Critica Sociale - Anno VIII - n. 5 - 1 marzo 1898

CRITICA SOCIALE 77 cutivo • Il Comitato esecutivo della F'rtendly &J • ctely o{ h"onfounders si lagna apertamente che e noi siamo caduti in una vera progettomania. Una Unione locale fa proposte perchò un· altra ne ha fatte e perciò si fanno tante proposte sciocche e ,•idicole.• Ed i risultati contraddittorii spesseggiano. Anche in epoca recente, nel giuis:no del 1894. la Minel'S' Federalion propose ai mrnatori del Nor– thumberland, che hanno una propl'ia organizzazione, di unirsi ad essa. La proposta ru approvata al 1'e– fe1·endum; ma, un mese dopo, sottoposto al 1·efe- 1·•endum il quesito connesso se i minatori del Northumberl•nrt, i quali avevano già fatto ade– sione alla Jttnel"S· Fede1·alion, inlendevano di ac– cettarne anche la tattica, fu risposto 110 a mag– gioranza di 2 voti contro l! Così ìl 1·efe1·e,utwn si mostra praticamente incapace di secondal'e la vita attiva di una grande associazione. O esso implica una gran perdita di tempo, o, con i responsi cou– traddittorii, è la mig!ìor guarentigia dello slatu quo. Perciò le organìzzazìoni più progredite del prole– tariato inglese son tutte fondate sul sistema rap– presentativo. ... I membri delle Unioni dì mestiere sì accorsero in tempo degli svantaggi dì un ìllìmìtato uso del referendum. La prima reazione si ebbe respin– gendo sistematicamente quasi tutte le proposte nuove. Le Unioni locali cominciar-ono allora a non far quasi più uso del diritto di iniziativa, poichè si conosceva in precedenza che le proposte d'inno– vazione sarebbero state respinte('). 1 membri delle Unioni cominciarono a vale1•si della fiducia riposta in essi per domandare che non tutte le loro deci– sioni si sottoponessero al verdetto delle Unioni. Fino allora i soci delle Unioni si erano riservato il di– ritto di appello nei casi in cui si negassero i sussidi. Ciò aveva portato ad uo grande sperpero di fondi, poichè raramente i soci, per malinteso spirito di filantropia, li nega,,ano. l Comitati esecutivi si ar– rogarono il diritto di decidere a chi dovessero ac– cordarsi i sussidì io conformità dello Statuto. I Segretari generali e i Comitati esecutivi comincia– rono a rifiutare di po,•re in votazione proposte evi– dentemente assurde. In appresso si limitarono i casi di appello al 1·e(eret1dum. Si stabilì che gli Statuti non potessero essere riveduti prima di un certo tempo e che per tutto questo tempo fossero vale– voli, anche contro il parere della maggioranza, quando ci fosse una minoranza a sostenerli. Dopodi aver diligentemente esaminati tutti questi falli, i due Webb concludono:• Come abbiamo visto, un mezzo secolo di esperienza pratica di referendum, ed iniziativa non ha portato alla estensione ma ad una sempre maggio!' limitazione del loro uso. SI è provato che il tentativo di far pa1·tecipare ogni membro della Società alla cli,·ezionedi essa ha por– tato fluttuazioni legislative. pregiudizio alle finanze e generale debolezza nell'amminlstr-azione • (pag. 24). La forma moderna della democrazia consiste in una assemblea rappresentativa, uscita dal suffragio universale, la quale nomina il potere esecutivo e lo controlla, mentre la burocrazia sta sotto la di– rezione del potere esecutivo. Questa forma di de– mocrazia è quella che regge la Amalgama/ed As– soctalion o{ope,·alive CottonsJ)inners e la Mine,··s Federalion. Esse eleggono rappresentanti, i quali si riuniscono, in certi periodi di tempo, in cedi luoghi, e là adottano tutte le regole che credono (1) lii nota I due Webb rile,·11110:• I.O llUdi080 di politica 83 quanto di r1ulo l"inl.:iatlca alJbhl port:1.110 In lniuera ad una er• renha legis!nlone, anche in Can1oni, rom• Zurigo, do,·e quel diritto II Hercita da piu di due secoli.