Critica Sociale - Anno VIII - n. 18 - 1 novembre 1899

81 CRITICA SOCIALE 279 biasimo all'estrema difesa ostruzionista che si trova nel discorso dell'on. Giolitti. Mentre questi si limita a volere genericamente la ricostituzione di una vera Sini~tra, epurata e concorde, il Sacchi propugna e giustifica l'alleanza dei partiti popolari, come una ne– cessità, limitata e transitoria, ma imperiosa, della situa– zione presente. Per questo, e per avere attribuito alla maggioranza della Camera quelle colpe che altri ascrive a un Mini• stero o alle immanenti necessità. d'un regimo, il di– scorso di Bologna si trovò essere il bersaglio ai fuochi incrociati dei bigotti del monarchismo e dei repubbli– cani. Mo. noi confessiamo che non ci pare metodo con– cludente di critica questo, che prescinde d&l punto di vista proprio ad un uomo politico e ad un partito e vorrebbe prestargliene un altro. Il Sacchi parto dal convincimento che non il principato sia. oggi l'osto.colo essenziale, diretto, immediato alla libertà del paese; intanto vuol lavorare per la libertà; chi lo accusa perciò di lavorare contro il principato \'iene a dire che le due cose sono incompatibili (quel che sosten– gono i repubblicani) e che egli, fra le due, opterebbe per il principato contro la libertà, ossia. contro il paese. Per noi, che non proressiamo la (acile teoria. del < tutti lo stesso >, vorremmo che le tendenze, rappre– sentate nei discorsi che abbiamo esaminati, riescissero a solidificarsi e a espanderRi nel paese e nel Parla– mento. Un Governo di Sinistra. epurata, presieduto da Giolitti, rinforzato da. elementi fidati dell'Estrema radi– cale, ci parrebbe - nelle angustie presenti - grande– mente vantaggioso per il paese e per noi, dovesse pur allontanare cata.stro0, e costarci qualche successo elet– torale o rallentare la. foga dei nostri progressi appa– renti. Si dirà che. pecchiamo di esuberanza di fede: forsA invece è scarsezza di fede in altri esperiJOentì che ci fa, oggi, augurare questo meno peggio. E, poichè l'auguriamo, non crediamo che giovino ad affrettarne l'avvento l'eccesso delle riservo e la propaganda. della sfiducia. FH,IPPO TURATI DIFESA OCIALE E DIFESA DICLASSE nena giustizia penale CIJ Un'obbiezione contro il concetto della diresa so– ciale, come ragione della fuozione penale, sta nel· l'asserire che l'urficio delle leggi penali non è stato finora quello di difendere la società; vale a dire tutti i ceti che la compongono: ma segnatamente gli interessi di coloro, in favore dei quali è costi– tuito il potere politico, cioè della minoranza. • (') (I) Il nostro carissimo amico e condisceJlOlo prof. Enrico Ferri, mentre l'editore Bocca di Torino sta allestendo la quarta edizione aumentata e rifusa (il volume toccherà le mille pagine) della sua Sociologia crlml11.ale, ce ne manda come saggio queeto capitolo ln~dllo, Il cui tema. mentre è ·oggetto di \•h•e discussioni fra I sociologi, si rannoda per tanti fili alle materie di cui si occupo\ la nostra Rivista. J<; noi lo pubblichiamo beu ,·olontitri, sebhene dissentiamo dall'autore su parecchi punti (ad esem1>iosull'op– portunità di conglobare nel concetto di cltmlnaU/à fatti e movi– menti che concorrono, non solo nell'intenziorH,, nm anche negli eff'etli, al miglio1·e sviluppo della società; sulla assoluta tnuti:ilà sociale della violenza ecc., ecc) e Mbbene cl accostl:1mo asu.i più alle idee In questo argomento prOJ)Ugnate, per ese1r11,io,da Acl,ille Loria. (lfota dtlla CRITICA). (') VACCARO. Gtntsl e {uniloltt dtllt ltq{ll VtilaU, Rom:i, t889, pag. tOI. Questa Idea (che fu acce1!nata dal Lon1Anelle IJosl economiche Ult: J ù 01arco In una nota della 3.a edizione della mia Sociologia c1·tminale (pag. 11!), io combattei clisfuggita questa obbiezione nel suo assolutismo unilaterale, rilevando del resto che la parte di. vero in essa contenuta non