Critica Sociale - Anno XII - n. 21 - 1 novembre 1902

Bb 322 CRITICASOCIALE Ma alht Perser:erauz<i il discorso di domenica J>a.s• sala non ò che un appiglio. Rssfl., con occhio di aquila, misura tutta la nostra II evoluzione ,, nel tempo e chiede: 11 quando vi fermerete? ,,. Udito, suocera; e origlino pure le nuore. Se, per involuzione fisiologica, non ci tocchi di immarmot• tlrcl itYanti di tirare le cuoia, abbiamo un fiero sospetto e una matta voglia di non fermarci così presto. Ci formeremo a Musocco. L:'npunto stabile·? È quello cho cercava Archimede. Non gli riuscì di trovarlo. E meno riuscirebbe di rintracciarlo all'uomo politico italiano, sia pure il pii1 modesto, in questo stravagante primo principio di secolo. Oncle, perchè fluttua il terreno, ed egli si muovo n ritroso del fluttuare, chi segue supino il bccchegg-io dice, cd è nahtrRle: costui harcolla. Harcolla, sì, per star ritto. Si muove perchò non gli giova starsi supino. Qunlcho episodio illustrativo. - Son tre anni, e la. libertà stava. sotto sotto Emg-gelli. '.l'appato lo bocche, tappato lo toste, tap1>oti i giornali; il pen– siero uml regia; lo sciopero un rcnto. L'uomo poli– tico tempestava, minnccia,•a, infuriava. Ostru1.iono; Comizii elettorali; pronunciamento operai() cleJla Superba i ed ecco, mutamento a. vista. JI fiume dei bisogni si Jancia, con impeto n lungo compresso, per i nuovi alvei disostruiti, scrolla gli argini, minaccia. i sostegni. L'uomo politico cessa d'infuriare, si roc• coglie, si orienta, cerca _d'intendere, seconda, cor– regge, Ammonisce. - J~cco, costui s'ò mutato; si muove; si evolve; si addomestica; si vende; ò moscio; ò finito. Lui si mutò, non lo cose. So seguitava a imprc– caro, quando la ragione ne ò mnncata, se si incoc– ciava. a spalancare l'ombrello sotto il ciclo asciutto, non diciamo sereno, era coerente. Se andava alla dcri,•a, coloro che '\•anno alla dcri,•a avrebbero giu• rato che stava fermo. Se ruzzolavn, gnrentivano che egli era in piedi. f ferro vieri si ag itano; hanno in cuore diciassct– t'anni di nmarc1.za soffocata. L'uomo politico ò nl loro serv izio, essi c olgono la vittoria. Qualcuno, alla vittoria, si esalta. Sulla vittoria c'ò una scrinatura, un 1100 1 piccolo così, bisogna. clu11qucdisfarla. L'uomo politi.;o si pone a travcr1;0 del nuovo vandalismo. - Ecco, s'è mutato, s'ò mosso, non è quel che era; era. il cnpo 1 doyeva seguirli; seguirli su per l'orta, sc~uirli gil1 nel vallone. Si org,mizza financo la 1>azicnto trnvetteria. C'è t1n'oncia cli esperienza eia offrirlo, appresa nelle lotte di classe, negli ambienti operni. L'uomo politico non si lesina, è il suo dovere . .'fa l'Uflìcio non è l'otli– ci1rn1 la 1>en1utnon ò il martello, l'organico non ò il vonte dei murifabbri, o la "occ del cantore non può piì1 essere quella. La gente, che hutbt. il soldino per udire l'usato cantastorie o deliziarsi dell'organino consueto, strilla: quest'or~ano è stonato; questo 'J'rcmacolclo manca cli carattere. 1•:lezionicomunali a Milano. Si propugnano le al• lcanzc; molti riluttano; pure, coll'alleanza si Yincc. Cc no duole poi vostro lutto, Perser:eranza. Ma ceco, la cnrrozza è un 1>0 1 grc,•c, ci s'invita sul serpe, e i pili, gli slessi rilutt.anti cli ieri, gridano: saliamo! Qualcuno pesa le forze, misurn, la ,·ia, volge nella monte il domani e conclude che ,·al meglio segui– tare a. spingere, che alleanza elettorale non vuol dire comunella e, di due, esser uno. È chiaro come il solo, costui rinurngia se stesso. 11 Quando si fermerà? ,,. Così chiedono gli scer• vcllati o la Persevem11za. Consonare l'equilibrio ò foro l'equilibrista. Conservare quel briciolo di testa ò mancare cli rispetto ol prossimo. Consenare la coscienza è una provocazione. Suocera, quante sorprese meditiamo di procurarvi 1111cora ! \"i seccherà, lo sappirnno. L'immobilit.