Critica Sociale - Anno XI - n. 8 - 16 aprile 1901

CR!T[CA SOClALE I ID 001>0 qmrnto abbiamo scritto ncll'nrticolo cli fondo non ci pare di dover inclu~iarci a. rispondere punto per punto all'Articolo, per qun11to brillante, del– l'nmico '.l'reStelle. .l~gli sa cho ,'onnino ieri era. im– J>0SBil)i\cal Ooverno e sarà onnipotente domani, egli 8upponc in noi un tcl'rorc follo di fronte all'avrnnto di Sonnino al potere, egli spera nelle forze latenti del paese che si af1Crmercbhcro vittorioso di fronte alhi rca:donc di Sonnino, co:-ì che dal 1>c~gionascc– rehbc la ri~enerazionc ciel paese. 'L'utto questo è molto Arhitrario e noi abbiamo una fiducia. cli g-ran lunga maggioro nel discernimento f}Olitico dello m11sse hworntrici; le quali Jlensiamo non ci pcrdo– nerehbcro, o a raf.l'ionc,certi esperimenti i11 torpore riti, che per giunta. contn1cldirebbcro al programma di c,•oluzione graclualc, di lotta costante ma. cauta che ci siamo proposti. Del resto al nostro amico '/'re Stelle diamo un con• siglio fraterno. J::µ-li fa. buon mercato delle feiulenz,. liberali del Ministero; cg-li vorrebbe dei fatti, dei grandi fa.tti, che cl 1 altrondc - colla attuale composi– zione della Camera - dichiara cg-li stesso impos~i– hili. T.e~gn. 1111 po· i giorn:1li nv,·f'r~nri, :;:li inteq>reti J)ill autorizzati elci forcuiolismo italiano; si domandi come e perchè quelle innocue tr11cle11ze s mbrino ad essi così criminose; e perchè la" benevola.diffidenza., dcWJ•:stroma. verso il Ministero li faccia montar sulle furie. E ricordi il precetto ciel SR,!:'gio: nei casi dubbi ti serva cli norma il consi~lio del tuo nemico! LA CRITIC,\. Il movimento proletario nelMantovano 111. le co11dizionidella propriefti e de/l'agrico/lurn. Un punto cli ca.pitale imJ)Orlanza, e sul quale con"icn portare la nostra indagine, ~ono lo condizioni economiche dello due classi sociali ·scese orn in lotta. 11aciflca.Nel nostro mondo capitalistico, iuratti, b illl()OSSibilechiarire la legittimità e le sorti di un va'ìto movimento J>rolc– tnrio, senza illustrare le condizioni economiche cosl della classe lavoratrice come della classe proprietaria. Chi ne 1>rcscindesse rischierebbe cli incappare nelle facili obbie– zioni dì coloro che si industriano a dimostrare non potere la pro1>rictà sop1>0rtare nuovi rialzi di salario per quanto conformi ni concetti rigidi di una giustizia, astratta. E purtroppo di queste obbiezioni c'ò dO\'izia in tutte lo colonne dei giornali e delle Hh 1 isto conscnatrici ! Cominciamo dunque dalle condizioni della nostra. })l'O· J)rietù. fondiaria, per discendere poi, in un altro studio, al lo condizioni economiche delle nostro classi lavoratrici. Ed anche qui rifacciamoci un poco indietro. Noi decennio dal ISiO al isso, lo condizioni economiche dello nostro campagne erano, come in quasi tutto il resto <l'.ltalia, tristissime. Pasc1uale ViIlari, in un articolo della Rasstg11<i Settimwwle di Firenze, o che porta la dftta ,tel ISiS, ricltiamava l'R.ttonzione del paese e dei pubblici poteri sul problema agrario che si affacciava minaccioso coiue quelle nubi grigie cariche di tem1>csta. Nel ].huitovano il disagio snli,•ft o )',i diffonde,•a. in 11ro– J>Orzionisparcntose: centinaia di famiglie cmigrnl'ano nl nrasile, nitre centinaia crono predo di tutti i morbi tcr– ril>ili della miseria. Ln. pellagm procedeva nell:t sua strage, riempiendo di maniaci i nostri manicomi, per i <1unli la spesa salirn. da I,. 01.000 noi 1860, a L. 114.84•1 nel l8i7. Gli studiosi e i fllantroJ)i, allarmati dalla grn– Yità.del pericolo, tentarono di rendersi conto delle cause immediate del male. Senonchò, partiti alla. ricerca di un male ,•icino o circoscritto, si trO\'RrOllOdi fronte ad una crisi economica generalo o profonda. a A noi - scrh'C\'a in unti IJella monografia il dott. Achille Sacchi ( 1 ) - il terreno ò andato mano mano allargandosi. 