Critica Sociale - Anno VIII - n. 18 - 1 novembre 1899

2i6 CRIT JCA SOCIALE seconda. è che, entrato il socialismo, come principio, nella sfera delle considorazioni o dello riflessioni della l!lcienza ortodossa, esso non può più rinserrarsi nel catechismo e nella dottrinetta del partito, ma deve subire le vicende della critica. e della ricerca. D'altra parte è poi naturale che, sino a. quando un esperimento colletth 1 istico non sia ratto (Jules Guesdo è d'avviso che questo esperimento possll farsi entro le quaran– tott'ore dall'arrivo dei socialisti al potere) o salvo tutto le conseguenze, buone o cntti ve o disastrose, che potrà avere, ci ssrà unn. massa di uomini che domanderanno l'attuazione integ,·ale ed immedi«la, cioè non successiva, del programma. Nello articolo al quale io bo accennato, lo Jauròs riconosce spontaneamente che questa differenza c'è. La più gran parte dei socialisti indipendenti lo sono al• meno sotto questo aspetto, che essi intendono riser– barsi libertà. d"azlone nella scelta del momenti e del modo di praticare ed ordinare gli istituti socialistici. Non è, in fondo, sd0gno della disciplina o ripugnanza. dai programmi, ma è un modo diverso di concepire runa e gli altri i non è pretesto di accomodamenti personali, ma modo di concepire le ftnalità del movi– mento e i mezzi della loro attuazione. E, in sostanza, questi svariati atteggiamenti del socialismo francese, lungi dal nuocergli, ne sono la forza, soddisfacendo tutti i temperamenti e servendosi di tutte le inclina– zioni. lo non s o so il Con gresso generale dei socialisti fran– cesi oserà conressa.re a sè stesso tutto queste cose, che ogni socia lista rrantle se sente egregiamente e si ripete o. sazietà; ma so che, quale che sia. per essere il ri– sultato urftciale del Congresso, la ragione delle cose ripiglierà. ,resto o tardi il sopravvento. Poichè, se un ravvicinamento ò naturale ed avverrà spontaneo fra il Partito Socialista Rivoluzionario (blanquisti), il Par• tit-0Operaio (guesdisti) ed il Partito Operaio Socialista Rivolmioncuio (o.llemanisti),nella cui orbita i tempe– ramenti rivoluzionari ea:drannotutti, e metto fra questi lo Jaurèr. o il Oérault-Richard: non so come l'accordo potrebbe ra.ral fra costoro e moltissimi degli Indipen– denti e dei broussisti, i quali ultimi hanno poi un cosl matto proiramma teorico che non si H proprio da qual parte pigliarlo. L'Unione Socialista rappresenterà l'unione dei rivo• luziona1·i fra. i socialisti, ma non di tutti i socialisti o ruori lii essa resterà. sempre la gra.n maggioranza dei socialisli francesi. ARTUR.O LABR.IOLA. CRISI IN PRUSSIA Il « Centro». Un mrui;e ra io vi scrivevo della « crisi in Prussia•• della piccola c1'isi ministeriale in apparonza com– posta con l'estlusione di due ministri di secondaria importanza, e della g1•ossa crisi politica perdurante e allargantesi, oltre la Prussia, all'Impero; e vi rap~resentavo l'una e l'altra come l'effetto dello sforzo dell'elemento industriale-liberale a pene– h-are nello Stato tenuto ancora in dominio dagli agrarii. Tale rappresentazione è in Condo esatta e non ò punto una sc"'perta; essa salta agli occhi d'ognuno che solo guardi, e oiò tanto più in un caso come quello del Canale. Ma, se la chiave della politica tedesca da uu decennio ill qua sta in quella lotta, non è da cre– dersi che la lotta stessa si svolga come su un bel piano fra due eserciti, seoza intromissioni d'altro schiere e !enztt sbandamenti. Ciò sat'ebbe davve1·0 troppo semplice e semplicistico. Vedete; durante questo mese la latente crisi ò riapparsa alla super-ficie; ha p1-odolto nuove c1·epe ne1la compagine del Ministero prussiano; una. vio– lenta intromissione del Centro ha posto von Miquel conti-o