Critica Sociale - Anno VI - n. 18 - 16 settembre 1896

282 CRITICA SOCIALE troppo per noi. non è. All"accentramonto capitalista in– dustriale, per quanto lo consente l'intima sua natura, attivo o positivo e produttore o 1>orfozionalorodi slru• mC'nti di produ1.ione o di lavoro, vediamo in Italia so– stituksl un modo d'acconlramonlo 1,auivo o negativo, lo chiamerò cosi, cho non produce so non l'impoveri– mento progressivo dell!\ nazione, uccidendo tutti gli srorzi Individuali alti a produrre o perrezionaro lo strumento tecnico di lavoro. Questo modo di accentramento si opera non già. per virtù della forza caratteristica lici tapilalo, ma per mozzo del pamssittsmo più spinto o mortaio applicato e man– tcnulo por mezzo del potere politico. Chi ha denaro in Italia non impianta con osso Industrie nò lo applica all'agricolt.ura, mo. lo eom·orlo in cartello di rendita., in obbligtlzloni dello Stato o doi Comuni o delle Opero pio, o in azioni di lmproso assuntrici di nppalti o ror– nitm·o o gestioni di aziendo dolio Stato. Como runzionino sifTtltte imprese, tutti lo sannoi è il rurto organizzalo su vn.sllssinH\ scala del denaro pubblico, complici lutti i poteri nlti o bassi dello . lato.(') E di qui la creazione di una. mncchina burocratica spaventosa., l'enormità dei bilanci della. guerra e rnnrina o dei lavori pubblici, che lutti sanno come spendono i loro denari, le losche imprese coloniali, gli affari dello Hanchc, della Regia, i carrozzoni rcrro\'lari, lo so,•,•onzioni scandalose, o ,•ia. via tutto lo bollo coso notissimo ngli italiani. Quando un povero cristo di piccolo proprietario, derubato do.Ilo im1>oste più gra,·oso che si intligg11.noin Europa, ù costretto a lasciare nelle raucl dello strozzino o del– l'esattore il misero podere. noi ,·ediamo che quel podere non ,·a già ad Ingrossare un lati rondista, il quale vada uccidendo, coi più perfezionati mezzi di produzione e colla concorrent.a inerente, il piccolo possidente, ma passa o al signore roudale, elle colti,•a i suoi campi J)Oggiodei piccoli proprietari, o ad nitro disgraziato, cho ha a11pona i soldi por lo spose notarili, e che pa– gherà., soLto rorma. d'ìntorosso dol debito ipotecario di acquisto, tlllo strozzino, tutto o quasi il prodotto dol poderetto. Domani i progressi ratti fuori d'Italia. mi– nacciano di portarci la concorrenza doi prodotti stra• nieri in casa 1 I grandi proprietari non si dànno già la briga di introdurre essi puro i miglioramenti raggiunti altrove, ranno invece ,,otare dal governo un dazio di protoziono, non importa se si risolvo in un dazio nuovo sulla rame, e il loro cespite d'entrata~ che min:1.ccia ,•a di diminuire, è mantenuto al livello normale o magari aumentato o non si cerca più in là. Ad ogni nuo,·a rninnccia è un balzello che cresco e la.miseria nazionale che aumentil spuentosamenle, ò un vero regresso intellcLlualo, tecnico e fisiologico elio la nazione compio. E cos\ fluo a che il potere politico non passerà. nello mani del 1>roletal'iato. Ma qua.odo questa grande forza passerà al proleta– riato, che cosa credete si potrà. socializzare! ~lontre altro,•e, dovo la borghesia. ò e si mantiene industriale e 1>rogressista, i prolclnri al governo non avranno che da. cambiare il nomo alla vecchia ditta. composta di pochi soci e chiamaro nlla parlocipnziono degli ulili LULtigli azionisli clelhl sociolà, elio sono i hworalori, (1) lll\1111O rntlo Il giro dei giornali In que1U giorni del Jlr..epeUI, di fo nte uffi ciale, dal quali rl1ulla come gli appaltatori cerchino In gt 'ner:1.le- e 1peuo vi rlucono - atracclando caYllli ed lm– planl ando li tigi, di carpire allo Stato, ad opera raua, enormi somme di giunta, molte "Olle 11ul plà di un'altra. volla Il