Critica Sociale - Anno VIII - n. 5 - 1 marzo 1898

78 CRITICA SOCIALE quantunque riluttantementc o con molta mala grazia. r-.LBrcnnior poi proseguì il suo viaggio attraverso l'Italia, fino a Napoli, dove il suo arriYO creò la. « più penosa sensazione ». La sua missione è quella. di pre– parare un"insurrezione italiana, poichè Napoleone è se– riamente con,•into che egli è ruomo adatto, non solo ad accender l'incendio in Italia, ma anche a tracciar la linea esatta che s'impedirà. alla. fiamma di oltre– passare. -. Il Marx non abbandona mai, natura.!mentc, il suo punto ùi ,•ista rivoluzionario, e in mollissimi passi di questo libro, corno degli altri suoi scritti dell'epoca, esprimo l'aspettazione di un prossimo scoppio rivolu– zionario (1). I problemi intol'llazionali son quindi consi– derati <la lui dal punto di vista. dell'interesse del pro– letariato, il quale. nella. questione d"Oriento, coincide con gli interessi dell'lnghillerra. La diplomazia europea pone"a il dilemma: o la Russia, o lo 8tatus quo, confes– sando cosi la. sua impotenza: il Marx le oppone un'ar– dita. ricostruzione, pigliante a base lo di,•erso nazio– nalità., o che gli a."vonimonti posteriori hanno già. in parto realizzata. Nel libro, per la composizione sua stessa, manca un'esposizione completa del modo di ve– dere dell'autore, ma un gran numero di passi ci dà modo di rintracciare con sicurezza la sua opinione. li Marx parto dalla constatazione della impossibilità, per !"impero Turco, di mantenersi in vita. per virtù propria. Le continue insurrezioni, l'opposizione dei turchi ad ogni tentativo di progresso, l'influenza cre– scente della Russia lo dimostra.no . « La Turchia ò in decadenza., e seguiterà. a decadere flnchò durerà il pre– sente sistema dell'equilibrio o dolio status quo; ed in barba ai Congressi, ai protocolli e agli ultimatum, essa produrr~t la. sua quota annua di difficoltà diplomatiche e cli brighe internazionali, corno ogni a.liro corpo pu– trido fornisce i dintorni della sna parto dì idrogeno carburato ed altro profumato materie gasoso > (pag. 3). La questione d'Oriento riguarda i possedimenti europei della Turchia. La Turchia Asiatica, abitata quasi del tutto da maomettani, non richiama, nel suo insiome, la sollecitudine dell'Europa. La gran massa della popolazione soggetta ai turchi, nelltt Turchia europea, è formo.ta da Slavi. I greci non hanno influenza. preponderante che in Tessaglia. o in Epiro; un'altra razza, i Oaco-Romani, popola. la Romania. (ora indipendente). Gli abitanti turchi sono la. piccola minoranza. L'altro elemento, di cui bisogna ten.er conto, è la politica. della Hussia, la cui secolare a.spiraziono ò Co• stantinopoli, il cui possesso sarebbe un immenso pe– ricolo per la ci \'iltà europea. La condotta fiacca dei Governi europei di fronte alla Russia sembra. giustifi– care il modo di vedere di coloro i quali pensano che l'avvenire ò degli slavi. Ma. l'inferiorità dell'Occidente non è che apparente. Il 1>ocovigore mostrato da.Ila diplo– mazia rispondo a.I timore di rivolgimenti che una guerra potrebbe far sorgere all'interno di \'ari Stati. Dall'altro lato non è a temere un'unione degli altri duo rami della razza slava, gli slavi del Sud, cioè, a cui appar– tengono i popoli soggetti alla Turchia, o gli sia.vi del– l'Ovest, polacchi e boemi, con gli slM•i dell'Est, cioè i russi. A misura che i popoli sia.vi acquistano un'auto– nomia, si forma in essi un partito nazionale, avverso alla Russia. I polacchi vedono in questa il nemico della loro indipendenza, cd i boemi non possono che essere ( 1 ) A proposito delrillus!one di una ri\'O\uzione proHim:i, 1111• trita dal Man e dall'Kngels In quel 1>erlodo, cfr.: