Critica Sociale - Anno XIV - n. 14 - 16 luglio 1904

218 CRITICASOCIALE bistl'aUato di tutti, può migliorare la gagliardia della razza me~;lio della ginnastica e può gio,·ure indi– rettamente agli ordinamenti militari come fa la ginnastica: ma nes:iuno penserebbe che o l'abolizione di una tassa o la riduzione di spese militari possa essere d'aiuto necessario alla diminuzione della ferma. li'ra le due cose, noi crediamo più utile la gagliardia fisica aumentata per effetto della diminuzione dei dispendi militareschi; altri amano la ginnastica per• chè ne aspettano un aiuto non già per la riduzione della ferma, ma un aiuto per ritardare, nell'attesa della generalizzazione dei giuochi ginnici, Ja trasfor– mazione economica dell 1 esercito. . .. Che poi l'istruzione militare impartita dalle scuole civili - utile, sia pure, quanto si vuole - possa servire di coefficiente necessario anch'essa per la riduzione della ferma o debba anch'essa procederla, io non credo si possa dirlo sul serio; e non mi posso formare a combattere questa opinione. Certo, le persone, molto benemerite, che si occu– pano di promuovere il tiro a bersaglio, la.ginnastica e le scuole di esercizi militari, hanuo in mira uon solamente il miglioramento fisico della gioventù, ma pure una. ragione morale, la quale consiste nella persuasione di potere infondere nel popolo, per mezzo di quelle scuole, l'educazione militare più che l'istru– zione militare. E forse eglino sentono, come noi, il J)rioci[)io della solidarietà umana, ma temono perfino di spiegare a sè stes:si in qual modo possano quelle isitituzioni scolastiche farsi solidali con gli ordina– menti della difesa,. 'l'emono di ragionare sui fatti e si contentano di essere degli utopisti desiderosi di raggiungere un fine ideale servendosi di mezzi che sono la negazione di quel fine medesimo. Oli uomini sinceri e intelligenti non devono la– sciarsi cogliere dagli artifizi e dallo truccature, che furono e sono l'andazzo diuturno di tutte le cose in Italia. L'esercito è fatto di J)opolo, ma non è popo– lare, ed è divenuto quasi un ,•ecchio decrepito, stra– niero per giunta al suo paese di nascita. Oli ordinamenti militari odierni non hanno in sè nulla di popolare, nè per il fine 1 nè per i mezzi. 11 fine offensivo, non difensivo, non è nè popolare nè morale, perchè contrario alla solidarietà umana. [ mezzi: " reclutamento nazionale, stanza mobile dei corpi, ferme lunghe e arbitrarie, corpi inutili come la cavalleria, .~inecure, spese eccessi ve ,,, offendono l'in– tere::ise e i diritti personali del proletariato, sono insopportabili perchè non imposti neppure dalla ra– gione militare, sono impopolari. In questo stato di cose, l'intenzione di promuovere la educazione militare per mezzo delle istituzioni scolastiche del popolo non può riuscire. Non v'è omogeneità fra esercito e istituzioni scolasticlle, per la ragione che non v'è omogeneità. fra proletariato e ordinamenti militari. Perchè solidarietà e incre– mento scambievole si avverino fra istituzioni scola– stiche e esercito, bisogna che questo abbia omoge– neità col popolo, sia popolare. È tanto vero questo, che nell'esercito stesso molti fra i giovani ufficiali sentono la mancanza di omogeneità, parecchi fra i vecchi la pensano, tutti, i sinceri e gli intelligenti, souo ansiosi cli conquistarla (magari col mezzo della coreografia)> perchè oggi senza omogeneitàcosciente col proletariato esercito non 1rnò esistere. La nostra propaganda incessante e fruttifera ve ne deve avere avvertiti, e \'e ne a\•vertirà. · In conseguenza, prima cli tutto deve esser trasfor– mato l'esercito nel senso della nazione armata, ossia della democrazia, aflìnchè le istituzioni scolastiche sen•ano alla