Critica Sociale - Anno VII - n. 16 - 16 agosto 1897

256 CRITICA SOCIALE De emenclatione intellectu,, porchù nulla valo a me-– glio assicuraro la roliciti~ che far conosccro all'uomo per quali vio puO giungere al possesso della ,·eritil. Egli consacra i duu primi libri dell'Elica ai problemi meta– fisici, 1>oichè raputa lo conoscenze speculative indi– spensabili alla buona condotta ed alla vita operativa. Le scienie non sono fine a sè stesse; in tanto meritano d'e-..scre coltivato in quanto senono alla morale. Tutte le scienze dovono mirare a condurci alla sonana per– feziono della. natura umana. Non egli , 1 ien meno a questo premesso: lo deduzioni mctaflsicho di quella geometria inllammata in cui (]uol sommo pensatore gettò i massi granitici dol suo pensiero, sono rivolto a istillare tu. J)ace, a creare il r·cgno di Dio in noi, ad accostarci alla couosccnzll. di Dio, ronto unicn. di beatitudine. Il nisus idealo del suo sistemn ò n1>punto la beatitudine che si conseguo con h~ puriflcazlono dell'anima umana che si eleva in alto, llondo, como il saggio cantato da Lu– crezio, vedo svolgersi to1•bido o limaccioso in basso il torrente dello 1n1ssioni. Coclcstt1 ata,·msia, codesta. mirabile impassibilità.(non /lerc 1 non i,rdionari 1 .,ttl iutellioe1·e) con la quale egli, il soro, procedo inn1n1.i nello più alto vette del pen– siero, inebbriandosi nella contcmph1zionc mistica. della. uniti,, meditando il mistero della sostanza, affascinò poeti meravigliosamente equilibrati come il Goethe o poeti no,•rnstcnicamcnto impulsh•i come il Ileine.. \men– duo si sentirono soggiogati da quella fiera rassegna.– zione, da. quella quiete austera o sublime che spira dalle pagine doll't.'tica. Lo spinozismo supera pel con– tenuto suo tutti i sistemi ottimisti e pessimisti: pcrchè la vita non appare nlJ buona nè catti"a; essa è quale l'uomo vuole elio sia con la sua condotta o con la sua ra– giono. Qualora poi si Jovesso costringere tra le strettoie di una clnssillcazionc 1 snrclJbo certamente più afllno al• l'otu111ismoche al pessimismo. Chi afferma che il bono o il malo sono 1tp1uu·onzo,cho nulla ò , 1 ile nella. r.asa. di Giovo, che il principio di ogni virlil prorompe da.Ilo srorzo doll'osso1·0poi•conservarsi, cho l,l relicità. attende chi si scioglio thllltl dtlnnosiLsoma dello passioni, non si imbranca nelltl tribù di Schoponhauer, di llartmann, di Dahnsen, di Nietzchc 1 lutti n1·iani al cospetto di Dio e dogli uomini. La bronzea logge del salario del Lassallo non merita che ,•i si spenda attorno troppo puole, tanto più che l'o– dierna scienza economica Ila messo in quarantena questa calth a notizia .... del Ricardo. Ma quale no,·atore pra– tico, pcl ratto stcsJ.":O rho vuol rirl-lrmare, sia desso Con– fucio, Maometto o Cal,•ino 1 implicitamente non dice che te coso andavano malo prima che egli col suo rimedio inrallibilo non avesse trovato il modo di guarire ruma. nità inrermal ,\nch'egll, il Lo.ssalle, poggiò il suo si– stema. sulla bronzea leggo del salario, ma additò, con fer,•id11eloquenza pttSsionale, il mezzo di spegnerne la. deleteria inOuonz11con l'organizzazione del lavoro in imprese indipendenti, con lu. costituzione di associazioni pn1fe,sionali di produ:ione. Secondo il principio del J<"'orrcro 1 quanti tentano mo– dificare l'ambiente socittlosono pessimisti; o invece sono consciamonlo od inconscinmonte ottimisti, perchè am– mettono l'inlloflnita, capncitil di porrozionamento doll'n• manilù.o l'acc1·oscimonlopossibile della somma di felicità, Sonztl 'fUOSta.premossn, Lutero llOll /\\'l'ebbe predicato la rirormo, nò Giuseppe Mazzini ,~,·1·obbe lanciato contro i troni la bomba della GiO\'ino Italia, nò