Critica Sociale - Anno X - n. 4 - 16 febbraio 1900

CRITICA SOCIALE 59 llutmto ni bollenti amici che - in numero, è hcn vero, sempre più scarso o senz'ombra di malizia, oh! tutt'altro! - si prestano al gioco a.,,vcrsario o f)ar• lano anch'essi di esplosioni, di scissioni, di necessal'ie nsi:?fenze dello classi lavorotrici contro di noi, che le vorremmo trnscinarealconrubinato J)Olitico, ccc., ecc., - noi invidiamo ad essi la. bclht g-iovinozza. che li fa ))nrl11rc.ORI canto nostro (e non ò un merito, dav– vero) da trOJ)f>O tempo Yiviamo nello file del partito, e assistemmo a troppe sue evoluzioni - naturali e provvide, del resto - per non RSJ}ettarne serena– mente clelJc aJtre, clisJ)0~fi (come Sflesso ci avviene) a dover poi ingegnarci di frenare l'eccessirn ardore e1.:olutito degli stessi nostri censori della vigilia. Il moto ò legge di vita nnche pcl nostro partito, e la discussione ne è il ctinlìnc; solbrnto sia discussione, non saut'Ufizio (I). Or noi - e con questo riterremo esaurito tutto ciò che in questa polemico. potò avere a.spetto di fat.to persounle -· protestiamo ancora., e per Ja millesimn rel.lbe, 1e 1111renon renderl'l)l)e 1wr 1enwre lmJ)088lbllc, 1'11n·c11to<kl i10Chtll1mo. i: flU{'\lo che ,·edr('lllO ft ilUOtem1>0; (llllUldO cioè lo StflfO democratico 11 ..arù l11ò!IAurn10; 1»er or", gra:tlc agli uomini (\el Ct11tro (la Camera ltalhi.nft è cmli·o 1111 po• d111»ertullo), ce 11011llamo ,t{'ml)re 111/1 nllonlan,111do; e 110I &lnmo obbllgl\11 a dlrendere le con– (!Ulllle del ISHI e lo Statulo dC'I lllfttr1Umhno Carlo ,\ll.1(•rto. 01.. cutl'rC' !I{' e <111111110 lii dcmoern1.1n r,n·orl~rn, o IIIC'no, I Hnl tN>11omki tiri s«lnlli11110, è >!CC el!IS!lill:.ll:.ll1t11 11/iIM en1rnC'ICù di rl11oh·erc, con UW/.1.I l.lOrl(hC'81 - CIOÒrls1,eha11t10 l'Url(fln\:tzir1.1onc CC011(.11111Cil 1th111le <! rnffor1.Rndo 111JJlccoln pro11r!cth I "rllruJI 1rntn~onlsml di cln&110 che ili rl/1$8\11110110 1Cllll fJlltil{l-0/lt ftOC♦(tlt, (:I COIHIUrrobl>o o,•ldento– mento tro1,1>0 lungo tlnll'argomcmto 111·ut11le onde el stiamo OCCHI• p1111<IO. ~: lnollro IIIHl di <iuelle <111ei1tlo111 che mutimo, per C08l cllre, 111fll!J)('Uoo (Il conteuulo mentre 111Shrnno dl&cutendo e mentre lit 110,1111 c11111111lna; come m111a Il co11101111to dC'llll SIC!Sfl 1>1uola 1ltmo– tra:k1 clic, di J)Ur1u11enteJ>OIIIIC'fl, col l)fe\'111\Credelle ClRIIAI 111,·ora– lrlCI diventa aocklle e 1>01 11ociMUtf1 e pel'<le Il nath·o car11llere J)ICCOIO-b-OrjCIIC!e. :s-011111110 tll l)ltHli{:'11'10 C'he IR HicUt(I d♦ lfoma (111\– rabllo col11cldC'11:r.a !) ragiona esftllan1e11te come gli Rnarchlcl, o meglio <'Ome I IJCgglorl (legll 111111.rehlcl: • (111anto JlC!fglo, talltO megllo! ,.. Noi lloYremmo dal peggio AIIKlllMO Il nostro crlonro. Abb!1rn10tro1mn flduclR nel lrlonro deflnlth•o délhl IIOStra Cll,Uj(I per 1eg11lrlA 811 tm terrC'no cosl so,·versh•o. •: 1ln1110al tcm11,ostesso tro1mo poco 11ett1trl 11orn1•er tllmcollR 11 dlehlarnrc Ch1' 1 (1111111tlo unn democrnzln 1.IOrghese - llér ui, mlrncolo cui 1ion C'rCdlflmo- rl~oh·e111e d,w,·ero, 11en1.11 1 soclf1ll8mo, In 11uestlono sochtM, CPSSeremmo di cuore soe11111s11 e ti r1bflltCnC'rcmmo demoornilcl. l'eceato che nel miracoli 11011 abbiamo più