Critica Sociale - Anno XIV - n. 14 - 16 luglio 1904

CRITICA SOCIALE 215 di eccitamento all'odio fra le vatie classi sociali, e poi, si parla, influe, dei reati contro il buon costurm,. Ora è sostenibile obe il reato di eccitamento all'odio fra le classi sociali debba essere considerato come un reato infamante, come la trutta, il furto, il falso, lo stu- 1>roviolento o simili? Questo, evidentemente, no. Si tratta di un reato con– tro l'ordine pubblico, non di reato che tolga l'onore. E infatti la leggo elettorale politica non ha compreso quel reato fra quelli che producono la ineleggibilità. Ora io prego il senatore .11unicchi a ricordare, fra le altre cose, che l'art. 247 del Codice pennie, di cui egli ha parlato, non comprende solamente colui che incita all'odio fra le classi, ma chiunque pubblicamente fa la apologia di un ratto che la legge prevede come un de– litto, e chi incita alla disubbidienza della legge i ora per questi due reati previsti dallo stesso articolo 247 della legge comunale non si dichiara la ineleggibilità. Per quale ragione? Forse il fare l'apologia di un delitto, l'eccitare alla disubbidienza alle leggi, è meno grave che l'eccitamento all'odio fra le classi sociali? ~:videntemente no, perchè per tutti quei reati l'art. 247 commina la stessa pena. )la vado più in là. L'articolo 252 del Codice penale parla di chi commette un ratto diretto a suscitare ln. guerra civile, o a port:Lre la de\·a.stazione, il saccheggio, o la strage, in qualsiasi pllrte del Regno, e punisco tale reato con la reclusione da 3 a 15 anni. Ebbene, per tale reato, se la pena inflitta non raggiunge i cinque anni di reclusione, non si incorre nella ineleggibilità. Ora, io domanclo: colui che ha incitato alla guerra civile, al saccheggio, alla devastazione, alla strage non è colpevole di reato ben più grave per Pordine pubblico di chi ha commesso il reato dell'eccitamento a!Podio tra le classi sociali che !'on. :Municchi sa come sia stato frequentemente inteso? lo ho veduto una sentenza in cui l'eccitamento, in ultima analisi, consisteva in questo: dimostrare che il povero sta meno bene del ricco. Sotto questo punto di vista, pochi cli noi non hanno commesso talo reato. Concludo che, se si dovesse andare flno al punto a cui vuol giungere l'ou. ?ilunicchi, che, per togliere questa incongruenza evidente della nostra legislazione, sì debba dichiarare non degno di essere elettore politico colui che ha commesso il reato di eccitamento all'odio trn le classi sociali, bisognerà, per logica, estenderlo ad altri reati molto, ma molto più gravi. Aduuque, il disegno di legge si riduce a togliere una incongruenza, ed io chiedo al Senato se sia facile im– maginare incongruenza più grave di questa: di un cit– tadino, che è eiettare politico, è deputato al Parlamento, può diventare anche senatore, e contemporaneamente è dichiarato indegno di essere elettore amministrati\ 1 0. lo credo che incongruenza più grave sia difficile immagi– nare. Queste sono le ragioni 1>erle quali il Ministero ba accettato questo disegno di legge, che, ripeto, è cl' ini– ~dativa parlamentare, e che, dichiaro francamente, non avrei avuto difficoltà di presentare come iniziativa. del Governo. Conclusione: nell'urna bianca 47 palle nere e 35 bianche i 35 nere e 47 bianche uelPurna nera. L'odio di classe fulminato! Noi. Al prossimo nu.mero: Le Cosso tli maternità; lll. Jla.ssicllrazione di Stato di GIULIOCASA.LIN]. La riduzione della ferma e il tiro a segno ('> L'adozione delle ferme brevi e brevissime non toglie nulla al tempo necessario alla formazione dei quadri nè di sottufficiale nè di caporale e nemmeno alla formazione degli impieghi speciali di truppa. Vho dimostrato negli articoli precedenti mediante l'esame dello stato attuale di fatto e della legisla– zione vigente. Il contrario si è obiettato dagli oppositori tutte le volte che si è trattato di ridurre il tempo della ferma, e vi furono i difensori delle ferme di sette e di cinque anni come al presente vi sono i difensori della ferma di tre anni, sempre provvisti degli stessi clichés. ·Per transigere col loro pregiudizio fu accor~ data o allargata ai ministri della guerra la facoltà cli rifermare o confermare in servizio volontario i capornli e soldati dopo compiuta la ferma obhliga– toria, creando così una situazione nuova poco sti– mata e quasi spregevole agli occhi della truppa sot– toposta a. ferme brevi, che generò una reazione dei graduati contro i soldati, specialmente nell'esercito tedesco, e contribuì a far perseguitare questi da quelli: della quale persecuzione tanti esempi barbari e incredibili furono rivelati dalle sentenze recenti dei tribunali germanici. Ma le rafferme costano de– naro pei premi del nolo corporale da largire ai raf– fermati, ed ecco che gli oppositori nostri combattono la riduzione della ferma col dire che essa rende necessaria una spesa mag-~iore; e si fanno fautori di economie, questi distruttori patentati della pub– blica prosperità! Il relatore della Commissione della Camera italiana ha scritto che la riduzione della ferma in Francia importerebhe per rafferme " un onere nel bilancio di venti milioni n· Ma egli fu troppo frettoloso nella sua citazioue, perchè la deci• sione del Senato francese fu invece di nou volere spendere un SQlclo di più (2) e non ve n'è alcuna. necessità. Bastano al bisogno le rafferme attuali. )fa di questo tornerò a parlare in seguito, quando dirò della educazione militare, alla qual~ in ispecie, non ai bisogni della istmzione, si intende di far servire il maggior numero dei raffermati, richiesti, come si dice, dalla brevità delle ferme. * * * Veniamo ad un punto culminante della relazione della Camera, a un aforisma solenne. " Noi pensiamo " - si dice - che la durata della ferma debba avere " una corrispondenza diretta con le condizioni mo– " rali, intellettuali, fisirhe delle popolazioni, e quindi " nel determinarla si dehbano avere due obiettiYi: " lo stato presente e lo stato avt 1 enire. " Che cosa significa tutto ciò? Che vuol dire Jl. es. corrispondenza tra ferma e condizioni morali della popolazione? Secondo i reazionari e i clericali, il più di reli• gione è il segno ciel più di morale; dove è più di religione dunque sia meno di fenna. I~ allora, perchè le ferme sono più lunghe in Russia e iu Turchia che non in Germania? Oppure si tratta della morale politica, dell'osse– quio alPautol'ità che debella il sovversivismo; e al– lora, perchè al solito v'e più ferma in Russia e in 'l'urchia, dove è sacrosanto il feticcio umano, czar e sultano, e minore in Germania, dove il sovversivismo ha potenti ed estese radici? Prendiamo la morale dei rapporti sociali, quella che ba per base il lavoro come mezzo di coopera• ( 1 ) Vedi I 11recedentl articoli dello stesso autore: su Lt sp,st mlft• tart sotto H Mhilstero Z<rnard,Ul•GtoHttl. ('J \'ed! Jo10-11<IL des sclt11ce;;,m/.HtalrtS, pagina 1-1 del gennaio 190•, In uno scritto del generalo Prudbomme.

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