\ è il no B1a YOstro forte e la stereoti1>ia ò un ritrovato superbo. Mn vi co1wicnc 1mre fan·i una ragione. }~sciupato gli inchiostri se tentato di sgomcnt11rci, col dirci che flucsto mestiere ci lascerà. solitarì 1 che ci scayiamo la tomba. Vecchie volpi, clfLlungo tempo sappiamo anche <1ucsto. Toniamo una strana. mania. Crediamo che sia questo il dovere elementare o Putilitìt ultima - forse la sola - di tutti gli onesti che si sono con– sacrati a questa bi1.1.arra alchimia della politica: di lo~ornrsi ogni giorno; di lasciare branclolli di carne nell'in~ranaggio; di 11011 temere, sopratutto, di colare n fondo. Jlimanere a galh1, secondando l'onda, come lo cucurl>itc, n chi e a che cosa l)rofitta? I~ non ò, Perset:era11za, che siamo dei su1>eruomini; che il disgusto non assal,Lra,che Il\ stanchezza. non vincA. Vinco, alle Yoltc. Vince i nostri amici o po– trebbe vincere noi; por un momento. Così, ieri l'.l· va11ti, !, il nostro glorioso stondm·do, non pareva im– pugnato da Arturo Labriola in persona? Sono lo Jiissituclini improvvise. :Ma tutto sta a ripigliarsi, o Persueranza, e poi, come voi insegnato, a 1Jer~e- 1·rrare. Quando iJ giorno ò venuto che ripi;:diarsi o 11cr• RO\'erarc ù impossibile, non rimono che una onesta cosa da fare: suggellare le labbra, infri:rngcre la penna, lacerare i fo~li non uncora contaminati. Cur.iU/11 co11swumavi. S'ò mcritnto il qui giare. Alle coscienze tranquillo il vento della perfidia, che sibila intorno, pare anch'esso unfLgioconda mu• sica. L'isolamento ha ciel buono. I~: riposatoro. Buona notte, suocera! Fll,IPPO IJ'L'HA'l'I. IlPartito della Scuola ei Partiti Politici Al Congresso degli Insegnanti mcclii tenutosi :L Firenze, il discorso chc 1 riassunto, e riassunto alla. clinrola, dai giornali 1>olitici,foce piì.1 strillare hi stnmpa reazionaria, fu quello del nostro Yaloroso nmico Oaotano Salvòmini, " inseftnanto medio ,, fino u iol'i,oggi prol'ossore di storiit ull'A tenoo Messinese. :Noi lo pubblichiamo integrnlmento, prima, ancora che osca nei Resoconti elci Congresso, per due ra• gioni. La prima, l'interesse intrinseco che esso pre• senta j la seconda, che esso ribadisce, in altra forma, e a pro1>ositodi uno dei più urgenti problemi che chied ono soluz ione in Italia, quello della scuola, gli stessi concct.ti cli massima, che noi da tempo andiamo soste nendo, pe r le organi1.1.flzioni economiche di lfl· voratori o per le organizzazioni di ngcnti dello Stnto, circa le rola.1.ioniche devono correre fra. esse o i par• titi politici: concetti cli massi ma, che ci posero in contr11sto 1 tanto con coloro che predica.no l'assessna– lità politica delle organizzazioni , quanto c on gli nitri, che le vorrebbero asscnitc a un determinato partito del loro cuore ccl etiche/fate da esso. L'nm ico Salvèmini, inviandoci cortesemente le bo1.ze elci suo discorso, ha voluto rilevare od inci• dere c otesta coinciclen1.a sostanziale di pensiero, in questa tacitiana dedica, cho può parere un elegante bisticcio: " all'autore, l'autor e ,,. )ra chiunque leg• gerà il di corso e apprezzen'1 la.vi \'ezza nativa dello cose detto dal St1h'òmi11i,che tant o ontusiRsmo sol– lo,·arono fra i mdunati di Firenze, sentiri'L subito che l'oratore fu II autore cli sò stesso ,, : o che la sua parentela, so mai 1 non è cli discendenza, ma. csclu– sivnmontc collaterale. Un'accusa, che noi sentiamo ripetere dalla stam1ia po– litica contro questo nostro Congresso e in generale con• tro l'OJ>era della nostra :Federazione, ò che, in,·cco di trattare que-:tioni scientifiche o 1>eda,:rogiche,per e~cm-

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