educazione militare come l'intendono i promotori delJe istituzioni medesime. Noi siamo agli antipodi dei nostri a"versari. La questione per loro non ha fatto un passo clal L882 in qua, da quando cioè si instituì il tfro a bersaglio civile, mantenutosi sempre rachitico tanto nelle mani delPautorità direttiva civile, quanto in quelle mili– tarj, che se lo ballottarono fra loro così cli frequente, o non soltanto per cagioni finanziarie si mantenne rachitico, ma sibbene per le ragioni di non ornoge neità e non solidarietà cui accennai. Invece di servire all'incremento dell1educazione e istruzione militare per raggiungere la maturità ne– cessaria alla riduzione delle ferme, come dicono i conservatori degli spropositi, le istituzioni scolastiche han bisogno esse stesse di un incremento per vivere ed affermarsi. E questo incremento non lo possono ricevere che dall'csel'Cito trasl'ornrnlo nel senso della popolarità della nazione armata. Sono le ferme ri-~ dotte quelle che daranno vita alle istituzioni scola– stiche; queste non possono generar quelle. r nostri progetti militari, logici e ai·monici in tutto, hanno trattato pure questa questione, e all'art. 6 intendono cli assegnare la ferma più breve, di sei mesi i a coloro i quali abbiano frequentato o il tiro, o la ginnastica, o le scuole militari; ed accompagnano tale J)J'Ovvedimento con altri, i quali, popolarizzando gli ordinamenti militari difensivi, faciliteranno, daran vita a quelle istituzioni, che ora sono igieniche sol– tanto, ma allora diverranno pure istituzioni di mutua solidarietà.. Un esempio di riprO\'a tangibile. Pei nostri progetti, dovendo i reggimenti essere reclutati nella Provincia di loro residenza e tenervi stauza fissa, si potrà fare che gli ufficiali stessi si occupino delle istituzioni scolastiche e vi si dedi– chino con cura, sapendo che i giovani, da loro istruiti, verranno poi a compire nel loro reggimento la ne– cessaria istruzione e vi apparterranno anche dopo, negli anni del congedo. I giovani, a loro volta, im– pareranno molto per tempo a coao::;cere i loro istrut– tori e il reggimento, formato sempre di compaesani, nel quale dovranno compiere la loro istruzione e al quale torneranno dal congedo in occasione di t'ichiami alle armi per istruzione. L'omogeneità, come si vede, nascerà da sè, come in famiglia. Al difuori di questo sistema, le istituzioni scola– stiche militari rimarranno sempre rachitiche. Esse possono a,-ere incremento soltanto dalla trasforma– zione popolare dell'esercito quale noi la proponiamo .... l<J questa prima o poi trionferà .... E badino, diremo fraternamente per consiglio ai nostri oppositori: bisogna far presto! SYLYA VIVIA .. N'L IRREDENTISMO E MILITARISMO Nella recente discussione del bilancio della guerra, come in simili precedenti, si sono a\'ute di fronte due diverse concezioni intorno allo stesso fenomeno e quindi due diversi modi cli risol\'ere lo stesso J)roiJlema. Da una. parto i conser\'atori affermano essere la guerra un fe· nomeno ineluttabile, eterno, do,•uto agli eterni contrasti delle nazioni fra loro: idee queste che t=iono divise dalla maggior parte <!ella popolazione, anclle da coloro i quali per altri rapporti accettano volontierì teorie DU0\'8. Dall'altra parte i partiti avanzati affermano che questo fenomeno, come tanti altri 1 non è eterno, ma proprio all'attuale orclinamento sociale e elle ces1:1eràdel tutto - secondo gli idealisti borghesi (tipo E. 'J'. ·Moneta) - col diffondersi dell'Idea clella pace universale, oppure con l'aHento del partito 01>eraìo al potere 1 secondo i socialisti, e come à. ripetuto lo ste:,so Bissolati nella se– duta del 20 giugno alla Camera.

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