Critica Sociale - Anno VII - n. 16 - 16 agosto 1897

254 CRITICA SOCIALE personale e che non possono quindi reagire d'in• tesa di fronte ad un'imposta personale progressiva. 'futto questo, e più ancora l'esperienza dell'im– posta progressiva, che esiste in Germania, in In• ghilterra, in parecchi Cantoni della Svizzera, e che non vi ha arrestato la marcia invariante della grande produzione, mi inducono a credere che la imposta progressiva non ha il carattere protettivo della piccola produzione che le viene attribuito, e che il partito socialista non deve cancellare dal suo programma minimo quest'opera di giustizia. Il Bon1.0stesso viene implicitamente ad ammet– tere che l'imposta progressiva non si ripercuote sui prodotti, poiché dice cou ragione che i produt– tori più fortemente colpiti dovrebbero restringere i risparmi e rallentare quindi l'accumulazione. Egli non se ne mlleg1•a,pel'chè cosi si ritarderebbe 1·accentt-ame11to capitalistico, 1•itenuto condizione necessaria del socialismo. - Sia pure; ma allora perchè il partito socialista appoggerebbe i salariati nella loro lotta ecouomica I Perchè si rallegrerebbe della loro vittoria in uno sciope1·01 L'ottenuto au– mento di salario 1 quando, com'è il caso più fre– quente1 il mel'cato non permette di rialzare il pI'ezzo della me1'Cd.non corrisponde ad altrettanto danaro sottratto all'accumulazione del capitalista? Per essere logici adunque, i crJdenti rigidi della necessità. d'una vertiginosa accumulazione capita– lista. come stadio sociale che ci porte1·ebbe alla vigilia del socialismo, dovrebbero congiungere al loro direi quasi feroce disinteressamento verso il piccolo e medio proprietario. altrettanto disinteres– samento pe1· i miglioramenti attuali del proleta- 1·iato. Si farebbe così un socialismo astruso, incom· prensibile, salvo forse a pochissimi economisti ini– ziati. No; il socialismo, senza cadere in ister-ili sdilinquimenti filantropici, deve serbare il suo ca– rattei·e di partito non indifferente alle miserie di tutti i vinli nelle battaglie della vita. . .. Del resto, giacché ne abbiamo toccato 1 indugia– moci un tantino su codesta ramosa accumulazione capitalistica. Essa indubbiamente, preso il mondo civile nel suo complesso, si verifica, ma l'osservazione spas– sionata ci dice che non è accompagnata dalla scom• parsa dei piccoli e medi proprietari. Da una monografia di Luigi Einaudi sulla distri– buzione della ricchezza nel ì\fassachussets (') si ri– leva che cola il numero dei proprietari è cresciuto più rapidamente della popolazione, che la percen– tuale di quelli fr·a i defunti che lasciano eredità è cresciuta da 14,18 nel triennio 1839-61, a 16,41 in quello 1879-81, fino a 19,31 in quello 1880-91. Esaminando le successioni inventariate, egli trova che la totale entità di esse si distribuisce in modo da far apparire l'accentramento della 1·ic– chezza anche abbastanza rapido ma soggetto a re– gressi nella classe che possiede oltre 100.000 dollari; e che la ricchezza media lasciata dai grandi capi– U.llisti è andata diminuendo. Movimento in tutto uguale è quello dei redditi in Russia. (2) Il numero dei grandi capitalisti cresce pure in Sassonia e in rnghilte1•1·a. Si verifica dunque che una parte semp1·e mag– giore della ricchezza viene posseduta dai grandi ( 1 ) Gloniale cttUU Ero1tomlstl, marzo 1897. (') Vedi P. LY.R0Y·BBAt;l.111.U, Ripa.,·tu1on d~I rlch~$SU. - Dalle cifre che egli riporta si pu6 constatare (benchè egli non lo fnrcin) l'incremento dal 187:tal liiS di quella porzione di ricchezza. cen– sita che poi~ledono le classi superiori. Per I posus1orl di oltre JOOmila marchi, essa 11011 sarebbe cresciuta che di un millesimo. capitalisti('), ma questi aumentano di numero più