Critica Sociale - Anno VIII - n. 14 - 1 settembre 1899

l, CRITICA SOCIALE che la produzione agricola determina, iu ultima analisi, il costo di vita del lavoratore; che il ceto contadinesco assume impol'ta11za politica semp1·e maggiore. L'ultimo fatto spiega la fretta dei partiti socialisti dei vari paesi nel formula1·e un programma agrario, che per necessità. di cose doveva essere un programma in difesa del ceto dei contadini, cioè dei medii e piccoli proprietari od affittaiuoli. L'ov– JJO,.tunìtà poUttca ne fu il motivo determinante. Vedendo nella difesa del conladtno il naturale complemento della <lifesa dell'ope,.ato, perchè ciò che è il proletario nella fabbrica sarebbe il conta– dino sui campi, si mirò a difendere il contadino dall'usuJ"aio e dallo Stato, cosi come si difende l'ope– pe1·aio dal capitalista. Il Kautsky trova in questa equiparazione di interessi un errore grossolano, poiché il contadino è bensi spesso un povero, ma • il t,·atto caratle1·istico del proletal'iato odierno•· non è già. la povertà, ma la « mancanza dei mezzi di produzione »; or questi sono a disposizione del contadino (pag. 306). Il contadino è spesso un JJO· ve,·o, ma non ò mai un proletw•io, nel senso eco– nomico, non può quindi assimilarsi all'operaio in– dustriale se non per via di analogie; meuh'e poi, approfondendo, si scorge un radicale contrasto fra gl'interessi dell'operaio industriale e quelli del con tadino. L'a,ricoltore vuol vonder i suoi prodotLi il più caro che gli ò possibile; il lavorR.tore vuol comprarli il pili. a buon mercato; e che giovano all'ugricoltore gli au– menti di salarlo, so a.umonlano soltanto il consumo di margarina, dì lo.rdo americano, ili carni 11.ustra.liane,di conservo d'ogni genero? L'agricoltore cerca. di bandire dal mercato la concorrenza, tanto utile Ili lavoratore, o si sforza di elevare al massimo il prezzo dei suoi prodotti. Non dall'inedia o dai debiti, ma. dall'esser ven– ditore di rorze di lavoro o di prodotti, si desume so l'agricoltore possa o no essere accolto nelle file del proletariato combattente t..11. rame e i debiti, in sè stessi, non creano comunanza. d'interessi col proletariato, pOS· sono anzi acuire un naturale contrasto, non sì tosto la rame è soddisfatta e i debiti pagati, rincarando le sus– sistenze al lavoratore (pag. 303-10). Il timore della reazione ru raie, onde il bisogno di guadagnare gli animi dei contadiui colla difesa della piccola proprietà, è pel Kautsky, ingiustificato: poichè anche nell'agricoltura si estende, a danuo delle altre classi agricole produLtrici, un salariato vero e proprio, i cui inte1·essi collimano con quelli del proletariato industriale, che ha quindi comuni con questo i mezzi di difesa. Ma il principio sul quale si basa la protezione del contadino sta in antitesi a quello che ci fa domandare le~gi protet– trici del lavoro e del lavorato,·e. Egregiamente il Kaulsky: e La difesa del contadino signiftca in prima. linea., non già difesa della pe1·1ona, bensì della pt·oprietà del con• tarlino. Or quest'ultima appunto è la causa dell'immi– serimento del contadino. Vedemmo come oggi i sala– riati stanno meglio, sulla terra, dei piccoli proprietari e come il lavoratore senza proprietà sfugga. più presto alla miseria che non il contadino cho la proprietà. in– catena alla sua zolla. La difesa del contadino non pro– tegge lui <.lnllamis.erio, ma protegge le catene che vo lo attaccano. Essa significa, da un lato: i dazi doganali sui consumi popolari; dall'altro: Ane1•lJenrechl, (') inca• (1} Questa limltazione, di origine reudale, della libera disposi• tione della proprietà per ria ereditnria - !'J)ecie di fidecommesso attenuato - e Ignota al nostro diritto. Ulv v tenamento del lavoratore alla terra, aggravamento del– l'ordine dei domeistici (Gesimleonlnuny), p:1gamento dei debiti ipotecari dei contadini, premi d'assicurazione e simili. Ogni cosi tratto tentativo di combattere l'immi• serimonto dei contadini, o fallisce necessariamente o, prima che raggiunga intera.monte il suo scopo, immi– serirà l'industria od il proletariato• (pag. 320-1). Aggiungendo a tutto ciò il fondato timore che ogni speciale p1·otezione del contadino impedisca la grande trasformazione che dee fare dell'agricol– tura un ramo d'industria vera e propria, spoglio d'ogni residuo di barbarie medioevale; si avrà il quadro completo dei motivi pei quali il Kautsky ci sconsiglia ogni intervento in favore della piccola proprietà e del piccolo affitto, cioè della classe dei contadini. . .. Dopo ciò, poiché l'agricoltura presenta una strana resistenza a quel processo di socializzazione, che agirebbe invece nell'industt·ia manifatturie1·a, il Kautsky trova giusto che si mil'i a sollecitare l'opera troppo tenta della natura. Ma premesso, e assai giustamente: .. che nulla ò più erroneo del concetto, pel quale riconoscere il principio della evoluzione sociale significa esclude1·e ogni salto abbreviativi) ed ogni intervento artHìciale, cioò consavevole, nei processi sociali • (pag. 322). egli nega l'utilità della statizzazione, cosi delle ipoteche, come del commercio dei cereali.(') L'una e l'altra condurrebbero a un l'apido incameramento, da parte dello Stato, della proprietà terriera, cosa pericolosissima nnchè lo Stato è una organizza– zione di dominio (He1·rschaftsoroanisatton). cioè di compressione e di spoliazione. L'esperimento potrebbe tentarsi solo dove lo Stato fosse un organo della democrazia operaia. La propl'ietà de!la terra è essenzialmente un monopolio; ma la malvagia iuf1uenza ne è paralizzata dalla concorrenza inter• nazionale, il cui beneficio cesserebbe se lo Stato possedesse la terra. 'l'ali considerazioni non si applicano però alle foreste ed ai corsi d'acqua, i quali non vantaggiano la società se non sfruttati giusta un piano unitario e razionale. La logica della prop1·ietà privata im– pedisce lo sf,·nttamenlo metodico delle selve e elci corsi d'acqua, ch'essa distrugge e rovina, sacrifi– cando al fu~ace inte1·esse del propl'ielario enormi vantaggi nazionali. Perciò l'incameramento della proprietà silvana e fluviale è ben consigliabile. Fa,•oro,•ole il Kautsky, poi, a certe forme di comu– nismo municipale, è contrario al comunismo agrai-io degli Allmenden e ad altre organizzazioni colletti– vistiche della p1·oprietà terrie1~a 1 che _l'esperienza mostra antiprog1·essi\le e stazionarie. E discutibile se giovi conservarle, certo non gioverebbe esten– derle. L'evoluzione agricola si compie in altra direzione. li pensiero centrale del Kautsky resta questo: ( 1) Ritornerò su que~to punto, che giova chinrire sona.tuuo In llalla, do,·e la parte socialista si è a torto entusiasmata dell'idea di monopolinare il commercio dei cereali. l': si che, dopo le e11Je• rienze delle enormi perdite subite dall'erario r1erenetto delle comp,re etraordinarie del Ministero della Guerra, 1" 1rra:r.lo1 rnlità del progetto do\'oa saltare all"occhio ! Ja.urèJ presentò I!\ stessa Idea come un meuo • per ruistere tilla concorren:r.a estera•· la quale v!cner!n è del più nito aiuto per In classe lavoratrice. lo èlesso combattei in questa rh•ista le Idee dello Jaurès. li 1irogetto poi ru riJilgliato al Hetctu/afl dal con11ertatore Kanlt:r. e dagli antisem,tl, come un meno per rinYlgurire il sistema di prote– :r.ionismo :igrario, già in vigore lu Germania. I sociallstì tedeschi hanno sempre combaltulo il progeth> dal Knnitz ed aderito al concetto della maseima concorrenza in materia di mezzi di con– sumo popolari - Il Kautsky non fa dunque eccezione.

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