Critica Sociale - Anno VI - n. 18 - 16 settembre 1896

CRITICA SOCIALE 283 piccoli proprietari debbano ridursi nllo stato di eman– cipazione totale dall'esecrata piccola proprietà per go– dere l'inotfabilo dolcezza della liberfa più assoluta di crepare di fame senza un ostacolo al mondo. Se questa gente non è venula a noi ai nostri primi inviti, è uni– camente porchò non abbiamo saputo toccare i loro in– teressi, o li abbiamo invece urtati destando in loro un senso di ripulsione. Como volete vengano a voi, finchè esaltiamo la grande proprietà. sociale poi vantaggi della gmnde coltura, che non esisto ancora, mentre, senza bisogno di dimostrarlo loro, vedono tuLli i giorni che il loro poderetto è meglio coltivato del grande podere o rendo proporzionai mento di più 1 Como potete pre– tendere che essi debbano arrivare a delle concezioni a.strallo di fenomeni lonlani, menlre sono affatto privi dcll'islruzione elementare e non possono percepire che i renomoni di per sò evidenti che loro vien ratto di osservare quotidianamento1 Por attirarli a noi dobbiamo rendo1;ci accossi\)ili a loro, secon<lo i mezzi di cui essi dispQngono per venire a noi, o meglio siamo noi che dobbiamo discendere dalle nubi dolio nostre formol<', che crediamo scientiflche, ed accostarci alla realtà. dei fatti. Osserviamo, per esempio, quale runzione eserciti la piccola proprietà. Caratteristica, fra le molteplici nitre, questa: che assicura al piccolo proprietario il mezzo e lo strumento di lavoro, che senza di essa non gli è punto assicurato. Ma.voi mi gridate che questo mezzo e questo strumento si appalesano come nemici della coltura e della civil!J.\,perchè osaul'iscono l'uomo co– stringendolo ad un lavoro più intonso di quello del vero e proprio 1>roletario. Bene, sarà vero, ma vi do• mando: togliendoglielo, gliene dato un altro miglioro! - Più sopra ho dimostrato di no; supponiamo di sl. È proprio necessario toglierglielo! Nou si potrebbe per caso semplicemente sostituirglielo con quello più pro– gredito conservandogliene la. proprietà? Mi paro di si. La cooperazione qui avrebbe proprio la sua runziono specifica <la esercitare; introdurre il pcrrezionato stru– mento di lavoro e il metodo scientifico da applicare nella. coltura. Ma voi mi gridate ancora cho sotto i li– neamenti del piccolo proprietario già.si scorgono formati quelli del proletario, che sotto lo apparonzo della vita l'organismo della piccola proprietà manifesta il dissol• vimento, elio insomma ai socialisti non rimano che dare all'uno o all'altra l'assoluzione in ai·ticulo mo1·tis di ogni loro misratt.o, dar loro onorata. quanto illacrimata sepoltura nel grande cimitero capitalista. cd attendere il giudizio universale collettivista che non può tardal'c. Tutto 'il resto, che si volesse rare por salvarla, tentali vi inutili, ricetto buono sollanto por lo speziale capitalismo, che ce le vende ridendo sotto i baOl per la dabbenag– gine nostra a prenderle sul scrio. Fu già dimostrato da altri (cd io non ripeterò qui gli argomenti addotti) che la piccola. proprietà ò tut– t'altl'O che moribonda e che non accenna a sparire cosi subito, sebbene dia parecchi segni di disagio non lievi. Ma io anzi voglio credere a quanto dico la Commissione relatrice al Congresso, cho sia proprio in e.ct >·emis. Ed allora 1 Allora, visto eho è condannata a sparire. perchò lasciarla ancia.re ad ingrossare i profitti ai cnJlitalisli 1 Proponiamo di socializzarla subito e sia affare finito. Qui mi po.re di vedere i relatori sorridere. Ma, se viene ingoiala, è perchè un creditore vanta il diritto d'appropriarsela per soddisfarsi del suo credito. Por dichiararla proprietà. sociale oggi come oggi, o bisognerà pagare il creditore (e come fare?) o spogliare il piccolo B b ,otec:i C ,no ,a cc proprietario del podere e il creditore del eredito. Ciò è, oggi, impossibile. - Non tanto come può pa.rero. Ed è questo, semplicemente questo che io propongo e sul serio. 