tede! l,ll llioislt1 ,u llonm conrondc, ad og11I modo, I termini del problema posto da 1101. &ssa 1eambla I n111tt0No111/d e rlmou del soe1a11111110 col fini poUUd ott,wU del nostro ))arlllo, cioè col bisogno 111 libertà, di C'lementt1re glusU:i:111,di YIIR eh·lle ln.,.011111111: or 10n 11ues10(la libertà i!o,•r11t1dto) le cose eho noi do11urndl1uno 11111111 dc111oer1u:I•, t101e1111 di e11Sere, Ila.Ila rorza dello eo&e, 1ro1)J)o s11C1so costretti fl 11rent1erno Il 1>0&to.X"on è certo Allftdcmocra:tlft borgt1eso che 11oma11- 1tcremo u11 aiuto diretto a1111cos11rnz1011e<!elio Siato socialista; 11 11u11loueclrù cluUe 1mro forze l)rolelt1rlc, 11re1ldlate t111Uallbertia. Nè 1•a,·cr huncntato che 11erorn tro1mo s1,euo cl tocchi di limitarci alla funziono dOlllO('rntlcn, slgnlllCll mm rl1111UChl (lllfllillnill alla llOiltra r1111:i:tono nstouomla di 11ar11to; Il lamento stesso 10 11ro,·a. 1111cgre rlma11go110 non 11010lo nostre ns1)lrn1.l011I11er l'A,·,·e11lro; mft nello lltCHO la,·oro prc11aratorlo di rlrormo 1>01\llcho, Il 1,11rt1to10Cla.\1st11 couserYft e 11ro1111gnatutil I suol criteri speeJRll (i!11CClalme11teIn materlR di l)IOOOIAproprlctiì, di AHelto lrlbutarlo, di 1en-lzl l)llb• bllcl, ~-), eho Yerremo 11111slrR11do 11uR11do- o 1arà fra breYo - lorneremo, 111<1ue11te stesse 0010111101 allo 1t11tllo del proort1111111aml• nlmo tlel nostro J)tl.rilto. Tutco (jUCBiO1,cr Il 11re1e11tc; 111 (IUAIO11ollanlo SI riferisce lii 1}011• llcn o i!Opratutto In tatttc11; e Il quAIO 1111c11C In 1111\laglOYa credere non lh4 J)(lr durare In eterno, se1i11ure Uno 1H ,lto,lltci.tor.O (lo 1:1orlt- 1oro t1e1111 /Uvl.&ta) 11011 cl dtmosirl ehe 1•111111a è 11cqucstrata dal moto dellA. 810rh4 u11h·er1a1c. Qu1mlo nl oouflltil nvYcnlrc o agli Rtlcgg1nmo11tl elle suggorlrA.nuo, non 1iretc11(llnmo 11,otecaro l,l eo11dotl1l 1IC'Inostri 11c1>0tl. (') "DUc11/k1mo1 ~· Con 11ueslo rnglone,•olo JJro1>01ltocllludo,·n la denunela del nostri Utcrt#ml l'Oltlmo glor1u11e i10Cl11ll1tatlellll cui t«rblllOl(I {'l0<1ue11za- SCOIIIJ)Ag'llftlll, Ò ,·ero, dftl più J)ICCOIO esame di uno 11010del nosirl argomenti - rlrcrlnuno (JURHÙ lu corsh·o qualche 1,locolo 1a(fglo. lla poi, ed è couo 1,1ùd'un mese, si dlmcn• ueò, eh.e a noi consti, di eom111claro a dlfllucere. a G, 10 B1an1 o volta 1 contro le qualifiche di lrau~igenza e di inlrm1- sigm.w1 di a/finismo e di ,wn olfìnismo 1 con cui si siu1.tum la c1ucstionc e si dimostra unicamente il concetto puerile che altri ricz;co a. farsi di essa. Quelle J)fll'Olonoi ignoriamo profondomcnte che cosa. sig-ni– fichino. Tutto ciò che CC'rohiamo è di veder ohìaro, il piì1 chh1ro possibile, nella situuzione estremamente 11g-g-roviµ-li11t:1 dei partiti nel nostro ptleise; 11011 tli– ci.11110 che il veder chiaro sia f'11cile, nò ci pretendiamo infallibili. Pretendiamo eho l• i,olo dttll'awr ,·isto chiaro - non dalle formolo hcllc o forte, e 111111-,•1:u·i disr11.tto- che il partito potri', desumere norma di condotta. e giustificare apertamente, per motiYi nobi– lissimi e confessati, quegli adattamenti inc,•itabili che da molti nostri compagni JJrcreriscono farsi senza n.,•erne l'aria, con molto maggior danno e pericolo. Con tutto questo la transigenza e l 1 intrnusigenza 