distruggeva le mie conclusioni sulla evoluzione naturale della reazione difensiva contro il delitto, poichè l'essenziale di queste conclusioni era ed e eh~ la reazione difensiva (e vendicativa) contro gli ath che offendono le condizioni di esistenza, passa per u11 processo naturale dall'individuo offeso a11a c~llettività, cui appartiene prima nel rappresentante d1 essa, poi negli organi del suo asietto giuridico o di Stato. Non solo: ma fino dalla 2: edizione (1884)ho sem– pre eletto che< diresa sociale• equivale a difesa del– )'ordine giuridico concreto, nel quale adunque è 111negabile,che acl ogni epoca storica, come dice. esagerando, il Vaccaro, « la giustizia, la rao-ione, il diritto esistono per comodo dei dominatori• /ì,ag. 54) o meglio a vantaggio delle classi dominanti: pur essendo innegabile che l'evoluzioue civile si ha ap– punto nel senso di cancellare via via od attenuare nel diritto sociale le più acute disuguaglianze fra. classi dominantl e classi soggette. Così prima si lottò e si vinse per togliere la disuguaglianza civile (padroni e schiavi), poi la disuguaglianza religiosa (ortodossi ed eretici), poi la disuguaglianza politica (col trionfo del terzo stato o borghesia contro l'a· ristocrazia ed il cle1•0)ed ora si lotta. per togliere la disuguaglianza economica (proletariato a bo1·– ghesia). come ho spiegato più ampiamonte al - trova. (') Sicché, in definitiva, il Vacca1·0 con quella ob• biezione nulla ha concluso contro la soluzione data dalla scuola pOsitiva al pr•oblemadella responsabilità e della giustizia penala. . .. Ma se questa obbiezione non vale ad infirmare il contenuto sostanziale della nostra teoria sulla difesa e preservazione sociale, come unica ragione positiva della giustizia penale, essa vale però a precisarne meglio i limiti e le tendenze, quando, come io feci recentemente, si integri il concetto della difesa soctale con quello della difesa di classe. Dopo la prima e più accentuata insistenza .della scuola positiva nell'affermare e rilevare il fattore antropologico nella genesi naturale del delitto - al che ha contribuito più specialmente l'innovazione geniale del Lombroso - era naturale che l'atten– zione sistematica dei positivisti ~li rivolges~e poi anche alle influenze sociali sulla criminalità ed ai loro rapporti colla giustizia penale - ciò che del t'esto, per mio conto, io feci sempre, sino da pt'in– cipio, colla classificazione appunto dei fattori antro– pologici, fisici e sociali della criminalità e quindi colla classificazione bio-sociologica dei delinquenti. dtlla costltu:lone poUttca, Torino, tS86, pag. 16 e JlOis,·olta nelle Baus tco11om1ques dt la co11sflt11Uon ioclale, Parili, 1893,pa.g. tl4 o segg.), inrormata evidenlemenle alla dottrina marxista della lotta di classe e del determinismo economico, era. già s1at<l(come nota.,·a il VANNI, Il 11,·o!iltma dtlla filo.so/fa del ctfrl.tto, Verona, IS90, pag. 5\ e 80) svolta o accennata da altri. nel campo del d1- rltto ln genere ed anche del diritto pem1le In !specie.« Nella for• ma:.ione del diritto in gener;.-, la parte ;l.\'uta dagli intcreesi delle claui sociali domlnauli fu dallo S1ei11 e dall'Jliering elevata fino a prlncir,lo generale e dal Oumplowic:. meua a puntello del suo pnsimie1:io sociologico• (STJl!IN, Dù Gesellschaftsltlir,, p:1g. 5&.73 e Gtgenu.:a,·t umt Z:.tkWl{t dei- Rethts-1md Staat,wl,Utll#Cllate, Il, 4 e lii; J111m1so, Dtr Zwtch lm Rtcht. cap. 8, § !; GuurLOWIC:r., Gnmdl'lls {k,· SoclolOglt, Wicu, 1885, pag. 169 e se~. e nella tra– duzione fra11cese: P>·icts de soclotoqu, P11ris,1696,pag. 309 e 1egg., Il quale dice che e il \'oro Jlril1ci1lio,l'anima stessa di ogni diritto è il m:111tenime11to dell'rneguagli:inza •). (1> Socialismo t sc1t11.:a poslt/ça, 'i.~ edizione, Palermo, tOOO (itt prepara:lone).

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