Critica Sociale - Anno XI - n. 4 - 16 febbraio 1901

CRIT !CA SOCIALE 51 LA SITUAZIONE POLITICA La soluzione della crisi rinnova attualittt, se così può dirsi, al discorso col quale, il 6 corrente, dichìa,. rarnmo alhi Camera. il 1>ensicro cielGruppo socialista su quella. che è convenuto cli chiamare, un po' IJ!lr· baramente, " la situazione 11• È perciò che - facendo, una volta tanto 1 uno strappo alle nostre consuetudini - lo riproduciamo qui dal testo stenografico, a t.itolo documentale e a maggiore illustrazione di quanto è detto nell'articolo di fondo. Brevissime parole e risolutive, quali consente l'ora, quali consiglia la im1>nrjenza.legittima vostra. Compe– netro nella risposta dell'interrogante la dichiarazione di voto mia. 8 dei miei amici. Non torno sul già. detto. Sulle \'iolenze del Governo, sulle sue resipiscenze, sui loro moventi e sul loro signi– ficato, sugli intendimenti nostri, già altri si espresse come io meglio non sa1>rei.Xon ricalcherò le virili orme che il pensiero di Leonida Bissolati incise nel granito del suo discorso. 'l'utte le di,,gnosi furono fatte oramai, tutti gli argo• menti sciorinati i e anche tutti i cavilli. E quando l'onorevole capo del Centro e 1n-econizzato futuro gran cancelliere scogitò l'ultimo cavillo, e non il pili alato, rinfacciando a noi la nostra sconfessata e t'in– negata origine borghese .... So111ti/l0. Non ho rinfacciato nulla. Ho detto che la. ,,ostra. era una J)rova di altruismo borghese. 1 1 urati . .... l'ironia delle cose, ecco, suscitaYa immedia– tame11te1come per incantamento, la ris1>ostache meglio d'ogni nitra poteva sfatare " il velen dell'argomento w LA VO(;t: DELLE Ot'l'JCIN}; :::\uscitòla voce dell'o1Ucina, schietta, materiatn clicose, che 1mrve (fenomeno nuovo e strano in questa Camera!) la ,·oce stessa della verità dh•euuta orazione di Parla– mento. (llaritù 1 rumori.) Una YoceJ>illsana e ))ili squil– lante della nostra - si, O)l-Sonni110 ! - ))iù sana della voce di noi che, disertori aperti e conre ... sati, portiamo qua dentro, come voi 1 le stigmate del malore civile che ci corrode le vene, la vindico neurastenia di una classe, che da troJ>J>O lungo tempo sfrutta neghittosa le sue vit– torie. Di quella voce però voi sentiste il metallo j ò più no– bile, piì1 !)uro 1 1>il1 forte (<ii è grande compia.cenza at– testarlo) del metallo della nostra voce; non ò pitt fiacco, non è pili ,•ile! E quella voce vi ha riechcgJiato il monito eloquente della storia: che sempre, con i secoli nuovi, alle classi nuO\'Caprirono la via i transfugi clelle classi su))eriori. Così l'abate Si6yòs sbuca di sagrestia, per diventare l'n– ralclo del terzo Stato i così - in ritardo ahimè! di un buon secolo ..... il barone Sydney-Sonnino può calare dal feudale castello toscano per dh•entiu·e il pit't autentico ra1>presentante dell'alta borghesia plutocratica italiana. Questi accenti di dolori e di speranze proletarie, espressi con voce proletaria 1 divcrr,rnno sempl'C più frequenti e vigorosi qua dentro; e sarà nostrn gioia e nostra gloria, (tun.nd' anco la 110:;t1·a. voce si affiochisca al paragono, ;\.