Critica Sociale - Anno XIII - n. 5 - 1 marzo 1903

72 CRl'l.'ICA SOCIALI•: un prezzo prcventirnmcnte determinato, diverso thl <111ello corrente al tempo della <'0n:scgna. (art. &, '!.e) rapo,·.). (; 0 O,•«> Ri convenga ehc il contadino presti ~ior– natc obbli~atorio di litvoro, la misuro delle retrilJu• ,'.ioni dovri1 essere preventivamente determinata sulln. hasc del Jll'Czzo medio corrente della giornnta lil>('rn. di laxoro flrt. 5, ult. Cf\l)OY.). i 0 Il contadino ha diritto, se gli l'u imposto l'obhligo di piantagioni e il contratto è risolto prima del tempo fissr,to 1 ad unn. quot1t del valore del mi– gliorn111011to, corrispoudc11tc ili numero dc~li anni per cui il eontratto, ao non risolto, flvrchhc donito dunirc. Oro, in nessuna di queste disposizioni si può ravvi– e.arc un scrio as,•iamcnto alla cura crficace dei mali che tr:wug-liano !a mezzadria., mentre con esse non si fa altro che collaud,11·u le antiche o lo recenti ingtu– sti:dc. / 1 oro e male; ecco in due parole, almeno por quanto lhl, tratto alla mezzadria, il solo giudizio che !-i può portare del progetto. E presumo senza gran fati('a di poterlo mostrnrC'. . .. La cousn principale dclh~ ponosn, situazione dei mezzadri, por quel che ho detto dcscrivf'ndohi a lnr– g-hi tn,tti 1 chi ben guardi devo riconoscere cl~o ri• siede 11('\111 preearict:, ciel contratto di mC'zz:1dria. E ben ,-('rO Ch(' llC:\llChe in pa~S1lt.Ola condizione del lllCZ· zadro 1'- mai statn di diritto altro che precaria, nm in fotto ('ra tutfidtro, spccinlmcntc pN due motivi: e perchè era meno fitta la popolazione dello cam– pagne o perchè erano pit1 modesto lo preteso elci padroni della terra. Così avveniva. che sopm uno ~tesso fondo si succcdct1sero pili generazioni di 111m stessa, famiglia: qualcuna anzi cli queste famig-lie, che luinno, per dii· cosi, radici secolari sul podere coitirnto, l'imano tuUora qua e liì. Ora però le cose corrono, di regola, ben differenti. La 1,roprietà. della terra ò passata quasi dovmu1ue nelle mani cli chi, intendendo trnrno il più 11\'ido profitto, c11mminit Yerso lo sro1>0 senza darsi alcun pensiero del contadino, e quiudi si avvantilfZA'ia. quanto più può clclla, concon·cnzfL trn lavomtori, acuitn nelle campagne ogni giorno 1>ill dalht scmpl'C crescente po1>olazione. Quando dlLuna famiglia colonica. si ò cavata l'ultima goccia di ~angue, la si butta in istrada, non senza prima 1wcrle pignornt.o tutto il pignorabile: Altre dicci 1.0110 nlmcno lì pronte n sostituirla. Così la minaccht del licenziamc11to pendo sempre sul capo del colono; di qui la dedizioue servile, ht sommissione incondizionata ciel mezzadro al pa– drone. Se Hnche il legi:slatore <'scogiti ottime nuove nor– me regolatrici dei rapporti correnti nella. mczzadrin frn conbulini e padro11i 1 esse clcvouo rimanere let– tera mort:t, fi11 che al contadino manchi la forza neccssarill. ad esigerne lii osscr"anz11; n11~ qucRtn forza il contadino non può clcrirnrc se non dalla ccrtcz1.1t.che, reclamando il suo diritto, egli non si osporrì'L fllln vendetta padr01rnle. Questa certezza poi non ò possibile ove ltLprecarietà. del contratto non ceda il posto ad u1Ht t1lme110relativa. stabilità. lo non voglio con ciò propugnare il riconoscimento di una specie cli diritto reale sulla terra a favore del mezza dro, ma dico solo che dovrebl,e essere cancello.to 1'1-1rt. 1Gbl Cod. civ. nel <pullo ò eletto hcn8ì che hLco loniiL non ces:;a. nrni di dil'itto, ma si 11g– giu11ge che il locatore può ogni anno intinull'e la licenza entro il tcl'mino fissato cl1-11la consuetudine. Il contratto cli colonia dovrebbe a mio nn-iso avere una durata minima tale, che, rinfrancato da quc– sh, possa il colono con animo meno trepidante con– siderare l'avvenire. 