Critica Sociale - Anno XI - n. 1 - 1 gennaio 1901

CRJTICA SOCIALE letariato, succhiato a.Ltempo stesso da ,tue vampiri: lo SJ>ese militari e il protezionismo flscttle . .\reno male se almeno i sacrifici del pac;:;c ci avcsr-ero assicurato una clife:m corritipondente. Pur troppo anche questo non a.v\'enne i e !a b,mcarotta. elci nostri ordina– menti militari non è pili un mistero per nessuno che abbia qualche competenza nella. materia. Gli impianti costosi e sproporzionati, i sistemi ammini– strativi complicati e <ler-repiti, e - com·ien JHll'C con– fes::;arlo - il para~sitismo dilagante nei \'ari gradi dclii\. l.lt1rocrazia. militare, tuttociò impeclì lo s,•iluppo e l'as– :;ctto vigol'Oso (lei servizi milita,·i, i qua.li rima.soro m.– chitici e st.remenziti. L'esercito i11 iSJ)eciemrrnC'Òsempre, dal 1875 in <1ua 1 ,li nu.tterinle d'nrmnmento suffl.cie11tee pel'rezionato. Pa1·a.llclamcnte n questo diretto del mate– riale, venne meno nel pen.onale militare quel sentimento della propri/\. fo1·1.R e della J)ropria utilità, che è pure un elemeuto essenziale del vRlore di un esercito. La lunga e sempre dolorosa. attesa di miglioramenti stancò, e stanca sempre J)it'i, le fedi pi1'1gagliarde. i\fatel'ialmente come moralmente, l'Italia militare si l'idusse a uu i-:em– plice scenario decorati \'O. L'c5pe1·icnzn. ha climostrnto che il concetto che servì di Uase all'ordina.merito delrcsercito dise~nato ncll'R2 e ne\1'87, riposava su una grande illusione. ]I $:bìternaclclle grosse spese militari esaurì la 11azione economicamente, e militarmente la. lasciò debole e ~guernita.. Non può es– sere dubbio oramai. che un ordinamento pili modesto, ma piì1 omogeneo e 1>iì:1 solido, 1woporzionat.o ai nostri mezzi e conciliabile col rigoglio economico ciel paese, sarebbe i::tato, sotto ogni ai..petto, <li gran lunga pre– feribile. Ì-: necessario perciò che, sem:'altri indugi, l:i veri fa sia detta. intera, seuza. rist)etti urnil.ni di nessona guisa. )folte tradizioni e pregiudizi J>il1o meno gloi·iosi devono essere virilmente scrollati. Uno fra questi ò che la. cavalleria debba avere ancor oggi una. parte preponderante sul campo di battaglia, come mezzo di sicurezza e di esplo– razione, quasichè il tiro rapido e lunghissimo dei fucili e dei cannoni, la polvere senza fumo, le ferrovie, il te– legrafo, i palloni, le biciclette non avessero rivoluzionato l'nrte della guerra. e reso inutile l'irn1)iego della carnl– leria1 almeno su terreni come il nostro. Ogni tecnico mo– derno ed onesto de\'e riconoscere la. necessità. della ri– duzione e della. .trasformazione dei nostri ordinamenti militari, onde as:,icunir loro una base J)it't solida, una rclati,·a. larghezza. di mezzi economici e il consenso morale delle popolazioni. l'erocchò non ha ancora per– duto vnlore - anzi ne aC(]l1ista ogni giorno - l;t sen– tenza. di l!'eclerico ] I: potersi colle baionette \'ineere una battaglia, ma essere le condizioni economiche quello che \\ecidouo i risultati d'una guerra. La riforma dunc1 ue ò neccssn.ria; tliffcrirla ò 1>el'icoloso. Se Pe\emento militare non aHà. e.i..:;o il coraggio di JlrOvvedeni, a.Jtri, elfi. altro cnmpo, clovrì: porvi mano - senza e!lSO o contro di esso. SYJ,Y,\ V1\'I.\XI. In fine a,l fascicolo: Condizioni d'ab-– bonamento, abbonamenti cumulativi, premi semigratuiti, biblioteca di pro-– paganda, ecc. Gominciamlo dal JJrossimo numero i lettori trove– namo nella OnrrtCA una succosa Rivista- delle :Riviste e una nutrita 1·nbricci a,· Bibliografie. a RIFORME TRIBDT.~ RIEESOCIALI mpnisentn.ndo per mezzo nostro nlla. dL~cussione un disegno di legge che gi:\ fece in altri tempi pnrln.1· molto di sè, modificato oggi a seconda dello nuo,·e esigenze, il nostro amico de1wtato JJictro Albertoni rammenta. fin dni primi periodi che quella sua. iniziativa trovò allora in,noi piuttosto dei censoJ"i che degli amici. !