pru,o atlpulato. SI tratta, orni anno, di dledne e diec.loe di milioni. (Nota della CRITICA.). ed il capitale e gli strumo11ti necessari alla produzione vi saranno; a noi, continuando così, non rimarri1. da soclalizznro che il gran libro del debito pubblico. E ,,i polelo immaginare che grande allegria vorrà ossero ! Non vi sarù. capitale, non vi saranno strumenti di la– voro! Bisognerà croarci lutlo. Jt:ppure il grande accen– tramento capitalista si à ancho qui avveralo, come fuori; non ,·i sono più, o qua.si , piccoli proprietari, le grandi ricchezze sono onche qui in poche mani; ma sono di carta; tulto o quasi è monopolio di pochi. Co no sarebbero altre ancora, di queste inesattezze, che conducono a giudizi o a conclusioni, se non del tutto, In gran parlo errali; ma por oggi mi bastano rp1esto o vengo a ciò cho mi promo di più. . . . 1:u giù. rilovnta dal Bonzo l'hle1t, direi qua.si fissa, ùi Bissolati di volere tHI ogni costo. colla sua « visiera nl1.nta », prolotarizznro i piccoli proprietari per rcnde1·1i alti a. dh•onlare socialisti. Ed a questo concetto è ,·enulo necess11riamcnle dal presupposto che accentramento capitalista equivalga sempre e dappcrtutlo a progresso Lccnico e a perrezionamcnto elio diversamente non si potrebbe raggiungere. Dove invoco si possa arrivare, o a parer mio si dovrà rat.almente arrivare, in Italia, con questa proletarizzazione, l'ho pili sopra dello: ad una condizione di cose molto peggiore e deteslabilo dell'attualo. Se cosi splendidamente pl'Olotarizzati (io dirci abbrutiti) i piccoli propriolnri siano davvero più atti a diventare doi SO(·ialisti come vuole Bissolati, lascio al lettore di immaginare: io non lo credo. Ma supponiamo pure che, Invoco di arri,·are all'e– strema miseria, corno penso si arriverebbe qui da noi, si arrivasse 1ollanlo 11.llamiseria a cui giungeranno i la,·oralori inglesi, francesi, americani e via dicendo; ò proprio nece11a,·io, fatalmente imli1J>ett1abile che questi piccoli proprietari diventino dei miserabili nel modo più assoluto porchò il socialismo av,•onga, o, per do– mandaro di mono, perchà il partilo li attiri nella sua orbila 1 Bissatati o con lui i compagni della Relaziono presentata al IV Congresso dicono di SÌ i io dico di no. Vediamo. Supponiamo por un istante rappresentala da a: la rendila di un piccolo podere, di cui gode, miseramenlo fln che volete, ma godo sicuro un piccolo proprietario. Supponiamo ancora che io, che scrivo, possegga in un lllolo dello Stato altrettanta rendila. o:. Nel primo caso Dissolatl ha dotto o dico che, perchè il piccolo proprie• lario che gode quella rendila. x diventi socialista e il socialismo avvenga, ò necessario che egli perda anello quella misera x, non monta se ciò lo esponga a solfrire i tormenti indicibili della disoccupaziono e della ramo. Noi soeondo caso.... finora non ha do~lo nulla., m&scom– meLlo cho direbbe, ed io con lui, che non è per nulla necessario che io perd& il mio lilolo di rendita perchò il socialismo av,,eng&; che, anzi, di tanto le condizioni in genero di chi apJltlrtione al partito sono migliori, e Jliù vantaggi può ritrarne il partito stesso, se11zache sia por questo ostacolata l'ovoluziono sociale vel'SO il colletth•ismo. Vedete cosa vuol dire avere un pezzo di lerra. o un pozzo di carta che vi assicuri la vostra m!– sora rendita a;, Nessuno dei duo capitalista, ma. lutti o duo piccoli proprielari o la\'Oratori insieme. Al pl'imo bisogna togliere anche quel poco, al secondo, anzi, se rosso possibile, aumentarlo: ironia del destino e.... della logica. Frattanto non esito punto ad affermare recisamente che non ò niente alfatto necessario che tutti questi

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