Critica Sociale - Anno XII - n. 7 - 1 aprile 1902

106 CRITICA SOCIALE modo, lo s,•iluppo. :Manon ò detto ehc lo s,·iluppo in– dustriale debba arrestarsi ni confini di una amministra– ziono comunale. E contro l'annessione militano ragioni meritevoli dÌ profondo esame. Anzitutto, una ragiono finanziaria. li Nitti dimostra come gli abitanti dei Comuni limitrofl pagJ1ino una somma di imposte proporzionalmente ossai minore di quella cho si l)t\g$ in Napoli. .Ma l'annessione, e la estensione delle imposto più gravi a quegli abitanti, produrrebbero in essi il diritto 1 e nel Comune il dovere, di provveder loro le stesse condizioni di viabilità, illuminazione, ecc. 1 onde godono gli altri abitanti della città. li vantaggio finanziario sarebbe quindi, per Napoli, molto cliscutibilc. J,; anche dal punto di vista <leiJ)rinciJ>iidemMratici, In. pro1l0sla incontra obiezioni. Lo lm1>oste indiretto sono t>rogressi\'0 a rovescio, e per quasi nessuna delle altre te nostro leggi ammettono la progressione. Col prender dimora nel sobborgo, le classi pili povere riescono in parto a sottrarsi al gra,•e peso dello im))oste. A Milano, ad esem))iO, l'nllargnmento della cinta daziaria fu opera dei conservatori, ed ebbe contro di sò la resistenza ener• gica. dei partiti avanzati. }~a chi ben guardi, nello intero~so dello sviluppo in– dustriale stesso, una dello cui condizioni è il buon mer• cato della mano ,Po1>ern, ò utile il buon mercato dei viveri, perchò allora un sixlnrio J>iù basso ne equivnlo uno più elevato in condizioni di ,•ita più coitose. Ed anche una consider:\zionc di 01>1>ortunitàpolitica milita contro la proposta aunessioue. Jn .Napoli la massa elettorale mostrò di sa1>er liberarsi de' suoi antichi pa– rassiti, o formò un'ammiuistraziono inca))ace, certo, di ardite iniziath•e, ma che dà. garanzie di correttezza ammi– nistrativa. Nei Comuni alle porte di Napoli imperano, invece, ca• morre ben 1>ii1 tristi di quella che sfruttava il .Municipio di Napoli, e, pur tropJJO, in alcuni di essi ancora senza contrasto. Alcuni di questi Comuni vennero sciolti tosto dOJ>0quello di Na1>oli 1 o dalle inchieste risultarono gravi col1>e, e talvolta reati a carico degli amministrntori. Jn• dotto nuove elezioni gli affiliati allo camarille riebbero il trionfo. Riversare su Na1>oli tutta questa massa di elettori incoscienti sarebbe compromettere seriamente la moralizzazione delle sue amministrazioni. SviluJ>pandosl, invece, la vita. industriale dal centro alla periferia- la zona franca e il quartiere industriale sarebbero, secondo la proposta Saredo, entro i confini del Comune di Na– poli - molto probabilmente lo nuove inclustrie 1 che si impianterebbero nei Comuni limitrofi a Napoli, sarebbero ivi precedute dai lavoratori na1>oletani, che vi 1>rendc– rebboro dimora, e vi porterebbero una vita nuova, nuove forzo o nuovi ideali. ln fondo, il vero ostacolo a uno sviluppo industrialo oltre I confini comunali starebbe nelle barriere daziarie dei vari Comuni. Ma questo non ò un male 1>articolare a N11poli, ma solo un esemJ>io eloquente degli effetti dannosi delle nostro leggi tributarie. E se il male è ge• neralo 1 il rimedio non può essere che di indole generale, in una riforma.del nostro sistema tributario, che abolisca il dazio. So tanto obbiezioni può suscitare la proposta dell'an– nessione dei Comuni limitrofi, assolutamente inopportuna ci paro quella di un regimo sJ)ociale J)er Na1,oli.Questo dovrebbe a,•ere l'effetto - o non avrebbe sco1>0- di accrescere Pingereuza governativa negli affari del ~ muue. :Ma il Governo fu ed ò