Critica Sociale - Anno XII - n. 12 - 16 giugno 1902

B 178 CRITICA SOCIALE ammA.lflrsi,o d!l, mnl11tisenza morirvi: e, man mano si 1-1ffi1rn il senso dt·•lla vitae dclii\ sociuhilità, <1ue1:1te aspirnzioui imJJcriosc che non si acconciano ad atten– dere domani 1 isi moltiJ>licano, chiedendo insistente– mente ~ piccole riforme :, : scuole, lavatoi, bagni, igiene, assistenza, istruzione; magari rassegnandosi n. pagar an.:om il dazio consumo e rinviando a tem1>0 mig-liorc i pili elevati principii del programma tra• dizionalc. A creare questo sfrenato " opportunismo 11 muni– cipnlc, COl:IÌ disf'ormc dall'apparento (Htritanismo po– litico (npp:Hento diciamo), concorro certamente il fatto che la riformu, amministrutivi:t è immediata– mente perccpit,l dai comunisti, hldcl0\'C la ripcrcus– Rionc individuale della riforma 1>oliticil. è d'assai piì1 tenue: mu ancor pili concorre la visione diretta di quell'azione clt.•I Comune così peno:rnmcnte impitc– ciatn nell\t~grovig-li11mento delle re.spon:snbilità. 1 programmi diventano sempre più affinisti, o forse il massimo dell'alfinùmio dei programmi coin– cide con la 1>H1>uraintransigenza ciel metodo - sem– pre che, ben inteso, non si tratti di luoghi dove volga il periodo santamente evangelico delle origini, dovo ogni aspirazione nl potere appaia, poi· fortuna, remota, ~ remotissima. ogni responsttbilità obbiettiva di fw·c. 'l'utti questi v11ri impulsi, che trovo no libero srogo noll'autouomo diritto di tattica 1 non saranno certa– mente tutti utili, saggi e fecondi. Si può, senza tema di errare, riconoscere che molte concentrazioni 1>0- 11olari sono artifiziose e innaturali; altre, come quello degli amici di Lodi, improvvise e alquanto miste– riose: per contro si può ugualmente asserire che certe inopinate intransigenze sono state, o santnoo, fatali. A. Napoli, per esempio, aprirono le porte a .Ila. camorra; altrove sgombrarnno la via ai modera.ti. Errori che troveranno lor compenso nella mort i– ficazione della esperienza! )la ingenuo ci ò parso un trafiletto del Gioruale det Popolo di Genova (così acuto per solito) e che l'~Jumti! fece suo, dove si elencavano tutte le scon• fitte toccate, in mu1 settimana, J>0rla loro disunione, 1ti socialisti ccl ai repubblicani in cospet,to dei con– servatori. Ingenuo, poichò la presente ca.mpagna ammini– strativa non riproduce quella lotta per la libertà che ave,•a animata. la cam1>agna precedente, tutta. gonfia delle ire del fatale '98; l'attuale campagna si caratterizza come lolla per il benessere (si intenda c1wt grwm salis), cioò per vantaggi concreti di mi– glioramenti nella. vita. comunale. Essa. è come il J>cmlant di quell'azione generale politica che vuol fare leva della libertà, pit't o manco consolidata. (non discutiamo), pc1· ottenere le rirorrne sociali. Ora è assai naturale che quei repubblicani, i quaJi ne– gano il loro consenso a siffatta. concezione della sihmzionc ~enernlc del 1>aese, e mettono in prima linea, ancora e scmJ)rc, la lotta pm· la libertà. inte– gra.le, stimando nulla e di nessun effetto e quasi rellon escft ogni azione riformatrice, fino a. cliveri:10 ordinamento politico, 110n siano neppure uella vita comunale in condizione cli spirito da congiungersi ai socialisti 1>crquella stessa opern riformatrice che presuppone su1>er11tala lotta per In libertà. Il popolo (ohimè!) non perdona, maobblia. Indarno si vorrebbero eternare le lotte amministrative sui ri· cardi dei fatti di maggio, affratellanti nel dolore comune tutti gli uomini clelh~ democrazia.. Se 1a. faso presente della rinnova.zioue dei Comuni ha, come noi pensiamo, il ci:u·attero di lollci JJer 1l bene.,sere, è ben m:tnifeisto che, oltre tutto lo altre minol'i cli• stiuzioai... 