Hokenlohe. Rappre&entavasi von Miquel come deeiso a salrnre ctm ogni mazzo lo Stato agrario; egli avrebbe sciolto il Retchstag ribelle, e già pensava a un Retchstag che non uscisse più dal suffragio universale, ma fosse composto dei delegati delle Diete di ogni Stato tedesco! D'altro lato, Hohenlohe pareva invece propenso a staccarsi dagli agra1•ii, in Prussia e nell'[mpero, per cercare una nuova base nei nazionalisti-liberali e nel Contro. E l'uomo del Centro che annunziava tale conflitto, il dottor Lieber, sfidava von Miquel non già ad attuare quei progetti reazionari, ma ..... a sbalzare il Centro stesso dal posto dominante che osso occupa nella politica tedesca. «. ro so e vigilo, io non mi muoverò dalla Germania» (s·era parlato d·uu suo viaggio in Cina). Per una settimana vou liiiquel fu dato morto; presentò egli davvero le dimissioni? Lo si dice, e l'imperatore avrebbe risposto: rimanga, vou Miquel. Cosi fu risolta la nuova ci·isi, ed ora è di nuovo tutto accomod.ttto, esteriormente, per la ripresa dell'attività parlamentare. Ma l'avvenire è oscuro. Il Governo (confondo ad al'te il Governo prussiano con quel1o dell'[mpero; sono in fondo la stessa cosa) si ripresenta dopo aver patito due o tre sconfitte di cui vuol rifarsi, e non si vede come lo possa. Sono, al Reichstag, la ¼ucnthausvo1·1age (la legge contro il diritto di coalizione e <lisciopero) e anche la Milttarvorla{Je (cioè quei 7000 uomini che vennero negati l'anno scorso alle domande del Ministe1·0 della guerra); e al Landtag p1•ussiano il Canale. Battuto dunque nella sua veste di conservatore al Retchslag e nella sua v este di liberale-industriale al Landlag. Nell'un ca.so e nell'altro il colpo di grazia fu portato dal Centr o. . .. Ma che cosa ò duoque cotesto «Centro>, che è arbit,·o della politica tedesca, cotesto dottor Lieber che sospende i viaggi pel' vigilare sulle cose del– l"Jmpero, codesto partito che, nella chiara moderna lotta fra ag,·arii e industriali, s'insinua, elemento spurio, e si mette ora di qua, ora di là, portando con sè la vittoria t li Centro è il partilo dei cattolici tedeschi. - Lo M; questo non basta a un lettore della Crtttca Sociale. Quando si è ratta l'abitudine di l'icercare sotto l'etichetta di un partito un contenuto econo– mico; c1uandoquel nosh>omaterialismo e economico:. tra ingenuo e virulento con cui ci parve da l'a– gazzi di capire a un tr-atto il mondo, e lo gri– dammo (tu me l'hai una volta t•ico1-datosenza pietà qui sulla C1·ittca, Turati}, ci aveva avvezzati a scartare dai moventi dei fatti politici tuttociò che non fosse il nudo palpabile interesse - l'incontrare sulla via delle nostt'e ricerche un partito che ha una base religiosa, e il darlo semplicemente per tale, può parere uno scherzo. Per gli altri partiti di qui voi dite: conservatori– agrarii, voi dite: libe1·ali-industriali, voi dite: so• cialisti (che basta); e poi anche le gradaziooi di partito vi danno subito, per dir cosi, una imp1•es– sione economica. Ma poi dite: Centro. Che è? Sono i cattolici. Va bene, ma che è t Quel tale materialismo aveva relegato la religione fra gli affari pt·h·ati; Privatsach-e; e questa, che dev'essere parsa agli avversari, più alla mano col mondo, una raffinala abilità, fu certo, almen da principio, io credo, da parte dei socialisti 1 il pro• dotto di quella cecità o asti-azione in cui essi vi– vevano e per cui, essendosi spento in essi il bisogno religioso, poterono crederlo morto perfin nei con– tadini. ru seguito potè certo fai' comodo, se quel p1•atico senza scrupoli del Vollma1· è persin riuscito ora a utilizzare i conressionali bavaresi per la causa della So:ial<lem,ok,·atte; e gli echi delle navate

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