il Lassallo avrebbe propugnalo con tanto ardore il suffragio uni– versale e la conquista llOipoteri politici. I pessimisti sono tutti d'accordo nella rirorm:1. che essi ritengono vernmento salutare al genere umano: il miglior modo di redimere !"umanità per essi ò quello di sopprimerla. Il Marx,d'origine semita, vagheggiò, non la soppressione collotti,•a del genere umano, ma, con più serietà. scientiftca, lt. soppressione delle classi; o questa fu la sua gloria. Se il ratale andare dell"uma– nifa è determinato dalla lotta .tra:ica di classi (altra catth•a notizia .... semitica), ,·errà giorno in cui questa lotta cesserà, in cui questa società. nata dal rurto finid,. La signoria.capitalistica di una minoranza vieppiù esigua tiranneggerlì sino o. che la miseria. della maggioranza sfruttata spezzerà. l'indogno sudario capitalistico. Lo masso a,•vilitc, affamato, ma coscienti, orga.niz- 1.a.te o disciplino.lo abbatteranno In. rocca capita.lista.; suonerà l'Ol'lLsuprema. dei nababbi del denaro; gli ospropriatori sa1·nnno osproprinti. Incomincia la no– ,·ellu.slorin., ìl nmms ordo ab inleg,·o. Tutto ciò è pessi– mismo, Si, come il Dc Mona,·chia di Dante ed il Prfo. cipc di Machiavelli. Nò il Lombroso sfugge al morbo etico. La più alta concezione dell'illustro antropologo non è l'Uomo "di Genio, che molti problemi lascia insoluti e troppe •ra– cili obiezioni provoca e non esaurisce, ma l'Uo,no de– linquente. Chi negherà che a quest'opera augurale il Lombroso sia,i accinto per impulso etico? La quale congettura è conrortata dall'ultimo \'olume, pubblicato recentemente, in cui s1 compendiano i mezzi per pre– venire il delitto e per curarlo. Le misure proposte dal coraggioso prorossoro si estendono dalla cura chirurgica o medica ftno alle pili ardito rirorme sociali per com– battere l'alcoolismo, la miseria, i sistemi giudiziari. E lo spirito semitico, sitibondo di giustizia, ribelle ad ogni sopruso trionra. no' suoi articoli nervosi, vibranti di entusiasmo giovanile, che flagellano col sarcasmo lo ,•iltìL dei trissottini politicanti e le paure interessato dei tartufi dolla scionzn. Conchiudo: l'nnimll ebraica, avida sempre di felicità, si compiaco lii ideali mossianicf, i quali daranno la. la paco nl mondo. e Solenet momlo 1•egnino -- Giustfr:ia e libel'ià! » Da Isaia a Gesù, a san Paolo, da pinoza. al Marx, passa llLschlora di questi apostoli del migliorismo, che si struggono noi desiderio della relicità. e ndditano il modo di conseguirla. Il primo grido della Bibbin è un grido ottimista: annunzia. la bontà. del creatore e del crea.lo ; tutto Israele ha. ripetuto questo grido. Quindi la prod igiosa. vitnlit.i, 1 1>erchò i popoli rorti sono quelli che creJono cho la \'ila valga la pena di essere vissuta. Tra le tenebro della s, entura gli Ebrei appuntano lo sguardo nllo gioie luminose doll'a,•venirei battaglieri o anelanti all'aziono, quando non in,·enlano riscaldano le ideo altrui, le trasmutano in ror:ze atti,•e. Xessuna vio– lenza li piega, nessuna delusione li scoraggia: la relicit.à non ò un nome ,ano; essa. esisto o dominerà. quaggiù; il suo regno ò di questo mondo. Se verrò. giorno in cui questo popolo debba scompa• riro (o va scomparendo per l'opera dissolvitrico della civiltà), io credo cho 1 prima di scendere nella tomba, o.bbio. ben diritto· di rnr suo il voto di Enrico Ileino: < Si pongtL una s1rnda nel mio feretro; poichè io fui un l.Jro.vosoldl\lO nella guerra di redenzione dcll'u- manitit! » {/frttt). Ft :I.IC 't: MO.\IIGl,IA1'O. Ows1-:rn R10.ur10NT1 1 gerente 1·e1po111abile. MIiano, Tlpo1ralla dt:;11 Operal (Boe, coop,), c. ViU. Eman. 11-16

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