Critica Sociale - Anno X - n. 24 - 16 dicembre 1900

378 CRITICA SOCIALE impresa collettiva parrebbe dunque escludere - conc]ude il Labriola. - og1ù profitto all'ente im– prenditore. La cosa mi riesce, nondimeno, molto oscura: esa– miniamola. piiL davvicino. A mio avviso, il Labriola è in errore allorchè scrive che nel regime socialista lo scambio avverrìt al prezzo di costo. Essendo annullata, in quel beato futuro, l'influenza turbatrice della concorrenza dei capitali, il prezzo. di produzione capitalistico ritorna al suo punt,o di partenza, alla sua base natura.le , determinata dal valore di scambio, misurato dal.la quantità. di lavoro socialmente necessario. Infatti, avvenga lo scambio fra gruppi egualitari o la rimunerazione del lavoro sia t'tl.tta in alt.ra ma– nlera, in sostanza il lavoratore dovr1\ ricevere - fatta astrazione dalla parte lasciata a!Ja società - rintiero prodotto del suo lavoro. Ora., se in regime sociali/sta il profitto, ne1la sua forma borghese, dovrà. scomparire radicalmente, uon è cosl del plusvalore creato dal lavoratore, essendo esso generato non da una transitoria forma storica qualsiasi, ma da un fatto reale, tlalla produttività, cioè, del lavoro oltre il Jimit.e necessario al sosten– tamento ed alla riproduzione della classe operaia.. · Nella società futura da noi vagheggiata, non scom– pal'irà di certo il sopralavoro o il plusvalore; scom– parirà soltanto l'appropriazione indebita dello stesso fatta dalla classe borghese parassitaria, dovendo allora la distribuzione dei prodotti, e perciò 1m.redel plus– valore, essere fatta a coloro· che concorsero a pro– durli. Nel regime socialista, quindi, uno scambio a prezzo di costo sarebbe o un nonsenso o materialmente im,– possibile. Sarebbe un nonsenso; poichè, ove si volesse eli– minare il plusvalore, non si comprenderebbe piì:1 Pagitazione socialista per l'affrancamento dei fa.vo – ratori dalla servìti1 economica l>orghese; in ,,erità) il plusvalore continuerebbe ad esulare dalla tasca dei veri produttori. Sarebbe poi materialmente impossibile; poichè, se il regime socialista, oltre continuare l'attività ])ro– dutt.iva presente, la renderà pHt rapida e proficua., sotto il pungolo cli bisogni molto pili larghi e pro– fondi cli una grande massa della popolazione, Ja produzione ciel plusvalore aumenterà indefinitamente. Ora, se il plusvalore sussisterà ed anzi aumenterà., lo scambio non potrà avveni.re a prezzi di costo: avverrà. invece secondo il lavoro impiegato, e ad ogni lavoratore toccherà non solo il ricupero della forza:Javoro consumata, ma il prodotto int.iero - prodotto necessario e sovraprodotto - dovuto al suo lavoro. . .. Sgombrato il terreno dalla prima oùbiezione, ve– niamo aJJa distinzione fra imprese-servizi ed imprese industriali municipali. La distinzione trae l'origine sua pi\1 daJPappa– renza che dalla realtà. Infatti, l'impresa-servizio non dà un profitto tangibile a tutti, solo perchè, essendo fatta gratuitamente, l'Amministrazione comuna.le co– nosce soltanto il passivo delJ'impresa, senza toccarne l'attivo med.iaute un introito rimuneratore fornito da una contribuzione diretta del J)ubblico. In rea.Jtà., i1 profitto deU'impresa esiste ugualmente. Se il servizio fosse stato fatto da una impresa privata, questa na– turalmente avrebbe voluto godere di un guadagno; quindi l'Amministrazione comunale risparmia la somma che altrimenti avrebbe dovuto pagare, sott.o forma. cli profitto, a1J'imprenclitore o capitalista privato. Ma allora ne consegue che iJ ricco, essenclo un B1b1otecn lJlnu o a co pi.i, procligo consumatore del servizio gratuito, ne sentirà un beneficio maggiore, mentre il povero lo avrà. pagato proporzionn,hnente di piì'1. La minore spesa, sopportata dal Comune, cade quindi a favore pii1 della classe borghese che della. classe operaia: pcrt'ettamente l'opposto di ciò che asserisce il La– briola. La cosa cambia aspetto per le imprese comunali con profitto adeguato. Il consumatore, allora, paga in ragione del beneficio ricevuto: acl esempio, nel caso di una impresa. tramviaria municipa.Ie, pagherà. in ragione delle corse realmente godute. 