Critica Sociale - Anno XI - n. 4 - 16 febbraio 1901

62 CRITICA SOCIALE gli , tati Balcanici. Nes1nmo Stato tralasciò lo studio dell'universirh redescll, la q1111le ò un tipo medio fra. quella. inglese e quella francese e unifica ricorca e istruzione scientifica. Ed ora anche la. Francia, !'In• ghilterra e l'America tendono ad accosbuvisi. La Francia ha cominciato a. ricondurre alPunità. univer– sitaria le quattro Facoltà. distrntte dall'imperialismo napoleonico; l'Inghilterra cerca di riunire nell'uni– versità Popera dh~isn. nei vari collegi j e parecchie tra. le piit rigogliose università americane si adope– rano per tradurre in atto l'unificazione tedesca. del lavQro e dell 1 istruziono scientifica. Aggiungete che in questo quarto di secolo la Ger– mania fece grande es1>ortazionc di professori univer– sitari negli altri Stati europei e, pill ancora, nello A moriche, noi Giappone, nell'Australia e perfino nella China, e insieme coi professori cs1>ortò le pro1>rio consuetudini accademiche; o vedrete che J.-1, storia dolPunivcrsit.à. tedesca. dopo la Riforma. è, in buona parte, la storia deJl'università. mondiale odierna. Le prime università. germaniche n1>erte un paio di secoli dopo quelle c1·nalia, :Francia: Spagna, Inghil– term (Prnga 1348, Vienna 1363, lfeiclelbt.Jr~ 133G. Colonia. 1389, Eriurt 1392, Wiirzlmrg 1392, L11>~ia 1409, Rostock 1419, Greifswald 1456, Friburgo 1457, Basilea. 1460, Ingolstadt 1472, 'freviri 1473, 1Cagonza. e Tubinga 1477, ,vittembergn 1502 e E'rancoforte 1506) furono fondate a. servizio della Chiesa e con beni della. Chiesa ed ebbero un carattere recisamente clericale. Nessuna meraviglia che, anche dopo la Riforma, la lotta por la libertà. accademica. sia stata lunga o nspra e che le università, non escluso le protestanti, opponessero viva resistenza a trasformarsi da sedi delJa tradizione in sodi della libera. ricerca scientifica o della critica. razionale. Gli statuti di Rinteln del 1621 alla. Facoltà medica. comandavano di insegnure le teorie cl'[ppocrato e dolio altre autorità; alla Facoltà filosofica l'.tristote– lismo, solo concedendo che questo _fosse, con molta cautela, confrontato col metodo di Hamus e coi pre– cetti di Melantone o Agricola. Negli statuti cli 1fal'l)l1rgo del 1653 ai professori cli teologia si prescrivevano non solo i principii dclln credenza, nHL eziandio la guisa dell'interpretazione; e ai professori di filosofia s 1 impo11eva.(li far esulare il Cartesianismo dai corsi pul,blici e privati, 1>erchè cof dubbio metodico si educava la gioventù alla miscredenza e al dispregio di Aristotele e degli altri illustri filosofi tradizionali. A Jena fu proibito nel lG!JG di sostituire il sistema di Cnrtesio o di altri moderni a quello cli Aristotele; solo cum consensu.to tius (aculfatis 11hilosoplticm fu concesso di chiama.re l'11tten1.ioneelci giovani su sin– goli 1'rrori cli Aris tott":2. Per h1lc ~11ii:!u la çorporfl• idono unh·ersilarhl rnnaneva giudice inappellabile • della vera dottrina. E ancora nel 1732 e 1733 l'uni– versità di Jena, d'accordo col Go,•cr110, si op1>oneva recisamente all'ingresso della, filosofia di ,volff. Hinteln, Marburgo, Jena crttno università. prote– stanti. La paura ansiosa degli ortodossi protestanti di scivolare nell'eresia era forse maggiore che tra. i cattolici, poichè a quelli conveniwl navigare fra due scogli; a destra i1 Cattolicismo, a sinistra il Calvi– nismo. La vita universitaria era allora rinserrata tra Je pastoie del ccnfessionalismo con tale rigore che noi moderni non possiamo adcquntamente com– prendere. J1 nuovo spirito di libertà scientificu, come g-ii\ 11nmnnesimo, si formò e si svolse fuori dei recinti accademici o riuscì a. invadere questi e a fissarvi stabile dimora solo dopo Iun,:ra.battaglia, vinta dnlla horghesia coll'aiuto di principi illuminati e liberali. 'fali PBlettorc Carlo Luigi, che offrì al filosofo Spi– noza. una. cattedra all'università di Heidelberg, e il 10 B O rande Elettore, che nell'Aprile IGGi ideò di asse– ft'n«re al libero pensiero una. citi...