Critica Sociale - Anno XIV - n. 14 - 16 luglio 1904

CRITICA SOCIALE 223 fattore lavm·o, tanto da dire che esso rappresenta il reale preizo delle merci; ma forse questa esagera– zione può essere stata unrt conseguenza della dcfi– cenza e delht trascuranza dei mercantilisti e dei fi– siocrati a questo riguardo. Quello che non si può disconoscere però è che la scuola classica diede bensì un nuovo e fecondo contenuto alla scienza economica, ma si avvantaggiò anche di tutte le esperienze ed osservazioni precedenti. Senza i fisiocrati e i mercantilisti, chissà quale diverso sviluppo e indirizzo avrebbero preso la mente sovrana rli Smith e que11a degli altri classici! . .. Prima di terminare, una considerazione che desi gna un fatto curioso. Dai principii fissati da Smith derivarono due grandi correnti scientifiche e sociali profondamente avverse l'una alPaltra. Dal principio cioè della libera conco1Teuza 1 scaturì quella famosa scuola manchcsterriana dell'individtHL· lismo economico, la quale predica che l'unica sai• vezza per la civiltà è la. libera esplicazione de1Pat;.. tività individuale. Dalla esagerata importanza invece conferita al fattore lavoro nella. produzione 1 deriva• rono si può dire quasi tutte le scuole socialiste, che dovevano essere terribilmente antagoniste al principio della Jibertà economica. La teoria classica, infatti, del val_ore servì di fondamento alla teoria analoga di C. Marx, il quale, per quanto si sa, non fu molto tenero per la libera competizione. rJa lotta secolare tra le due rivali su questo ter– reno va ora attenuandosi. Ultimamente ( 1 ) infatti pare si sia andato delineando un nuovo indirizzo socialista-liberista, il quale concilierebbe il principio della Freedom of hutustry and EnterJJrise coi nuovi bisogni e colle nuove aspirazioni sociali. Accade nel mondo intellettuale quel che accade nel fisico; il corso e ricorso delle umane vicende è simboleggiato <falla spirale indefinita del processo storico. .Negando e supera,uclo se stessa, l'umanità progre– disce lentamente nell'aspro cammino della civiltà. .Oott. ETTORE °MA.IWlllOLI. ( 1) Vedi nella C1·LUca Soci.ate (anno 1899, pag. 2~1 e seg.) l'articolo di K Lt:on;: i\"11011• ortzzo11tt socialisti. - Vedi Inoltre 110ll'EdllC<1- zUme />olltica /15 giugno 1901) l'articolo di A. CR~:Sl'l: 'remJeuze eco– nomLclle comptemenlarL. LA LOTTA CONTRO ILS CIALISMO MUNICIPALE. in Inghilterra I lettori dolla Critic<iSociale ricorderanno come, all'in– circa duo anni or sono il Times iniziasse una vigorosa campagna contro il movimento esteso di municipalizza– zione in Inghilterra. La campagna si limitava special– mente alle industrie elettriche, e l'eiito ne fu che si scoperse l'autore degli articoli essere uno dei più in– fluenti membri diretth•i d'un ll'ust di Compagnie pri– vate, i cui interessi erano danneggiati dalle imprese municipali e sarebbero favoriti da ogni misura restrit– tiva della libertà di quest'ultimo. ~~ ce1·to tuttavia che di per sè sola tale scoperta non basterebbe acl infirmare le argomentazioni degli oppO:ìitori In un paese dove la discussione si esercita a lungo e sotto ogni aspetto intorno ad ogni cosa che si riveli degna d'attenzione, l'autore di tale campagna non po• teva aspettarsi seria considerazione se non in ragione del fondamf3ntodi realtà esistente e palese nelle sue cri– tiche. O1·bene 1 tali olJIJiezioni appaiono ora, pili che da qualsiasi critica sottile ed illuminata, refutate dalla pub– blicazione dei bilanci delle varie imprese collettive nei vari centri municipalizza.tori. Non ci diffonderemo in cifre; occorrerebbe