'corso un tale pc1·iodo, il colono Bib 1otet-d Gin ) H1arro non llonolJhc temere altro caso di risoluzione, cito la proprht colpa gn"·e secondo le regole ordinarie. E ancorn, allo scadere del 1>eriodo,non dovrebbe es– sere libero A.I padrone di licenziarlo senz'altro, mn, in mancunza. di giu::ito ragioni di lic1:nziamc11to 1 il contadino clovrcbb'c8scro indcnnizzuto. Non ò una no\'ità t1traordinal'ia questa che io p1·opongo; il prin– cipio ò già adottato dal nostro Codice di commel'Cio in materia di mandato commerciale (art. 3GGCodice di commercio). La convenienza di modificare i l contra tto di mez– zadria nel senso di UIHl mog-gior duru.ta . ò stata elci resto giÌ'l propuguattL da illtri, dn l Morel lo ad es. in un suo studio sul rontrntto agrurio (1). LI .Morello pare fondi la sua pro1>0.stfls1>ecial111cnte sulla consi– dcrAzione che la cult.urn del fondo in rotilzionc co111- plcta 11Hic110 non giìl in un auno 1 mu in un periodo almeno trlcnnnle. ·i,; questo ò seuza dubbio un argomento di grirn peso. A difesa. del Oovcrno, il quale non ha creduto di in.serire nel disegno di legge alcuna disposizione, quale noi YOrremmo R. questo 11roposito 1 si potri't. dire che la stnbilih'L dell'occupazione non è eia nl– cuna lcggo,gnranHta. ad idtro qualsiusi privato dato1· dì laYoro. 1,: chiaro però Rnchc che una. tale obhie– zionc si fond:.l sulla illecita equiparilzione di con· tratti di n11tura ben divPrsa. La mezzadria ò nuche una forma di societ,ì e ncs– Sllllll sociotÌ'l fu mai sicuro, nò ou<'~to, :se ::,d uno elci fiOCiisiil lasciato in arbitrio di risolverla. n suo ta– leuto. Si aggiunga. che il mezzadro non conferisce al– l'opern clelht produzione la sola fol'za delle sue brnc• eia; oltre al htvoro 1>roprio, egli impegna il lavoro di tutti i membri di suH famiglia. 1~; un colpo spesso volte tel'rihilc per l'operaio il rnclcrsi licenziato: pur tuttavia lo sorregge nello. triste prova della disoc• cupttziono il hworo della moglie o dei figli, ai qullli non son \'enuti meno l'impiego e un salurio per quanlo modesto. )fa <1uanclo il colono è licenziato, sono con lui sulla strada., in attesa che pas:;i la Provvidenza, e la mol-\'lic e i figli che la stess1i 8\'entura colpi~ce o che possono aiuture il padre e il marito solo in quanto egli stesso trovi lavoro. J.i, stabilità, così come io la vedo, oltre che gio– vare alla ch,ssc dei coloni, non andrebbe poi scom• pagnata dal vantaggio generale dellit produzione, perchè la coltura di tutte quelle zone che o,·a si reggono n moz:,:acllfa risentirebbe honéfici effetti dallo migliorate condizioni del lavoratore. Questi, sapendo di lavorare non pc! ,,adrone soltanto, ma anche per sè, si prodighernbbe non r;olo pel rendimento imme– diato, ma nnche per la ricerca di profitti a lunga scadenza. Se è vero - e lo ò certamente, salve le deduzioni che si traggono <hli p1·incipio - che si la– vora più volentieri por sò che non per gli altri, In stabiliti\ della mezzadria può ben essere chiesta o pretesa in nome di questo principio. È un luogo CO· rnune dell'economia politica Pinfeliciti\ clelrlrlnnda agricola: non dimentichiamo che tale infelicifa ò in gnrn parto lla. attribuire alla amovibilità. dei colLi– vatori della terra. Diamo ai nostri mezzndri hi cer– tezza del domani, e di scn'i dell~ gleba, che sono oggi, li vedremo diventar liberi. Fino n che 11011 si faccia, ò ironia. o cccit~ il supporre, come si fa nel prO!,('et.toin esame, hi possibilit:\ tra padroni e mez zadri cli W>rre co111rnttazioni. J;d è questa, ritlssu– mendo mi, la ragiono per ht quale rite11go che a nulla pos.sa mai a.1>proclaro quHlsiasi riforma., per <1mrnto (I) Av,•. \'1scr.s1.o llon,:1.1.0: /f coufn1fto c,qrai·lo; studio e 11ro1)0tll', - nomn, 1899(citato dnl c1woq1rnri nella rnccolta del ltworl della Comm1nlone).

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