'irenze, Cremona, Roma, è la storia, è la sintesi ciel pensiero federale. A Firenze dominò il concetto del Partito della

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