Critica Sociale - Anno X - n. 4 - 16 febbraio 1900

B 52 CRI'l'ICA SOCIALE: prO\'OCarc in g-uerra i suoi ri\'ali, se non <pumdo rutti i suoi commerci siano così 1,rossi111ialla rovina da coni;igliarlo n. qualunque piì.1 dis))crato proposito. ,.; n 1110 pnrc proprio che questo momento sia l)cn lon– tano per tutte le grandi nazioni ll'l•:uropa. Di piì1, ht guerra è maggiormente prohalJilo <1uando i rapporti di Hmicizia e di inimicizia sono molto stabili. Ma ogg·i c'è inrnco una instalJilità eccessint nei raf)porti in– ternaziorrnli. In due o tre anni abhiamo assistito ad un conllitto anglo-americano, nmericano-tcdcsco,anglo– f'ranccse1 russo-anglo, anglo-tcdcsco 1 ccc. eco.; onde, per quanta buona. \'Olont:\ si voglia. mettere nello scorncre fra <1ueste nazioni quelle eh possono stare ag~ruppato durevolmente, io crocio che non si possa "enire a capo di nulla. Perchè la \'Crit.à ù questa: che o~ni unzione ha intet'essi suoi 1n·o1u·i in nntag-o– nis1110con tutte le altre, e le mnicizie e le inimicizie 11011 1•osso110 durare oltrn il rnggiun~ime1tto di un piccolo interesse immediato. Ora, ò appunto questo Cirnt.tere individualista. della politica internaziomtle elio allo11t:111a il pelicolo <li un:L g-uerri:l. t.:n 1,iì1 hu·:ro ordine di fatti ha poi sug-g~ritu ad Hlcuni unn pre\·isione che interessa specialmente il mondo ing-lesc. La previsione si riferisce alla condi– zione <lelle classi operaie ll'lnghilterra in seguito alla. g-ii\ iniziata. decadenza. tlel mcrc:,to inglese. È noto che queste classi hanno gotluto fin <1ui una. Sl)ecie di privilegio di fronte alle classi 01•ernie del continente. J.'imlu8fria britannica, patlronn incontrastata di t utti i merc~ti di R11ropa, ha. potuto facilmente esser·e i.re– ueroim o tollernnte colle sue cla~si la\·oratl'ici, che, potentemente orga11.izzttte, hanno sa1mto sfruttare n mcraxis;lia la. concii:douc favorevole che si ù loro prc– s2ntatn. Da ciò quel carattere conservatore che hanno an1to fin <Juile 1'rmles-Unio11s 1 nelle ((Uali il socialismo ri,•oluziouario ha fatto così poca. breccia. Secondo costoro, fldt11H1ue, la crisi economica, che si inizia. ora. in Inghilterra, anà. un contraccol1>0 notevole nelle condizioni dell'operaio inglese: le sue classi capitali– stiche, non piìt arrendevoli e remissive come una. volta, cercheranno nella depressione dei Sillari un c,f)mpcnso alln, concorrenza \'ittorio:,a delle altre na• ;,;ioni. Donde le condizioni pel' 1111 pnrtito socialista rivoluzionario in fnghilterra, con caratteri identici a quelli di Germania, di J<'ra11ci~1, d'[talia. La previsione ha certo <111<1lche cosa di \'ero, ma non deve essere considerata come un fatto di imme– diabt attuazione. Come ho detto J1il1 su, l'imperialismo stn forse J)Cr trasformare il mondo inglese in un va• stissimo rmpero chiuso. Chi 1mò prevedere quindi qunlc sarà l'effetto di una. simile aggregazione di paesi e di flOpoli? E non potr:\ J"indusfria inglese, in codesto sterminato mercato interno, tro\'are un HUO\'O t;hmciu e liii IIUO\'O prolun~illllC!lto i~lla. SlHL vita? "Notiiva recentemente il Bcrn8tein che la osten– sione dello ime colonie 11011 è 1111 indic9 sicuro por <':tlcolnrc l'espansione industriale di un p:1csc 1 perchè il merc11to internazionale non è suscettibile soltanto c.\lnn aumento estensivo, ma anche d'un aumento in– trn~ivo. Ora chi può dire di quale numento intensi\'O può t.•~!,erc c:apac~ il mercnto iu~lcs:3, <1uando una barriera doganale lo prescr\'i dalla concorrcnu dl'lla produzione estera? Quest'ultima osserntzione, che lascio in forma. in– tcrrogati\'a, io credo dovrebhe c:ssere studiata pro– fondamentc1 perchè racchiudo in sè un l)roblema. im– portontissimo per i destini del proletariato. :llnrx cd 'Engels, osservando lo S\'iluppo della. produzione capitalistica intorno alht metà. di questo secolo, ave– vano previste delle crisi con ciclo decennale, crisi ('ho dovevano produrre una specie di stasi in tutto il commercio internazionale. ln\'ece, in <1uesto ultimo qu:1rw di secolo, queste cata!3trofi ccouomiehc non si 1',QIIO per nulla an·erA.te, il mercnto mondiale, allflr– ::nto... i im1won·i!