~del .Brandeburgo, do,•e potessero rifugiarsi e- conYivere in libera ope– rosit~ scit•ntifica cristiani e non cristiani, compressi a CR8iL loro clall'autoriti\ chiesustica e ch•ile. La prima università che u.prì le porte alla tibertas pllilosoplumdi, fu quella <li l:Ialle 1 l'ondata nel 16!)4. La nuova università, forse spinta dal bisogno di procurarsi in sul nascere insegnanti provetti e rino• mati, senza. romperla del tutto colla tradizione, fece lieta acco~lienz:l al giurista e filosofo Thomasius 1 che combatteva, con successo J>ari all'ardore, Aristo– tele e i suoi moderni difensori e poJ>0larizza,•a il diritto naturale, deducendolo dal senso -comune e sostituendo al latino la lin gua volgare; o al teolog-o fondatore del Pietismo o pedngogis.ta Fraucke, che rese Hallo celebrata per lo sue fondazioni pedago– giche, tuttoclì fiorenti: amhcclue espulsi dall'Univer– sità di Lipsia dalla misera intransigenza dei colleghi ortodossi. E pure all 1 Univer~iti\ di Halle il Wolfl', filosofo e matematico, dal 1707 al 1723 con grande cmcacia professò una filoaofia potentemente sugg-e– -c;tivt1, fom!.!ta sul 1>rincipiùdella in~egra liberlas rhilo– soplumdi, ch'ei dimostrava. 1>or nulla pericoloso nè alla religione, nè alla morale, nè allo Stato. i\fa i suoi colleghi, p11uros1unente solleciti del boue publ>lico o del priYato, o invidiosi del suo successo, uccusarono la filosofia ciel ·\\folffdi condurre all 1 ateismo e al fatalismo e rappresentarono al re di Prussiit come qualmente col predeterminismo filosofico elci ,volff il soldato disertore non fos1:1e realmente respon– sabile della fuga e perciò non punibile; e il Principe, devotissimo al pastore ewrngclico o ansiosamente sol– lecito della fedeJtà del suo esercito, 1'8 noYembre 1723 intimò al "'olff, sotto pena della cordu, di uscire dai suoi tati entro quarantotto ore per aver insegnato, negli scritti e nelle lezioni pubbliche, dottrine con• trnrie alla parola divina. li 'Yolff, sracciato da Ualle, fu accolto festosamente all'Università di Marburgo. Pii', tardi lo stesso re di Prussia, che Io aveva con ignominia bandito, volle richiamarlo) nel 1 i36, a Halle, con condizioni van• laggiosissime; ma i.I filosofo vi l'eco ritorno - e fu ritorno trionfante - solo noi L i40, quando salì sul trono di Prussia Federico H il Grande. Alla corte del geniale monarca la libertà cli pensiero diventò qnasi una moda e i pii, nudaci scrittori, senza distin– zione cli nazionalità, ,•i· ebbero festosa e onorata. ospitalità. ~fa alla fine del 1600 e sul prinei1,io dt!l li00 un movimento intellettuale nuovo si diffuse per tutta la Germania. Le lettere cla.ssichc nelle scuole Yennero via. \ 1 ia sostituendosi alla teologia, come elemento formativo della gioventù; iJ neo-umanesimo, abban• donuti• ltt morta erudizion"' f' la. retnira imitazio1r•. hwcst.l lo spirito clell\rnticlmù. classica; la. letterntma cou Lcssing, Klopstock, Wieland, Schiller, Goethe e altri ingegni cli primo ordine, e la critica filosofica con 'l'homa,gius, Francke, Wolff, Kant, Herder, Fichte, a poco 11, poco esclusero In Scolastica dulie universiti1. J.,e scoperte della scienza congiurarono contro i vecchi statuti delle università e sos1>insero verso l'idea liberale professori o go\·ernanti. E le mura di Gerico caddero. A rendere pii, estesa e stabile la vittoria conferirono immensamente i filosofi Kant e E'ichte. La teoria che l'autore della Criticttclella,rcigio,i 1mm professava intorno la libertà cli propaganda è chi111'amonte cs1>ressa in uu patiso) contenente una verità a8sni semplice, m11, non ancora penetrata, do1>0 un secolo, negli spiriti, nelle abitudini inteilettuali, nelle leggi del nostro paese. SeriYe adunque il grande Kant: r.a Iibcrtìl di sottor>orre tutte le proJ)rie idee al gi11• dh':io del Jmbblico, ~enza e:t'iOrecreduto per questo un

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