Critica Sociale - Anno XI - n. 16 - 16 agosto 1901

CRITICA SOCIALE 251 rifiuta di de11ignare i suoi arbitri o se, costituiti questi, la sentenza non ò pronunciata entro un dato termine, solo allora potrà dichiararsi lo sciopero a maggioranza degli Intere atl, constatata da voto a scrutinio segreto. Per abbreviare la disoccupazione risultante dalla di– chiarazione di sciopero, Immediatamente e d'ufficio il Consiglio del lavoro evocherà la ,·ertenza. davanti la propria se1.ionocom1>etentoe la terminerà con una sen– tenza arbitrale. A quali stabilimenti proponiamo noi di applicare questa nuova procedura, che ci sembra offrire serie garanzie al J>lldroni o agli operai per la dHesa dei loro diritti o del loro Interessi? Noi non credemmo possibile, rompon<lo bruscamente col princl))ii del nostro diritto francese, di imporro per leggo una organizzazione del lavoro cosl nuovn o delicata n. tutti i padroni o a tutti gli 01,orni. Pensammo eho il metodo proposto dovesse riconnettersi al princlpii n.ttunli del contratto di lavoro. La legge non si n.ppllchorebbo che a quegli stabilimenti nei quali un conforme contratto rosso stabilito fra pa– droni o operai. La convenzione d'altronde si farebbe semplicemente, fupri da ogni periodo di sciopero, quando è comune nlle dbo 1>nrli li desiderio di garantire la reciproca pace. L'operaio, pre<Jentandoslper ,·enir assunto, riceverebbe un avviso a stl\mpa recante a sua notizia il contratto comune di arbitrato anteriormente concluso fra il pa– drone e I suol salariati. La sua entrata nello stabilimento costituirebbe, 1pirato un breve termine, l'adesione tacita a questo contratto e l'impegno di conformarsi ai di– sposti della J>rcsente legge. F: Il contratto colletth•o cosl concluso stabilirebbe legalmente fra gli operai e gli lm– piegl\tl dello stabilimento quella associazioue di IM•oro che rlsJ)Onde alla naturale comunione dei loro interessi e che glu.stiflca Il J>rogottoattuale. Proponendo cos\ agli Interessati una regola migliore, un porfozlonl\mento sicuro delle condizioni del contratto di lavoro, la leggo non poteva lasciare di occuparsi dei contratti fatti collo Stato; o se, come noi pensiamo, lo sue disposizioni sono tali da esser cinte ad esempio, il dovere dolio Stnto ò ovldentomonto di sottomettervisi. &eco1>erchòlo Stnt(l 1 nel contratti d'ap1>alto, nei ca– pitolati e nello concessioni, stipulerà l'obbligo di con– formarsi alla nuova legge. Quest'obbligo, che si imporrà Insieme a. quelli sanciti dal decreto 10 agosto 1899 per gli stessi cuntlerl ed officino e pel medesimo tempo, esigeri\ la frequente applicazione delle disposizioni della legge. Ed ecco altres\ perchò noi riconosciamo ai Diparti– menti e al Comuni Il diritto di inserire lo stesso obbligo nel loro capitolati e nelle loro concessioni. t chiaro che ogni stabilimento industriale o com– merciale, qual che sia Il numero dei suoi operai o im– piegati, pub legittimamente concludere col proprio per– sonale una con,·enzlono rispendente a quella del nostro articolo 1°. Questo tuthwla non fa obbligo formale, se non agli stabilimenti di oltre !>O operai, di dichiarare espressamente, all'atto dello stipulare il contratto di la,– voro1 se Il ricorso all'arbitrato è accettato o ricusato in prevenzione. Si capisce, Rommbisogno di insistervi, che ò nei grandi stablllmcntl della grande industria, che i conflitti di lavoro hn.uno lo eonseguonr.o più gravi; d'al– tronde, come vedremo, parecchie norme d'organizzazione previsto noi disegno di leggo non avrebbero, por i J>ic– coll stabilimenti, J>Cr In J>iccolalndu,'jtria, nè significato, nò utilità. (C< :mtin.ua ). LARIFORMA TRIBUTARIA e il ~![tnlstoro Zanardelli Ai l>enigni lettori della. Critittt 1 a quanti