perciò semplicemente riprodurre gran parte degli ultimi nu– meri del Municipal Jounwl, a cui perta11to rimandiamo i desiderosi di notizie particolareggiate. Qui ci limitiamo a riassumerne i risultati e a qualche commento. Anzitutto una cosa appare. ~ noto clre una delle piì1 forti obbiezioni contro le rnuuicipalizzazioni ò desunta dall'enorme incremento dei debiti municipali a lunga scadenza e dal dubbio sollevato circa la solvibilità. di tali imprese. Qualcuno volle anche trovare una connes– sione tra l'enorme investimento di capitali privati in tali prestiti e la cri.si industriale e finanziaria attraver– sata in questo momento cla!Jllnghiltorra. Lasciando da parte questo geconilo aspetto della questione 1 sul quale si potrebbe osservare che a produrre tale crisi deve avere inftuem:a incomparabilmente maggiore l'incornpa– rubilmente maggior quantitit di capitali improduttiva• mente investiti nel Sud-Africa 1 in conseguenza di spe– culazioni capitalistiche: rlalla pubblicazione suaccennata risulta che i i\lunicipi posseggono quasi tutti un patri– monio ancor pili grande clella somma dei loro debiti. La stessa Liberty revlew, uno degli organi più accaniti degli interessi del capitalismo industriale contro lo impreso collettive, riconosce ciò e proclama infonrla.to il timore d'insolvibilità. Vero è che essa soggiungo che i contri– buenti, i quali debbono pagare l'interesse annuale di ilebiti colossali e a lunga scadenza, sopportano un carico, la gra\·ità del quale sarebbe eguale se il detto patrimonio non esistesse; e che, anche nel caso in cui qualche parte di detto patrimonio rencle, tale suo reddito non ha l'ef– fetto di diminuire la loro contribuzione; ma anche qui si dimentica che, in quelle città dove furono contratti debiti sostanziali a scopi rip1·oduttivi a lunga scadenza, il tasso dell'interesse è piÌI alto che nelle altre . ")fa non e questa la sola sorpresa risen,ata dal muni– cipalismo ai suoi oppositori. In un numero considerevole di casi, dopo finito il periodo d'impianto necessitante un maggior contingente di peniona.le in pianta stabile, il numero degli impiegati nell'impresa municipale di– viene minore che nella prirnta flhe 11n.vevapreceduta. Questo si verifica. in modo speciale nell'impresa muni– cipale di Portsmouth, degna da sola d'un esteso e circon– stanziato sviluppo, porchò a quest'ora si trova già. in condizioni \•antaggiose sulle imprel!e locali tiella .Vatio1Utl Telephon.e Compriny. Nonostante tutto ciò, la lotta ci~pitalistica procede im– perterrita o sta per entrare in una nuova fase. T fautori del laissez {ttire, laissez passer, quando il vantaggio della situazione è 1>reventivamente loro assicurato 1 se appena la competizione incomincia a svolgersi in <tìre– ;done a. loro sf::worevole 1 non hanno la minima esitazione a ricorrere all'intervento ~tatalo, all'intrigo parlamen– tare, a tutto insomma fuorchè alln famosa e celebrata iniziativa individualo. Due casi annunziano l'inizio di questa fase decisiva. l{econtemente ò stato già aJ)provato in seconda leth1ra un /Jill concemente la produzione dell'energia elettrica; se questo /Jill ottenesse il voto defiuitivo, le Municipalità verrebbero ad essere enorme– mente diminuite nelle loro prerogative. Due parole anzitutto circa l'estensione dell'industria elettrica in Inghilterra. Vi sono 32:! imprese di autorità locali con un ca.pitale di 750 milioni, e 145 Compagnie private con un capitale fii 650 milioni. )la tutte queste pubbliche o private im1>rese non contano nulla. se si

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