Critica Sociale - Anno VIII - n. 14 - 1 settembre 1899

Critica Sociale RIVISTA QUINDICINALE DEL SOCIALISMO Nel Regno: Anno L. 8 - Semestre L. il - ~U'Eiltero: Anno L. tO • Semestre L. &,1510. Lelle>·e,vaglia, cm·loline-vaglia all'Ufficio di CRITICA SOCIALE - MILANO: Portici Gallarla V. E., 23 (t' PIUI!DIiie) AnnoVIII (1898-99) - N. • ,.. }t 011, si vende a 1nm1.eri seJ)a1·citi. MIiano,1. 0 settembre1899. SOMMARIO Attualità. I partiti popolari e Il dOt:et·e "'' ,octall.rt1 (IVANOtc IJoNONI). Co1111qual Partito: I aelfbet·ar. dt:l GJ·uppo Pa>·lmnentare Socla– U.1ta ( li.LE Eoo1, Libt:rali e ,oclalt1U (VJU'REDO PAl\.f!TO). 1,raete e Guù; nostra corrispondenia parigina (Al~TURO LA• lllUOL,A). Per ( co2m pollttci (r'ILll'f'O TURATI), Studi eoclologlci. Una Reptwbltca ttauana: m. Le um,uwn, po:mche (0ius1n•l'B R~NSI), e.a q1,esuone aurarl!i. e tl .roei2lluno: a proposito del libro di c. Kautsky. I (a. 1.) J'i'UosoOa, letteratura e varietà. Ft·a lfltt•l e ,·,viate: pubblicuioni di Gnocchi Viani, De Andrell!, C-0111glionl, Cavagllerl e Florian (f. t.) 1 n. Doni della Orada(c. t,) lllblloleca a, 1,>ropaganda, I Dartiti D~Dijlari B il r mrB n~i socialisti Non discussione lunga ed appassionata, non voti di Congressi, non esperimenti fatti qua e là quasi a tentare il futuro, hanno preceduta e consigliata l'alleanza dei partiti popolari. Fu Milano a dare l'esempio. Milano, ancora do– lente per la patita violenza. venne per prima chia– mata ad esprimere, in una elezione amministrativa, il suo pensiero politico. E Milano, memore, raccolse iu fascio tutte le forzo democratiche che nella re• cente reazione avevano ricevuto battesimo di sov– versive, e le condusse all'assalto delle Bastiglia moderate: sulle rovine delle conquistate Bastiglia essa suggellò colla vittoria l'unione dei partiti del popolo. Da Milano l'esempio si irraggiò e si diffuse per tutte le te,·re d'Italia con quella penetrazione sug– gestiva e con quella rapidità che è p1·opriadi tutte le iniziative che partono dalla capitale lombarda. Il nome di • partiti popolari •• dato all'alleanza dei tre partiti, 1·adicale,socialista e repubblicano, passò così nella nosll'a vita politica e forse vi rimarrà per un pezzo. Tullo ciò dispiace a molti, e pare dispiaccia anche all'amico Pessimista, il quale se la prende con questo • fanatismo delle alleanze che si è impadro– nito di tutti, come il fanatismo della intransigenza dominava ancora sei mesi addietro•· Ma che fare con un movimento cosi spontaneo e cosi irresisti– bile 1 E non è forse miglior cosa cercare le ragioni per cui è spontaneo ed irresistibile, che non la– mentarsi pe1·chè,a dispetto di tutte le varie teo– l'iche, è nato con una fisonomia diversa da quella che gli desideravamo noi 1 Per me, quando si tratta di larghi movimenti collettivi, sorti senza eccitamenti artificiali, per semplice germinazione spontanea, io sono un poco dell'opinione del dottor Pangloss di Voltaire: e tutto ciò che avviene, è ottimo. • La storia, come la natur·a, ha net suo fondo forze ignote perchè troppo numerose, difficili a scel'Oere perchò in conlinua lotta e combinazione fra loro, ma dalle quali a dati momenti escono prodotti che sorpassano te nostre previsioni ed i nostr·i desiderii e che noi nel1a no• stra piccola attivi!.\ individuale non avremmo po– tuto ottenere altrimenti. Così ò di questo nuovo orientamento della vita politica italiana, orientamento che non è merito di nessuna individualità, ma che è venuto su dal– l'anima collettiva del paese trascinandosi dietro i dubbiosi, convertendo i ribelli, vincendo tutti i radicati pregiudizi e le antiche avversioni. A che lamentarci perchè fra i partiti popolari si sono schierati anche i radicali 1 A che almanaccare sul nome dell'alleanza e preferirgli quello di unione repubblicana I li nome, del resto, di partiti popolari, non è per niente infelice. Io credo anzi che nessuna meditata discussionene avrebbe potutoscegliere uno migliore. Che cosa è infatti quello che si sente volere da tutte le energie giovani d'Italia 1 Che « il paese reale diventi il paese legale•• per dirlo col Turati, cioè che l'Italia sia del popolo, secondo la formola di Da1·io Papa. Questa opposizione fra popolo e 1·appresentaoza legale. fra interessi generali e in– teressi di caste parassite, abbarbicate al potere con la tenacità delle muffe, fra aspirazioni democratiche e pauro assillanti di oligarchie ounipotenbi, questo conflitto,che nel Mezzogiornosi palesa fra il popolo e le camorre municipali e nel Settentrione fra il popolo e il potere centrale, è lo sfondo tragico della grande lotta che comincia ora in Italia. Che se le forme del Governo hanno una gran parte nel mantenere il popolo in una condizione di inforio• rità in questo duello dove esso getta intero il suo avvenire, non per questo viene meno il fatto cho la lotta non è ingaggiata soltanto per mutare questo forme, ma per assicurare al popolo - nel suo si-– gnificato più ampio - l'esercizio del potere. Pe1· cui, io credo che il nome di partiti popolari sia più largo ed esatto di qualunque altro; e so com-– prende tutti quei partiti che vogliono far trionfaro la votout.\ popolare, ossia le aspirazioni della maggioranza lavoratrice e produttrice, contro le caste dilapidatrici e affaristiche che stanno al po· tere, quali che siano gli appoggi misteriosi che so1·– reggono queste caste. Il che, mi sembra, sia anc·he un programma. . .. A proposito di un p1·ogramma pei partiti popo· lari, se ne è discorso pa1·ecchio io questi giorni. Saverio Merlino nella sua Rivista ne ha proposto uno che dovrebbe servire ai partiti repubblicano e socialista: il Merlino, vivendo tra Roma e Na1>0li, ha dimenticato che c'è anche un partito radicalo, il quale entra nell'alleanza dei partiti popolari. Arturo Labriota si è fatto apostolo di questa idea,

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