11 ricco, quindi, pagherà in proporzione diretta del heneficie e non in proporzione minore, come ayviene sempro nelle imprese comunali gra.tuite od a prezzo cli costo. Di più, il profitto che si ritrae dall'impresa può servire ad una f.inanza cli classe molto piì1 ftwore– vole pei nostri intenti, bastando che l'Amministra– zione sia. nelle mani del proletariato, per poterlo devolvere a beneficio della, classe lavoratrice, me– diante la refezione scolastica ai poveri, la distribu– zione gratuita. dei medicinali od alt.ro consimile. Quindi, se fosse vero cho l'impresa municipale con profitto riveste ind.irettamente l'aspetto di una im– posta indiretta - ciò che non mi pare, trattandosi ciel profit.to na.turalc di una impresa industriale spe– cifica - essa uon ricade sulle spalle ciel.la classe operaia, ma.,al contrario, sulle spalle della borghesia. Le imprese comunali con profitto, maneggiate de– stramente cla un intelligente Consiglio socia.lista, offrono perciò il mezzo di elevare sem9re pHL il t2- nore cli vita della chlsse operain. La tesi cl.i ~~funicipali.s - in conclusione - all'op– posto di ciò che afferma. il Labriolf1,. 1 è precisamente quella che piil favorisce gli interessi della classe lavoratrice. Se il profitto, creato dalle imprese mu– nicipali, potesse volgersi totalmente alla classe ope– l'aia, sarebbe questo molto analogo ad un trasferi– mento della proprjetà dei mezzi di produzione nelle mani degli operai, colla relativa parziale espropria– zione cleUa borghesia. J)al punto di vista socia.listico, quindi) noi dob– biamo tendere a formare una ben nudrita vroprietà pubblica vroduttiva, la quale, amministrata dalla. collettività municipale, formi 1a base della futura proprietà. collettiva, che ò nelle aspettazioni dei so– cialisti. U,ua.industria, sia esercìta dal Comune o dal pri– vato capitalista,._non può cambiare lo scopo precipuo suo, quello, cioe, di dare il maggiore guadagno pos– sil>ile, la maggiore quantità di plusvalore; che, nel nostro caso, ricaclrebbe 1 sotto forma di pioggia be– nefica, sui lavoratori tutti della comunità. Il profitto non viene eliminato che nella sua forma e attribu– zione borghese; rimarrà sempre nella sua realtà <H sovraproclotto, di plusvalore sempre crescente, di– stribuito alla sola classe Javora.trice. In altre parole, gli operai producono un plusva• lore, sia che lavorino per un'impresa privata, sia che lavorino per u11 1 impresa comunale. Soltanto, nell'im– presa. comunale ed in pieno regime capitalista, l'o- \ pera.io, che direttamente lo produce, non ne risente egli solo il beneficio -- per quanto l'Amministrazione comunale debba. trattarlo con criteri piì1 la.rghi ed equi - essendo d.istribuito alla classe lavoratrice clella.comunità. Nel regime socialista., jnvccc, il plus– valore, creato dai lavoratori, ritornerà ad essi soltanto, trovandosi allora la società organizzata iu modo da. poter corrispondere a tutti i suoi membri l 'aclegua.to prodotto del loro lavoro. LUIOI NEGRO. Stante l'i11yombro delt'Imlice e cle{JUannunci cli fin d/am10,1·imamliamo at prossimo numero l'intera 1·ubrica: Filosofia, lettel'<itun, e vm·ie'tcì-. · ·

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