1'ulle le J}iccote J}1·op1·ielitsiano dichiarate di pi·o• p,-ietà. sociale. fai ecco come: nndendole inalienabili. . . . Che cosa ha. di diverso da una proprietà socio.le o nazionale un podere, un immobile qualsiasi, inaliona.– bilo1 li concetto di proprietà. vigente da. noi ò il jus 1llendi cl abulencli. Una proprietà inalienabile perde hl facoltà dell'abuli o non conserva che ltL prima. i\fa la. proprielil socia.lo non ha rorso il concetto solo doll'uti? Dove varia non ò che nell'estensione del diritto. Ma, so si considera appunto che questa. estensione nel caso pratico nostro ò molto piccola per rinflividuo cho no ò investito o che quindi quel suo rcdclito, che attual– mente ò esclusivo ad un dato individuo, molto proba– bilmente, dirci qua i certamente, in regime collettivista. sarà. facilmente supol'ato a ra.vore Ji tutti, pcrchò non proclamel'emo noi, JJer intanto, JJor quei pochi, non potendolo per tutti, il principio dell'inalienabilità della. piccola proprietà o relativi strumenti di lavoro1 SariL sempre un tanto di soltratto allo rauci del capitalismo cd assicurato al piccolo proprietario lavoratore, che si troverà cosi in sempre miglioro condiziono di lotta del vero e proprio proletario, intanto elio si sta ad aspet– tare che gli eventi maturino. Mi si potrì~ qui obbiettare che, rendontlo duratura, eoll'inalienabilitit., questa rorma di proprietà, si renderà. do! pari dura.tura. la rorma di cultura. attualmente in vigore, la piccola, e cho questo ò male. Ma in principio ho già. dimostrato che runa. cosa e l'altra sono affatto indipendenti o che anzi ora quella appunto una dello inesattozzo in cui, con altri scrittori socialisti, la. Re– lazione al Congresso era caduta. Quando alla grande proprietà sari, applicata la grande cultura, anche alla piccola.si ronclcrà indispensabile adottare i nuovi e 1>iù progrediti sistemi per potersi mantenere in condizioni di lotta meno impat·i che sia. possibile; od allora sor– gcra.nno, procreate dal bisogno, lo Società cooperativo che associoranno i piccoli poderi per poter adottare i nuovi strumenti e produrre il più o il meglio possibile. Ed ecco c1uiche la. soluziono proposta da Oonzo sarà. fatalmente utile e necessaria. Ma.frattanto noi, agitando la bandiera dell'inaliena– bilità dei piccoli poderi, aHomo attirato a noi questa gran ro1'"lafinora conserva.trico e reazionaria, senza por 'ql.1csto ostacolare per nulla l'avvento del collettivismo. Poichò il pro\·entivo insegnamenti) froobeliano dello fol'zo di lavoro associato su proprietà. del pari asso– ciato, non che non provocare la ripulsione in questi clementi verso la. nuova forma di proprietà sociale, li renderà desiderosi di acquista.ria il più presto possibile, pe!'chò avranno già. avuto la dimostrazione pratica che essa sarà loro più utile; e quando il momento critico del passaggio dall'uno all'altro sistema. si renderà ino– vitabilo, saranno no:Stl'io preziosi alleati. Mi resterebbe ancora. a dire della 1>ossibiliti, cho il Parlamento decreti o no tale leggo. So si, mi si può osservare che poche saranno le proprie!...\ cho resto– ranno da rendersi inalienabili. Tutto quello oberate cli debiti saranno distrutto prima. e per il ratto della pro– clamazione della legge. No, il debito ipotecario può tl'asrormarsi in obbligazioni al portatol'e assunte dallo t.ato e codule ai creditori, sulle quali si corrisponderà un equo interesse legale, pagato allo Stato, come una imposta, da ciascuno dei debitori, in ragiono del debito

RkJQdWJsaXNoZXIy