il complico dei peggiori sfrut– tatori della. vita pubblica na1>0letana. .E questo, per la B1b1ot C,dGino 81d sua aziono passata, è consacrato dalla inchiesta Saredo, dnlle lettere del senatore Seniso, dngli articoli del Nitti sulla questione napoletana ('). La tutela governativa si dimostra<1uindi assolutamente Impotente ad im1>cdire il male e 11011 sen'e che ad ng– gravarlo1 accrescendo s1>essororza cd autorità ai mal• fattori. L'ordinamento SJ>ccialo che ha il Comune di Parigi non ò ,•also certo a renderlo un Comune modello, mentre per i~ondra, che anch'essa non ò padrona dei suoi destini, l'ingerenza dello Stato ha spesso rese sterili le migliori iniziative ('). Per una via completamente dh'ersn. crediamo si debba render possibile il funzionamento corretto ed utile degli enti locali, sia col render più libero il Comune dalla opprimonto tutela dello Stato, sia con la spcciflcaziono dolio vario funzioni ora attribuito ai Comuni, ossia con il decentramento organico o istituzionale, che ebbe fra noi, fra i 1>iì1 autorevoli sostenitori, ìl 'l'uriello. Ma queste nostre osse1·vazioni non scemano il "alore dell'OJlera.del Nitti, nò sccmcrJnno la gratitudine dei suoi concittadini. Egli ha. scritto dJ. uomo di scienza, facendo a))pello a tutte lo ~uono volontà e a tutte le coscienze oneste. Le suo parole non potranno trovar eco in ogni parte. Molto delle sue proposte colpiscono intc• rcssl di persone e di gruppi, o tutto l'indirizzo nuoYo della vita italiana, che ò conseguenza evidente delle suo ricercho 1 sarebbe in contrasto asprissimo con l'azione di coloro che sono alla testa della J>oliUcaitaliana. Altro,·o le sue J>arote 1,otranuo tro,•nre eco. Poichè, accanto ai mutamenti nello cose, che rendono J>ossibile a\1 1 1talia di risorgere, uno piì1grande e piì1meraviglioso se ne compie nella coscienza del J>0polo. E sar:~ questo, per l'opera. dei J)artiti che lo rappresentano, ad imporre che quanto il giova.ne scienziato propone di utile alla J>rosperità d'Halia, v enga trasportato dal campo della indagine scientifica in quello dell'azione e della realtà.. J:. C. LO~OOJJ.·\.ltDI. (1) Nclln. Riforma SocU11e o nona 'l'1·ib1111a. Ongl1llfdtunentesoslonno la stcua tesi nella. C,·itlca Il ll08h'O Jt);llUlil SCftll'TOII: Vedi /,(f {Jllt• ,uo11e 111uWkmale e it {tàtr<ditmo o u, f11ie11t~n• tJJ. Xa»olJ. (nella IHlillOltc<I fH l't'OJl(IQ(mda). (') crr. swi;;i-:Y weua: 1·he iomJ011 1 1,·ouramme. Sw:m, Sonnenschcln lllld Co, Londra. GLISCIOPERI E L~ PRODUZIONE II. Le TradeUnions inglesi. - I metodi di lolla. Non ò la solita storia, assai ben nota, delle vi• cende storiche delle più forti organizzazioni operaio che conta il mondo pt'bletario, che io intendo rifare: ma è l'esame dei metodì, dirò così, tecnici, dei quali lo Unioni cli mestiere inglesi si valsero nella loro lotta. secolare per conquistare quella condizione pri• vilcgiata in fatto di salari, di orari e cli igiene, di . cui godono gli operai organizzati dell'Unione bri• tannica. 'l'auto più utile mi sembra questo esame in quanto dti un lato il mercato librario non consente, per hL sua povorth., la pubblica:dono di quello inesauribili miniere di fatti e di esperienza. che sono i volumi dei coniugi Webb, Storia <lelle '.l'nule Unions e JJe· mocrazia industriale, o dall'altro ò pur bene che di quclht esperienza si avvalgano ncl1 1 inizio della loro vita ossociativa i hworatori italiani per non incor– rere negli errori nei <1uali quelle organizzazioni cad• dero, o per evitare quei frazionamenti delle forze

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