\'Cl' fatto da battistrada, avc1·eadempiuto nell,i sto1·ia la mo– desta fuuzione dell'usciere di Corte o cli 'l'l'ibunale che si affaccia per clini: Signori, entra il lavoro! I FATTI DI 0E~OVA E L,\ LOTTA Dt CLASSE l fatti di Genova. '!'riturati, liquidati, esauriti. Nè sarebbe generoso indugiarci a $pulciare la dife~a del presidente del Consiglio 1 della quale tutti - e non ò senzR siiniflcato - riporhunmo mrn im1>ressione so!a: che quanto forte di abile ed amabile ironia fu nelPat– tacco agli ammonimenti di liberti\ che ,•enivangli da pulpit.i non a,ltorizzat.i; altrettanto (i11colpcvole a"vocnto di ))essima caltsa !) altrettanto appan'o debole o curiale in quella che fu propriamente hL sua difesa: in quello sforzo supremo di sfuggire al dilemma che 10 attana– gliava: " o errnsto prinlt\ 1 o erraste poi ,,. )la da quel la disperata difesa una gran do veri fa sprizza cd emerge, che 1>1·en1e a noi di rilevare; ben 1>iì1 illl}lOl'· tante della questione ministeriale, ben superiore al gioco dialettico con cui egli distingueva la vecchia Camera del lavoro dalla nuo,•a, e scusava il prefetto accusau– <lolo, e si appellava a un futuro giudizio di Tribunale che non venà. mai, on. Galimberti, e che snrobbe ridi– colo ormai che venisse. L'on. Saracco disse in sostanza.: - Lo scioglimento della Camera di lavoro di Oeuova era giusto,voteva es1J·er qiusto, poteva cioè es-:.cre aJ)pro\'ato e dal 'l'ribuirnle e dn..lla Camcrn, ed ancno o spe<'inlmente cd ent.usin-sticil• mente da voi, signori Danai ; ma non fu giusto, ma ~i dovette cancellare, Jlerchè ad esso rispose la reazione degli operai, un1l reazione formidabile; perchò si Yido che un formidabile incendio minacciava; tanto che gli industriali stessi, o non di Genova sola, no tremarono e ci trasmisero sulle ali del telegraro i segni ciel loro tremore. li torto del prefetto non è di :were aggredito, ma di non aver pre,,ccluto (la previdenza incombeva solo al prefetto e non al Governo, perchè Genova, ))are, i.! ... no\l'.Eritre:i !) dì non aver J>l'evoduto la reazione della. vittima. li 1H·eretto scelse male il momento e mancò, non cli giustizia 1 ma cli accortezza. Sl, si; il nro, il cinico vero, è l>en questo; e giova che sia messo in luce, giova che dello pnrole del presi– dente del Consiglio sia spremuto il significato. j:; ben questa h\ verità che si contiene nella sacrilega. formula della lotta di classe. La. intendano tutti i proletari, e tu, amico Chiesa, riJletila agli ope1·aigenovesi. Di' loro: siate forti ed uniti, perchè questa rorza cosciente P d"''6a U -vostro (fi1•itt&; essa sola. farà che ciò, che ieri re1>uta• vasi giusto, )}roclamisi iniquo domani j essa sola. f1ll'Ìlil vostro diritto riconosciuto dai giudici, dal Governo, d.i c 1 uesto stesso Parlamento, che sembra. svegliarsi traso– gnato innanzi allo spettacolo di questa forza nuova. al servizio di un interesse che pure riassumo gli intere:,si della ci\'ilt;\ i da, questo Parlamento che ancorn non la. sospettR\'a 1 e a cui scmlJra. un l'ivoluzionario ron. Giolitti che ci ripete, dopo un i-iecolo: le verifa elemo11tari della Economia liberale e ci ricanta in tono minore il pen– .siero di Stmut )liii, cui l'op1n·imero in qualunque modo il diritto sacrosanto <lelh~l'esistenza operaia, rivela,•a il pe1·,,icace istinto :<;uJ)erstite dell'antico propriehtrio di schiavi. LA QliF.S1'10Nt: )lfSIS1'i,;IUAU:. mma.ne la questione ministel'iale: piccola, imiignif1. cn.11teper noi, unica importante pe1· voi. La quale apparirebbe ben semplice se CillScunorispon– desse all'appello di sincerità del presidente del Consiglio: se non si portassero qui le mozioni bifide, i discorsi 11 dO!)pio fondo, e quelle invocazioni al culto sconfinato della libertù, che l)Oi si rL-;olvono in questo: nel 11011 dissimulato consiglio di strozzarla in culln, JH'i11rn. che abbia. ratto le ossa e i muscoli. Però, anche così, ò abl>aRtanza chiara.; e a chiaril'la contribul il Gabinetto. Que~to -~linis:teroclefinii gi.\ altm volta "1lini6tero ,li

RkJQdWJsaXNoZXIy