Critica Sociale - Anno XII - n. 10 - 16 maggio 1902

158 CRll'ICA SOCIALE gioso al proletariato della campagna, che ne filrorissc l'elevamento materiale e morale, cho ricolmasse una lacuna sentita dalla sua organizzazione. Di qui un J>rogramma grandioso, abbastanza oscuro e In gran parte, noi crediamo, inattuabile, il quale si pro- 11onern di aiutare la costituzione di SocietA di contadini che assumessero stabili in diretta conduzione, di }lrovvc– dcrc sement.i, concimi, macchine, ccc.; cli J)romuovcro la. costituzione di Cooperative dì produzione e di hivoro, nonchò l'impianto di industrie casalinghe e campestri, anche dove presentemente mancano affatto; di istituire o sussidiare scuole d'arli e mestieri i panifici e pastifici cooperalh•i; Socictìl mutue d'assicurazione del bestiame, lntterie COOJ)eral\vo e sociali. Caratteristiche dì co<lestoprogrnmma erano In mancanza, per le ragioni giìt dette, di un concetto preciso e deter– minato; lo sminuzzamento in sussidi numerosi e neccs• sariamente esigui della rendita di cui ))Otrà disporre la 1,· Sezione; la promessa di aiuto a istituzioni che la esperienza di questi ultimi anni ha dimostrato condan– nate, nella miglioro delle iJ>Otc:,i 1 ad una ,•ita tisica e J>arassitaria. La stessa proposta che ci può più sorridere, quella cioè di J)romuovore la co:1tituzione di Coopero.tive, le quali assumano stabili in diretta conduzione, o cho ci pare iuattuaUile o almeno di esito molto dubbio nelle odierne condizioni morali ed intellettuali dei contodinl 1 uon riuscirebbe a migliorare che lo condizioni dei la– ,,orntori di una zona molto ristretta, o assai probabil– mente per un IJre,•lssimo periodo di tempo. Prima del 1000 nelle nostre cnmpnJ;:-ne le forme ili associazioni diffuse ornno le Società <li mutuo soccorso e lo Cooperative di consumo e di lavoro. "' Le Società. di mutuo soccorso escono dalForbitn. ciel programma tracciato all'Umanitarinj quasi tutte le Coc1- ))ertttive di consumo conducevano e conducono in Italia. una vita anemica; essendo istituzioni sorte artificialmente per opera. di ftlantropì o pseudofllantropi, mancando na esse le capacità amministrative o la possibilità di ven– dere, per il lungo periodo in\'ernale, a credito. 11 Le Cooperative di lavoro, per rngioni analoghe, o vivono stentnmento o sono scomparse dopo una vitll J)OCO gloriosa, anzi bene spesso dcwnosa alla classe la• voratrice, avendo )Jrocurnto, con una concorrenza in– consulta, untL diminuzione notevolis.:-ima delle tariffe in uso. ,, (I) Difrontenl proUlema molto comJ)lesso dcllcCoopernti,·e, li~ Sezione crede OJ)portuno, prima <li venire a conclusioni spcciflche, cli promuo,·ore uno studio statistico descrittivo sullo stato attuale delln cooperazione in Italia, per rac• cogliere il materiale necessario a guidarla. nella sua azione futura. ~elle condizioni in cui si tro,·ava la campa1,,rna 1 in mancanza nssohlta di indizii, di suggerimenti da. parte dogli interessati, la Commissione che ci ha preceduto uon 1>oteva che preparare un programma. ampio, in– determinato, e, appunto perchè ampio ed indetermi– nato, inattuabile, quasi aspettando che uno sviluppo ulteriore della coscienza, della educazione e della orga– nizzazione proletaria venisse ad addibl'le la via.da seguire ed a fissarle in modo pi\1 preciso il còmpito. Frattanto, in mancanza di meglio, studia va la possibilità. cli sussidiare le istituzioni esistent.i (con vantaggio evi– dentemente minimo di queste, data la moltcplicitù. dei SUiSidi). (') Questi due i1crlOdl furono ,,01111rel!!Inella llclit%1oue dellultlrn, r111111rescnt11ut10 c~111 solo Il 11c11slcroelci !