1>regiuclizicvoli, sor~ra nnche fra repub– hlicani e socialisti la divisione 1>ropria fondamentale che cade sul modo specifico di intendere la fonte del benessere popolare, che ha, per comune consenso, un substratmn essenziahnentc economico. Non ò in- tE' '1 G H1a fatti nessuna necessitò. per i repubblicani di ricono• scNe le funzioni sodnliste ciel Comune in ordine al– l'enrnncipazioue dei consociati clni monopoli indu• striali, alla costruzione civica di case 01>eraie o nei conflitti tra. ca1>it&lc e lavoro. La lolla pe,- la libertà ci accomunava: la lotta ver il bene.~sere ci vuò dividere. Ci può dividere, non che ci debba, dividere. Poichè un altro vantaggio peculiare delhL dottrina della tut• tica autonomistica è quello di non creare categorie 1lssolute; tutti quei repubblicani (}ho a noi si rappre– scnb1no noll'11.zionc 1>ositiva. come radiCitli, disposti ad 11.ssmncrc le res1>onsabilità. ciel potere amministrn• tivo, e fuori di ogni pregiucliziule o politica od eco· nomica, dispost.i ad entrare - non nel socialismo, che è impossibile - ma nella direttiva dell'aziono della Clai:!SC proletaria intesa a conquistare vantaµ-~i sulla. classe oziosa.monte po~sidcnte, possono bcnis· simo essere no~tri alleati - e preziosi. ... Ma in tutto ciò si tratta iscmpre di un criterio discretivo singolare, contingente, che rintraccia gli clementi accidentali del giudizio nella cerchia paesana dei partiti, dove vigoreggiano bisogni e metodi di– versi e tradizioni spesso insu1>erabili, che coartate ·in un'ora clelh~ vita nazion11le sotto l'onda dilagante di una "iolonta passione collettiva, ripigliano tosto il loro impero n.p1>ena.l'onda ò passnhl. Ed ecco come si scopre che tutto il nostro otti– mismo sociali!:1ta - e non panglossiano - è 1>regno cli una invincibile fede nelh1 liberti\. Lasciate a tutti i grup1>i di conquistare il loro Comune, come a loro piA.Cemeglio, sotto h1 loro piena ed assoluta res1>on– sahiliitl .. Dopo tutto so mettiamo per caposaldo cli tutti i nostri programmi nmministrn.tivi l'autonomia elci Comune, non è disdicevole mettere 1>cr base di ogni organamcnto della nostra tattica la libertà della b1ttica. L'antica lite tra transigenti e intransigenti è su• pcrata. La tattica non è più una cosci pubblica, ma una cosa 1)1'ivata dei gruppi locali. Oh! favoleggiato e tormentato primo " caso cli Cremona'" tu sci definitivamente morto o sepolto! C1,,,un10 TREVES. L'ACQUEDOTIO PUGLIBSE li disegno di legge presentato dal ministro Balemmno ))Cr l'acquedotto pugliese ò stato 1qJprovato con larghis– simo suffragio dalla Camern dei De1>utnti 1 e, sebbene l'argomento rosse dei 1>iì1 im))ortnnti, abbenchò il con– corso nella s))esa assuntosi dallo Stato rosse molto in– gente, abbenchò l'opera di visata. - e nella concezione tecnica e nelle modaliU~ di esecuzione determinate nel progetto di legge - presentasse lnto debolé a critiche fon. damcntali, ciò 110Ì1dimenola di.,;cussionc sull'argomento ru assai ristretta, e le poche voci, che nell 1 a,l1la. di Mon• tecitorio si le,•arono timide e sommesse per muovere qualche eccezione ad alcuni punti della legge propo.::tn, ,·ennero tosto come soffocate da. un coro di bia.ciimo e di protesta- 1 ,ccusando~i quasi i contrndditori di venir meno al pili elementare sentimento patriottico. Di una. questione tecnico-economicn. della. più alta importanza si ò ra.tta turn. questiono il!)rioristica. di sen– timento; nlln discu<1siouoserena e competente, inte.lìa a che l'opera progettata venga eseguita nel miglior modo, lasciando tranquilli sulla. perretta ertlcacia. dei risultati - sicchè questi ri~J>On<lano alle llirnlifa ,•ero dell'o1>era medesima, alla. realtà dei bisogni delle misere (>OJlola– zioni pugliesi - si ò sostituita l'eloquenza parolain 1 a

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