Eso.:LS, Pre– fazione a U lotte al cu~11e tti Franc(a net 1848•50 1 di M,-.iu•. assorbiti dalle altro nazionalità. più progredite, viventi sullo stesso territorio che essi occupano. Tali osserva– zioni inducono il ~farx. che già in un altro suo libro(') sostene"a. la. necessità. di rendere indipendente la Po– lonia. e formarne una diga contro la Russia, a rimpro• Yerar la <liplomazia per la sua. incapacità. a far sorgere al posto dell'Impero turco degli Stati nazionali, ed a formare un Impero greco, o una federazione di Stati slavi, la. cui vita indipendente sarebbe una. garanzia. contro l'avanzarsi della Russia. Non posso qui trattenermi dal notaro come questo modo di vedere riguardo all'assetto da dare, nell'inte– resse delle parti più progredite d'Europa, ai paesi che formano la Turchia europea, coincida. perfottamente con le ideo esposte da.I pror. Antonio Labriola in uan e– cento occasiono. Egli, infatti, si esprimeva così: « Fu questa per un pezzo l'opinione liberale dell"Occidento d'Europa: dovel'si salvare la Turchia, perchè i suoi pos– sedimenti non fossero preda ~ella Russia. Ora cotesta opinione è sfa.tata. Kei già. possedimenti turchi in Eu– ropa son sorte dello formazioni cli Slali nazionali, ca– paci di vita e di progresso. A coteste nazioni, e segna– tamente ai greci, è dover nostro di porgero valida mano. lo non so pensare nulla. di più naturale e di più rassicurante per l'avvenire della civiltà, di una Grecia che abbracci la Macedonia, tutte lo isolo dell'Egeo e Smirne. Gli Stati nazionali nella penisola. dei Balcani sono per noi, e cioè per il p1·ogrcs!o, un pill sicuro ba• lua.rdo contro la Russia, che non le vergognoso conni– venze della diplomazia col GO\'erno dei Turchi mi– cidiali.>(!) li Marx, dunque, più di quarant'anni fa, indica.va . l'unica via, che anche orn sia. possibile seguire, por la risoluzione della. questiono d'Oriento. Quindi il libro, di cui ci siamo occupati, non ha interesse solo per le notizie storiche che contiene, nè solo per le qualità cho mostra della mente o della personalità dell'Autore, ma può of– frire, all'uomo politico ed allo studioso dei fatti sociali, un concetto direttivo sui più gravi problemi che aspet– tano ancora oggi una soluzione. E. C. LONGOBARDI. ( 1) RevoluUon ana co1mrer~.ni:olutton 01· Germany hl 1848. (:) Discorso tenuto in fa,•ore della Grecia, In Rom:,., il ~I feb– braio t697. BOLLETTINO BIBLIOGRAFICO GIOVANNI FAI,1>1-;LLA: r fratelli Ruf/ìni. St01·ia della Gio– vine Italia. Libro quarto e quinto. - Torino, Roux e 1,•rassati, 1893, 1897. Volumi 2 (L. 1,50 ciascuno}. Finchè non potremo a.vere una storia d'Italia dell'ul- timo secolo scritta in senso nettamente antidinastico, dovremo cccontentarci di quelle in cui sono conciliate « tutte lo correnti storiche di \'ila patria, a cui <lobbiamo proporzionata riconoscenza.». Mn, in verità, nel periodo contemplato in questi due volumetli, v'ò una cor1·ente storica a cui non ~i vedo qual sorta di riconoscenza si possa proressare. E il periodo in cui Il Carlgnano daf rlmor1f giallo stava mantenendo t·egalmente i patti del 21. Li mante– neva coi suppli:.i militari (di cui tratta.. il primo dei duo volumi, cioè il libro quarto dell'intera. opera}. vale a. dire colle fucilazioni di Giuseppe Tamburelli, di Efisio Tola, di Giovanni Marini, di Domenico Forrari, di Giu– seppe Rigasso, di Giuseppe Menardi, di Amando Costa, ccc. ecc.; o coi martù-i borghesi (\'Olume secondo, libro quinto) dei Rufllni e di And1·ea Vochiori. Sftlano, in questo pagine, lo figure immonde degli sghel'ri sabaudi, d'un Ga.lateri 1 d'un Opizzonì; si disegna. la ferocia. co-

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