-: YCrissimo. Nè in <]uel n0st1·0 attcgg-iamento trovinmo oggi alcuua ('Osa da 1·inncg-a1·e. Or fl111uo.<ict.teanni, <li:-– ~e11to11doper.-:ino eia :llcuni 11◊stri amici caris;;imi e com– pagni cli fede come il PrnmJ)olini, noi ci pronunciammo, non iZiÌL contro il Jll'O~etto AlUertoni in F<èstesso - il quale avrebbe :inzi risco.~so tutto il nostro llJJpoggio s,, allom a,'essimo seduto n!hl Camcrn - m1L confro l'op - portunità. che il partito socialista. facesse di riuel pro– getto la sua 1>iattaform:1, in unione ecl nccordo coi pro– ponenti e con tutta la democrazia, l~e ragioni che p1·iuciJ)almentc ci induce,,ano n ciò (e chi vuole 1>uòancora esumarle eia.Haraccolta della Cri– tica) non erano tanto ragioni di 1u-incipio, quanto 1·agioni cli tattica. Basti ricordare come l'organismo, che doveva ))Oi diyentare il partito socialista italiano coi suoi cnrnt– teri presenti, e1·a uscito allora allora, nudo e mingher- :i;1i°,g~·e11~~~~ ~:~~~1~e~ 1 t~~:c~~!f 1 ~~~'.!;s~i ,~t JJ;7i~~n ~e;:~~ 0 J forme comincia,·ano appena a dclinenrsi nel distncco illl· cora. sanguinnnte dal corporativismo operaio dit un lato, dall'anarchismo dall':\ltro; e nessuna prt>occu1mzione era pili assorbente di quella di c,,itare ogni sorhL di ritorni e di coufusioni. Allora il Ferri, militante supergil1 nello stesso indirizzo politico dell'A lbertoni, non avevn. ancora fntto il suo pronunciamento socin!ist.:L, anzi combatteva, dalla. cattedra e negli scritti, il partito socinliilta itnliano, nel quale raYVisava una goffa imita.zione del tedesco, e alla fonnola della lotta rii ·r,lasse a\'l'el>be sostituito \'O· lonticri l',iltra meno netta e meno irritante della difesa di classe. Si era insomma tuttorn immersi in un crepu– scolo, dal quale pochissimi intravvedevano la luce do\ domani. Se il neonato org,1nismo del 1mrt.ito socialista di classe avesse allora fornicato con quella. certa demo– crnzia sociale o ~ socialistoide" (come ili 11ilava chia– marla) che ad esso oc<'hieggiava., e della quale l'A.lber– toni c1·,1 1 come è ancora, uno dei piì1 dotti ed illustri rappresentanti, esso avrel>Ue issofatto cessato di S\'ilup– ))arsi o cli Cl'escere: sflrebbe stato assorbito Uen presto, e la ste;;:safutura unione dei partiti pOJlOhni non sueb• besi mai avverata ... per mnncnnza <li elementi /ormati e distinti che potessero ns~ocial'si e l'infon-:arsi a ,·icenda. Oggi 1 non l'animo nostro, mi~ le condizioni di fatto sono nwtate come da. notte a mattino. li partito socia– lista. italiano ha fatto le osn., fu temprato da. moltissime prove, e, pili che di tcndenzn. a confonder.~i, può ap1rnn– tarsi anzi forse di so,·erchhi. rigidità, frutto di un sem– plicismo misoneiF<ta che è del resto la conferma naturale cd inevitabile della llHlS.~imaUen conosciuta.: ogni pro– gresso compiuto di\•enta. un Oilta.colo a progres~ì ulte– riori. D'altro canto, la. forza 1iarlamental'C da esso ac– quistata gli impone di pesal'C nelJa <li1·ezionedella cosn. pubblicil, con J)rogrammi e progetti concreti. La iniziativa dell'eminente fisiologo e deputato rRdicale può dunque venire oggi esaminata dai .<,ocinlisti senza nlc't1111~ cli quelle preoccupazioni di t.:1.ttica.che aVC\'ano l'a.gione di essere la prima Yolta che ossa fu gettata. nell'arringo della. discussione. f.A ÙlllTIC'A, I. Gli avvenimenti sono fissai farnrevoli Hlla.risurre– zione del progetto di Jcggc da mc presentato alla Camera jJ 30 maggio 189:i irl unione nd Agnini, Bad~,Joni, nasetti, Bercnini, Bo\'io, Oelli, ne J'elice, .A. Gaetani, H. Luzzatto, Mafl'ei, .\larcorn, .\lorcflnti, i\ferlani, N. Nasi, PrnmJ)olini, Rnmpoldi, 8. Sani, Socci, Vcndemini 1 Zfll.leo( 1). Quest"unionc prelu<liani forse a quella dei partiti popolari, che gli avveni– menti resero necessaria . .Il pr·ogetto fu argomento ( 1) lfiformt li-111//lal'/.e e 80CWli, 1nescnlatc Il 00 m11gglo 1893, aw• 111cs@e alla lcUura Il 2 giugno.

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