1 l·af'fi11is1110 e l'ontiaffinismo hanno così poco da fare come Pilato noi Creclo. . .. Col 'l'raret non c'è pericolo che In d.iscussione possn essei-o o:dosa. F:gli adunu, nel suo scritto non hreYC 1 tutto ciò che di piì, scrio J)UÒ addursi contro la tesi da noi proJH1gnata. J)i piit ci 1,iace prenderne atto - ci fi.1 tali concessioni, che semplificano asz;ui lo. contesa. e che sarebbero J)tll'!ieeresie a prcssochè turti i nostri passati Gon('ilii crumenici: che I(• allt~n11zo l:iOII O n ecCSlmrie per noi r pC'I paese; - cht.• la esistenza. t.li un'unica 11h1:-s::;a. rc11zionnrht ò uu mito; clic le nl l canzc coi partiti, che chiamiamo aflini per s emplice brcvitìt di discorso, non hanno uno :sco1> 0fug11.ce, ma clchl.10110 durnro tino ;1ll'avvento di un ,· e ro Stato democrotico; che infine (ed è il punto 1>ii1 scilbroso per molti) le al1canzc 1 si1lvo il diritto cli selezione sugli uomini, ch'egli reclama in o~ni caso, non debbono fcrnrnrsi ni soli parriti IJOJJO– lari per antonomasia ('). Veniamo dunque ai 1nmti di vero dissenso. E, at.1 nndar per le s1>iccic,non ci indugeremo o.quei pnssi che ci darebbero buon giuoco per mHt brill<mlepote• mica, ma con poco vantaggio della sostanza della disputa. Che il 'l 'ravet, in una nota, J)ilrifichi la, 'ini– str:1.costituzionale a u11 1 11ccolt11. di malviventi dcg·ni cli µ -alenl, ò ìnrn ro 1111 tantino iperbolico; che egli faccin tlire al Giolitti, nel discorso di Busca, che i provvedimenti 1>olitici erano necessari, non è da st.o– rico esatto. Ma a noi di ciò ))oco 1>reme. La. que– stione che noi facciamo, vogliam dirlo subito, rnrca un po' al di lù, non diremo degli uomini - ciò di– vcrrehbe tr0JJl)0 astratto - 111a di <1uesto o c1ucl singolo uomo e anche un 1)() 1 al di là. dei partiti quali son oggi alla Camem. JJuò essere che Giolitti e 1/.anardelli ripieghino una volta. di pii1 la loro bnn– diera; che la Sinistra. costituzionale deluda una volta. di pi1'1le troppo tenaci od ingenue nostre spenrnze; vuol dire che :lanardcllì o Giolitti sa,·,rnno per noi seppelliti; che più urgente si farà sentire quella no– cessità cli e1)Urazione e di rinforzo dclfa Sinistra, cui noi, e non noi soltanto, abbiamo accennato. 'J'utto ciò non risolve la. questione. Se l'esis teuza di u n pnr– tito cli opposizione costituzio1rnlo ò reclama.to ch1llo presenti condizioni del paese, se gli clementi ne osi· stono diffusi neJJ'aria, esso non 1>0tr:\non sorgere e dctcr111i1rnrsi, uomini nuovi ,•ormnno a surrogare i vecchi e sciupati, o se un p11rtito siffatto ci ò ne- (I) Questo ver11111011te Ìl uu punto Intorno IIcui, llUIIIOsin li 1,cnslcro (IOI1108lrl ultra-lntr1mslgentl) UOIIcl rlCi!OO di rnCClil)CZ:ttlrC.In tcorlfl, guai Il ehi j)llrU di (IIICllllZO))OHlbl\l con uomini (I\ Slnlstrtl costltu– ldOlll\lo; ooneul:.llnato, m1sr11uo, ftll-Omtna:tlOUOI l'OI, nella COIOIIIU~ ftl))H"(!880,08Anna SCll:tft nne alle • Ylltorle poJ)Olarl,. di llllano o lii J>n(lova, 01to1111toa brnooetto di elemc11t1 - come 1•011.Alonlo, 1~r (!i!em1)IO - della più bc.U'a011ua :tlll\8rdellla1111. lll&le.rl lm&)Cri!Crutablll (Uartwaun 1 1oceorrlcl) della 1or1ca 1tan11re11to dcU'lntransJgenia !

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