•rt'l<ldcntc-relnlorc. e an . .. Ma alla Commissione athiale oramai, dallo stesso pro– letariato dei camJ>i 1 ò tracciato chiaramente, tnssatin– mente il còmplto. l lavoratori della terra hanno costituito le loro Camere del lavoro, iniziando il mo,·imento di organizzazione e di miglioramento morale e materialo del 1>roletariato agricolo con tutti i mezzi consentiti dalle leggi e raggru1>1>andoin breve tempo oltre 200000 lavoratori nollll sOII\ Alta Italia. La Sezione, 11cr rendere pili rt:izionale, erttcacn e meno impulsivo questo mo,•imento, ritiene necessario studiare e risoh•ere, per quanto sia. J)Ossibile, il J)roblema clclln. disoccupazione, cercando di regolare il movimento migra– torio ed emigratorio. li che coincido 1>erfcttamente collo finnlità. della Umanitaria. I.a disoccupazione ò una. delle piaghe più doloroSe della nostra cam11agna, e una minaccia continuil per l'ordine pubblico. ln certe regioni la. maggioranza dei contadini ò nella impossibilità. assoluta di trovar la,·oro per quattro, cinque, talora anche sei mesi all'anno; o questo pericolo cresce col rapidissimo crescere della popolazione. Una via dì uscita al presente ò l'emigrazione tem• poranea o permanente, o questa Yia scelgono appunto i h\\'oratori delle nostri) campagne. L'emigrazione, non essendo guidata da un concetto direttivo, serio, razionale, ma sem1>licc111entedall'opera I spesso delittuosa di speculatori, o dallo informazioni 1 frequentemente erra.te che 1>ossonoprivatamente attingere gli interessati, IJon di rado raggiunge lo scopo, anzi I talora aumentn la miseria ecl i pericoli. Basta la semplice cronaca dei giornali per attestare la verità di quanto scriviamo. L'anno scorso il Oo,·erno, il Parlamento e la pubUlic.-. beneficenza dovettero interessarsi per rar rimpatriare parecchie centinaia cli contadini italiani, tratti col mi· raggio cli lauti guadagni nel Messico, dove non trovarono che miseria e clisoccupaziono. Numerosi opernì italiani erano soliti emigmre da anui por quattro o cinque mesi in Germanio, in ltranci:1 1 od in Js,·izzera 1 por la\'Ori cli sterro, rerro,•ie, canali, ccc. Frequenti comunicati cli consoli ci fanno certi che quello nazioni, specialmente la Oermaoia, sono Jnecluse ormai ai nostri contadini per In. grnn crisi economica. che attraversano. . La manca:iza. di informazioni precise, di notizie esalto sul mercato del la\'oro di altre nazioni non permetto cli tro,,nre nuo,·i sUocchl per quegli emigranti, che supe– rano il numero ,li 100.000 e che dovranno fermarsi in Italia. con grave danno del mercato nazionale del lavoro. Questo per la e1nigratione estera: la emigrazione in– terna è ancora. 1>il1 irrazionale. J.: guidata sompJicemcnte da speculatori ohe giocano al ribnsso delle morcecli, fomentando la. concorrenza. L'nnno passato, mentre i contadini del Pie1m,ntc 1 fa– cendo una concorrenza disastrosa ai la,·oratori del For• rarese 1 erano causa indiretta ed incosciente dei fatti dolorosi di Ucrra, contadini ferrares\ lavoravano in Pie– monte. Ogni anno numerose schiere di contndini loml,ardi, di Abbiategrasso, .Magenta, Casalpusterlengo, ecc. ecc., emigrano in pro,•lncia. di No,·ara, mentre lavoratori disoccupati di quest'ultima vengono a far concorrenza in r~ombardia. Circa 30 mila. donne emiliano si spingono ogni anno ))Or la mondatura delle risaie in provincia <li Milano, <li

RkJQdWJsaXNoZXIy