accolsero con qualche plauso le idee da me svolte nelrartfoolo sui J>rot-i-cdimt11/i fimmzictrii del marzo scorso, io debbo ora sinceramente confessare che i fatti mi hanno dato la. pilt eolcnno delle smentite. :Ui era parso di intuire, piÌt nello spirito che nelle parole di quei prov,•cdimenti, un indirizzo nuovo di politica. tributaria, il pasenggio dalla ingannatrice ed imbelle politira, cltgli ,,gravii, ad una razionale e schietta– mente democratica. J}()/ilica <li rifo,·me, tale da. meri– tare la. difesa. dcll'l•:etromu. Sinistra.. J::d ecco che quando con giovanile ardimento il Wolleml>org- dli. csprcs8ione clccis1t n quella. poli– ticn, o presenta un progetto orgflnico di rinnova– mento tributorio, i suoi colloghi di Gabinetto lo sconfossnno, ecco che buttano a mare insieme a lui il J)rogramma delle rirorme tributarie democratiche: e Y.anardelli, mnlforrno sulln vecchia navicella della liberU,astratta, va ricorcando ora un finanziere che rifaccia un tentativo dei piccoli sgravii, e, non il piccone, mn lo spillo ad arte s1>untato adoperi contro quell1edifìcio nemico della 1>rOsJ)Critàeconomica na• ;donale, che ò il noetro sistema tributario! Da quel che finora si ò 1>0tuto saperne, il piano 1>rogettato dal Wollernborg non aveva nulla dan·ero che 1>otesso spaventare dei rnii1istri rappresentanti di una classe borghese 1>erquanto democratica. .... al– l'italiana! Giolitti da anni 1>redica in favore cli una im1>0staglobale sul reddito e clellft progressività dellft imposta succe8soria, e Prinetti ra ,•ariazioni sullo stesso terna; Zanardclli annuncia. con voce grossa al paese la prossima abolizione del dazio consumo, e perfino Sonnino si lascia sfuggir la. 1>romessa.del– l'atterramento delle barriere interne: Laeava. e Afnn Do Hi,•ora fanno .... sulla carta. la sostituzione ciel dazio con Imposto sulla produzione del vino e sulla macel luzione dello carni: Sa.lAndra e Ca.vasola gri· da.no contro lo imposto di famiglia e sul valor h>· ca.tiv o, pili odioso nei piccoli Comuni, e nel :Mez~ zogiorno piì1 odilltc, ciel dazio consumo. E in coro Camera o Congressi e Comizi chiedono (.)a anni la separazione dei cespiti fra Stato e enti locali e l'au• tonomia finanziaria del Comuni. Ora, Wollemborg costruiva. per l'appunto un si• sterna cli riforme, colle quali, mentre si passavano ai Comuni lo imposto erariali sui terreni e sui fnl>– bricatl, e in J)Rrte anche quella di Uicchezza mobile, si abolivano interamente i dazi interni e le imposte di famiglia, sul valor locath•o e sugli esercizi e ri– vendite, o si compensava la perdita finanziaria. ~con imposte sulla rnaccllt1zione delle carni e sul consumo del vino, con la progressività detrimposta successoria, e con una piccola imposta globale e progressiva sul reddito. Se lo J>arole tanto volte dette avessero a\"uto fondamento di sincera convinzione, iJ Consiglio dei ministri.e i capoccia. dell'Opposizione (se non BoseJll, ahnenoLuzzatti, per lo sgravio concesso al consumo del vino nei grandi centri) avrebbero dovuto applaudire. }j non erano cervclloticho costruzioni di istitutj non sanzionati dttll'eepcrionza.; invece erano metodi o st~urncnti che con grande consolazione Maggio· rino l!'errnris f\\'Cbbo potuto dimostrare applicati in quei paesi rivolmdonnri che sono l'Austria.e la Ger• nrnnh~, J'Olnncla, il Belgio e l'Inghilterra. Dal punto di vista politico, era. l'ossequio reso al– fino a quel Ube,·alismo borghese che, fin dai bei tempi di Cnmillo Co,vour 1 vorrebbe eliminati i balzelJi che inceppano la circolazione della. ricchezza e trasferiti i carichi dal consumo o dalla. 1>roduzione al patri• wonio ed al reddito. Era infine una politica essen 4

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