'l'rovammo che sot.to la pellagra stn,•a una profouda. miseria e sotto la questiono medic:i una ,•:l.'ìta questiono sociale . .., Quale era questa q11eslio11e socialeP 1,ftquestione sociale di allora. a\'C\'a la :lua. radice nell:i 1>roronda trasrormazione a, 1 \'e1111ta nelle condizioni economiche dell'agro manto,•ano negli ultimi trent'anni. l,e ,·ecchie formo della economia 1>atrinrcale erano del tutto scomJ)arsC'. J.,'assort.,imento della. ))iccola prO))rieH~ rondinria. a,•owl camminnto con u11a ra)lidità. relafi\'R• mente grande, sotto il do))pio influsso tlolla gra,•czza dello nuove imposte e dei metodi nrrotrnti della pr0d11· zioue. Soltanto rra il 18H o il l8i0 si ernno potuto 0;011- t.nro 4i00 es1n·oprinzioni giudiziario. Sulle rovine dellr~ ))iccola. ))l'O))rieh'L ,..j era quindi nndata di;,tenden<lo la grande coltura centraliu:ntn. Da ciò un doppio ordine di co11-;eg\1enze: cln. una parte un nuo,·o contingento di indiridui preéi)litati dal purgn• torio della. pi<'cola propriot~ nell'inferno del proletariato; dall'altra una diminuzione nella richiesta. di braccia per effetto dell'estendersi della ~rande coltura. In uno studio, compar"'o in quel tempo, dell'ing. A. Ferretti ò spiegato chiaramente questo secondo fenomeno. u Nella grande coltura. - egli scrivo - si impiega. ordinariamente un contadino salariato ogni GO biolche di ferra (la biolc<t manto,•nna ò poco meno di un terzo di ett.aro); nella media uno ogni 30 biolche; nella piceolnoccorrc il lavoro e,·entuale d'un uomo almeno ogni 10 biolche di terra. Se la piccola, la media e la. grande coltura., in ragione di ilòuperflcie,sì dh·idessero in parti eguali la superficie colti\•nbile, si dovrebbe avere la media di un contadino salariato ogni 2.J biolche, mentre se ne ha uno ogni f)O{') ,. Di qui la. disoccu1mzione frequente J)er tutti quei conta– dini (e sono, come si ,•edc, 11iì1clella metà) che non possono contare so1na.una mercede fii-sae costante. Disoc– eupn1.ione, In. quale vo11iva.ina.ll ))rita dalla prern.lenzn. di culture SJ)Ociali,come lo risnio o le pratel'ic, che richie• dono molti contadini a periodi intc1·mitlcnti, senza as-:i– curaro loro alcuna continuità- di lavo1·0. Nè, in quel primo J)Oriodo di trn;,formazione agricola della campagna manto\'nna, si può asserire che In pro• dutlh•ità delh\ terra accennn'ìsO a progredire. La trasfor– mazione anonuta era l'effetto dello condizioni nuovo del mercato, dell'inevitabile movimento delle cose o della. a.vi <litì1 di guadagni immmediati, ma non era per nulla. il risultato <li J>rogressi tocnici e di sane e avveduto sppculnzioni. Al contrnrio. l<'ra i diversi sistemi di e.on• duziono dei fondi, 1>rc"a1eva quello dcll'1lflltto a IJrO\'O scadenza. Ora, ognun sa come un tale sistema sia. disastroso. Ln. collisione d 1 interessi fra 1)ro11rietnri o flttabili \'a n. danno della terra e <lei ln,•orntoro; cosl come la con– correnza - in quegli nnni veramente sfrenata. - frn. gli afllttuali, mentre elovn artiflcialrnento il prezzo delle terre, ne esaurisce le oncrgio J)l'Oduttrici. Un indice di questo esaurimento ))rogres:sh·o dei terreni ci è dnto dnll1~ scarsa produtti\•itÌI dclii, terra, efilcolata intorno al 18$0 a L. I{>0 ))er ettaro. Duo proùlemi, dunque, si affacciavano in (tuell'e11ocn alla mente degli studiosi: da un:l parto la miseria. vera- (') Rtlt1.:W11t ,1,1111CommtAsio11t p1·ori,11tlult ~111/uf)l!l/(lq1·a 11tl ,lla11• IOf'tlllO: relatore llOU. ,\Cllll,l.t; S,W(:ltl. (') 111g • .\ .... !kk&TTI: l,tr 1/lltilllont 1/('/ 0011/tulilll. - )hrnto,·a, lbiS. Till• ~1,n(l,)V i.

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