• Pag. 1J. utili alla vita della Società Queste regole sono impe– gnative per tutti i membri e per tutte le Unioni che compongono la Federazione; nessuno può sottrarsi ad esse. In queste Federazioni il potere della buro– crazia è ridotto al minimo, l'amministrazione è condotta severamente, il potere esecutivo non può nulla al di là di ciò. che ha p1·esc1•ittol'assemblea dei rappresentanti. E questo precisamente l'ideale di una sana ed effettiva democrazia. Ora, l'espe– rienza della democrazia diretta ci mostra che, mentre il potere è nominalmente nella massa, in realtà esso risiede nel potere esecutivo e negli impiegati. Tali cose insegna l'esempio delle Unioni inglesi di mestiere, nel bel libro dei due Webb. AllTURO LABRIOIJA• CARLO MARX ELAQUESTIONE D'ORIENTE lii. La questione essenziale da porro sull"f:aste,·n Que.rdion ò quale luce questo libro porli sugli avvenimenti po• steriori nlla guerra e sulla questione d'Oriente, che interessa ancor oggi l'Europa. Molli avvenimenti politici, che poi si av\'erarono, sono indicali dal Marx come 1>robabili,o anche come neces– sari. Tale, ad esempio, egli giudicò il passaggio al\"ln– ghiltorra. 1 dell'Egillo in caso di una spartizione dei terroni soggetti alla Turchia, e. quantunque questa. di– visione non sia ancora a.v\'onuta, n:gilto, so non di nome, di ratto appartiene t\lJ"lnghillorrn. Una prova della. straordinaria perspicacia del Marx, !"abbiamo nelle previsioni degli effetti che la guerra avrebbe avuto sull'a,·,•eniro della Francia. La presa di Sebaslopoli avrebbe deciso tiella rama militare delrlm– peratore di cui la spedizione di Crimea era stato il piano favorito. La vittoria ne avrebbe assicurata. la posiziono all'estero e all'interno; la scontlU.a.significava la. rivo– luzione. Nella preraziono all' f..àslern Question ò notato come il Marx preveda che, so Napoleone lii si fosso mosso personalmente alla tosta del suo esercito, lo avesse guidato secondo i propri criteri strategici, egli, partendo, avrebbe potuto dire addio per sempre a Pa rigi, il che realmente ru il caso nel 1870. E con la stessa sicurezza. il Marx afferma che un'invasione della. F,·ancia avrebbe portato con sè inevitabilmente la. ri– voluzione e la caduta di Napoleone; previsione a.v– vernta dalla guerra con la Germania. La possibilità che Napoleone si mettesse alla testa. dei movimenti popolari no.zionali ò più volle indicata noi libro A pag. ~51 troviamo questa notizia sui rap– porti fra Napoleone o il Piemonte: « Luigi Napoleone ha inviato un a.gente confldonzialo (~f. Bronnier) a To– rino, con il seguente messaggio per il Re di Piemonte e ca.,,our: Ad un dato momento moviffienti insurrezio– nali dovrn.nno scoppiare in Parma, Piacenza, Guastalla e Modena. La Sardegna. dovrà. allora occupare questi paesi, dai quali i sovrani altu.tli de,•ono essere espulsi. Napoleone deve garentire al Re l'incorporazione alla Sardegna ,lei tre primi Principati, o forse anche di ~lo– ùena. In compenso di questi territori la Contea. di Sa– voia dovrà esser ceduta alla Francia.. Si può dire che l'Inghilterra 1tbbiaquasi acconsentito a questo progetto, ( 1) C, Mo\RX: Tht: Ha,itet·n Q1tullot1; a rc11ri11tor Lettere writ• 1e11 tS"-56 dealinp: with lhe event, or lhe Cr1mu.n war. - London 189i, Swau Sonnenschein eL Co., P1uer1101ter Squa.re. {Un volume di p11g. 6M, con due carte geograOche).

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