<sUl11('1lt{.> (.'()11 IP ('OlltJlli!'ltCcoloni.ili, ha no i1111,edito il formarsi di una sona.J)roduzione ingom• brnnte. Vino a. <1uando<1uesto mercato pii', vasto im– pedirà le crisi pletoriche? e come e in quale propor– zione l'aumento in iutem1it.'1,del mcrcilto commerciak \'Cl'rÌ'I. u compensare la sua limitazione estensi\'a~ Sono (p1esti problemi importontissimi i1 cui studio non è nncora. stato fatto, e ai quflli è impossibile dare orn anche una \'aga. risposta. Lo stesso Engels, in 1111:l noht n\ terzo \'Olumc del C<1,JJitale, si rnostra,•a dubbioso intorno alla imminenza di una crisi gene– rale, e nmmetteYa che forse questa. crisi pote,·a anche ripru·tirsi in epoche dill'ereufi. nei diversi paesi. Ossia egli stesso F=i mostrava J)OCOsicuro di <1uella finale cahtstrofe, che, secondo lo Jll'C\'isioni del Jftmifesto co1111mista, dovrebbe inabissi1re di colpo la socict;\ capitalistic:.l. Ad ogni modo, in questa. guerra commerciale, di cui abbiamo fin ora pnrJnto, un fatto ò degno di nota, cd è precisamente il successivo entrare di po– poli uuovi nel grande campo della produzione indu– sfriale. La decadenza del predominio inglese o il sorg-ero della attività produttrice della Germania, dogli ,·tati Uniti, della .Hussia 1 del Giappone non si– gnificano già, come credono ~li idealisti della politica internazionale, un trionfo della. reazione sulla demo– crazia, ma anzi l'ingresso di nuO\'C razze nell'immenso lahoratol'io della. J)roduzionc moderna. I•: il socialismo, che dc\'e servirsi <lolla. produzione sociale moderna, per riJ)artil'la non J)iÌt con criteri di classe, ma col pili equo criterio della individuale u,tth•ità. di lavoro 1 non può che essere lieto di questo nuovo sla.ncio e di questa nuora diffusione deUa pro– duziono capitalistica. lnfutti,piì, essa aHà accumulato le ricchezze che danno col benessere materiale la possibilitlt di una maggiore elevazione intellettuaJe, o piì, l'umanità futura, entrnndone in possesso, sarit \'icina ad una felicità superiore. lVA:SOE 8O:SO:\II, LAGUERRA ANGLO-BOERA e la politica del partito socialista I.o. guerra fra. J 11glc"ie noct'i provocò nel seno del J)3rtito socialista itnliano, come in que llo tedesc o, una 1>olcmicacortese, nudrita di argomenti 'scicntifl.co- econo- 111iti, sulla J)Ortata lici conttitto di front e all':wveni re del proletariato euro1>eOnell'ipotesi di un grave scacco del• l'lughiltcrra. L,a questiono apparo daHero così ardua e com1>le<.sa, così ricca di ritte:-isi molteplici, che non ò mcrn\'i~lia. se ttnora nc~suno trovò hi chia\'O del 11ro– blema. Si conscnt..'L anche a mo cli recarvi il mio con– tributo. L'Inghilterra. - dicono i suoi fo,utori - ò in Luro11a il maggior 1,ropulsore del capitalismo moderno, fOJ'iero doll~~nuova societ(I, lvi ò la pili salda llllel'tà politica. Cada l'Cl,(ClllOlliil- coloniale inglese, e la MNltt!J<t lllOSCO\'ita rial– zeri\ la tc:sta 1 proietta udo l:i sua ìnftuemrn rcaziouarhL su tutta lii politica internazionale, e quindi su tutta la poli– tica flnamdaria che a quella si collega. Ora 1 tra la Russia unita ad altre nazioni ra)lprc,:;entanti un'industria a1r ~f11~as~~!;il~~g~:~: ~~; !~s :r~~r~at~&~:fr:!, OO\'Crno parlamentare; e l'Inghilterra, che rap1>rcsenta lti socictìt più civile, J>il1 c,•olut.'L sotto tutti i rap1>orti economici e politici j JHIÒ essere dubbhL la scelta? Se i 11011t'ri voti non rossero per gli inglesi, tradiremmo la caus:i del proletariato e \'Cnemmo meno agli insegna.– menti suggestivi che erom})ono dalla nostra concezione stol'ica. .Adagio! - risJ>ondono i bocroflli; - il problema non è cosl i-emplicc. L'Jnghilterrn, è vero, ò la 11atria del ca– pitali•;ino piì~ aYanzato, economicamente quasi maturn all'aHcnto del socialismo; ma l'Inghilterra ha Jorgito 1\IIC m11ssc un i::uffragio molto ristretto; e il socialismo, i?razic alla condizione J)ri\'ilcgiafa della clas...:::e operaia illl.!h,'--C', vi fece hCJl 1)0'.'0(':lllllllillO,Re 1111 i:rravc :-Cf\C('O

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