presto degli altri; e diminuisce l'entità media della ricchezza da essi accumulata. Il Pareto, sturtiando con un suo metodo geome .. t,rico rappresentativo la distribuzione della ricchezza a Basilea nel 1854 e nel 1887, trova che, men tre nell'intervallo Basilea si é molto arricchita, la ri– partizione rlella ricchezza non ha molto cambiato. Egli inoltre determina un coefficiente il qua le indica il maggiore o minore spianamento, diremo così, della piramide sociale. Ora. trovando questo coefficiente per la Prussia, per l'Inghilterra, per la Sassonia in epoche differenti ('), si vede che in realtà la piramide sociale diventa sempre meno ripida, il che accenna appunto all'ingrandirsi con.., tinuo del numero dei piccoli e medi proprietari, i cui patrimoni, dice il Leroy-Beaulieu, hanno un incremento regolare ed ininterrotto, mentre l'in– cremento dei grandi patl'imoni è irregolare e a ~balzi. Queste ed .alfre osservazioni sembrano smentire l'opinione corrente nel partito socialista. Se i pic– coli proprietari tendessero a scomparire, dovreb– bero almeno in qualche paese diminuire di numero o restare staziona1·i, meutl'e, ad esempio, in Prussia cr-escono in ragione leggermente superiore a quella della popolazione. Sembra invece che le classi superiori accumu– lino una discreta parte della ricchezza, man mano si produce, senza per questo proletarizzare le classi inferiori. Kon si dimentichi, almeno pei nostri paesi, un graude fattore, il quale ostacola vigorosamente l'im– pulso dato dal macchinismo all'accentramento capi• talistico; esso è l'eredità. Un grande proprietario accumula e accenlra pel' tutta la sua vita; ma (come spesso accade a chi è ben provveduto) lascia una numerosa figliuolanza, tra cui si distribuisce l'eredità: ed ecco rinascere il frazionamento. ~farx_scriveva dall'ln~hilterra, il paese del mag– giorasco conse1•vatore d'accentramento e della li– bertà di testare, e forse questa circostanza ha contribuito ad ingrandire ai suoi occhi e a fargli generalizzare cotesto fenomeno. I proverbi: Il mondo è fatto a scale, chi le scende e chi te sale ; il ,nondo è /àllo a scar– pette, chi le cava e chi te niette; il rnondo è fallo a •ruota, ecc., rispecchiano appunto l'osservazione popolare del facile disgregarsi dei patrimoni, le cui briciole cadono in mano ad accumulatori, i cui eredi tornano a sperperarle, e cosi di seguito. Attraverso a questa 1•iddasi delinea il fenomeno dell'accentra– mento, ma non cosi rapido e deciso come si afferma, tanto che, put· tenendo conto di un'accelerazione nel moto (3J, se il socialismo non potesse 1·ealiz– zarsi su vai,ta scala se non quando la ricchezza fosse in possesso a quelle famose pochissi,ne mani, lo si attenderbba per dei secoli. Senonché, un fenomeno assai più netto e pili ra– pido è l'accentramento Jella produzione; ma questo non implica un coulemporaneo accentramento ca– pitalistico, pe,·chè vi supplisce l'associazione. dei proprietal'i, sia sotto forma semplice (latterie e (') Intendendo per tali quelli che possiedono oltre una data cifra. Ma non si dimentichi che l"importanza di questa decresce coll'andare del tempo insieme alla potenza d'acquilll() del danaro. {t) P.1.1tY.T0, Coui-s d' Kconomte 11olitlque, tome Il, p. 31!. J,o vorremmo anche per r1talia, la quale ,·eramente in ciò non fa testo, essendo lnduetrialmente poco evllup1>ata. Prende– remo solo dallo Spadoni l'esempio del Comune di M11.cerata,neJ quale Il nume1·0 dei 1>rop1"ietarl,In più di se\cenlo an11i, s! sa– rebbe ridono appena della me•t'I. (') A questa aceelera:done pu6 contribuire la decrescen:r.a della natalità (e quindi del frazionamento ereditario), ma anche essa è lenta.

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