Critica Sociale - Anno VI - n. 7 - 1 aprile 1896

108 CRITICA SOCIALI! eaiione del padre Curci, apparsa. ai timorati cattolici di allora poco meno che un ·eresia di pinza! Leone Xlii nell'Enciclica del 1890 al clero e al po– polo Italiano, dopo a\·er dipin10 a. roechi colori la. si– tuniione politica e religiosa d'Italia, così conclude,·a. rivolgendosi agli eccle:siastici: e (tLcciamo appello al ,·ostro zelo e al vostro amore per le anime, ar11nchè 1 compresi della gra.,•ità del pericolo che esso corrono, avvisiate ai rimedi e tuuo poniate in opera per iscon– giurarlo. Nessun mezzo è da trascurare che sia in poter nonro: tulle le ri:1orse della parola, tutte le industrie dell'azione, tulto l'immenso tesoro di aiuti e di grazie che la Chiesa pone in nostra miu,o, sono Ja adoperdre ... non che serv1nu della stamp11. u promuovere le opere cattoliche ... » Questo mOnito pontificio che, lanciato in tempi nor– mali, era. rimaslO pressuchè inai!icullato, col precipitare repenlino degli eveuti, cullo scoppio d1 sc1tndall 1111a11- 1.h1.rle polaici, cogli anoutu.t1 o lo rivol10 della rame che scos1u1ro la s1cure1.za.dello ch,ssi duminanti, aquistò a un tratto tutta lll po1en111dell'a.ttualltò. u dell'oppor– tunità. Me1Hrele clahi dommauu iucow111c1aronoquin,li a. se1Hlre Il bisogno dì ralfurure i rreu1 lllOr,dì, 11 clero vide gmuto 11 wum1::nto di r1gu11.Jagnare il terreno perduto. f; iuteressante cons1atare come questo mo"imento cler1co,Suehlle 8i è rauo più vivo od &u1vo uelle regioni d'lt.1111.che per il magg1ure progresso economico suno dtill'mvaderu del suc1al1smo magg1orrnento mlnacc1atc. Cos\ in Lombardrn., 11t,lrEm1lla, uel Piemonte, nel \'e• neto o nella Ligurrn. il movimento, aiutalo diii ricchi che vedono in esso la propria d11'1::sa, ha J1sp1egato una particolare energia. - E vediawo por isua overa sor· gere e molt1pl1cursi ogni giorno assoc1utioni operaio cattoliche, cooperatlvti, r1crea1ori, 11egru1ar1ati del po– polo, casse rurali. E per tnègtlo r1u11cu·e nell'rntonlo veduuno trar prut1uo dell'u1ga11 1zza:r.toneparroccl 11ale della chiesa e mettere a scrv1i10 la parola. e J'o~era poteu1iss11ua. dtii \'escovi, dei parroci, dei predicatori, cerc1uiJo 1mpadromrs1 dei munic11u e 1.h,lle11mm1111stra• iio111pubbilche pe1·e.ste11dere, come dicono essi, ,t ,·egno cli c,·i.sto tJ ,·ico11durre a lui i (l·atelli ll·aviati. Ma il cur·ioso si ò che per ciò non r1co1Tuno pili. ai mezzi mor1.1.h della. pregl11era o llell1:1.prnpaganda relt– g1osa, ma cercano 1mp01·s1, sen·eudosi, corno arma, delle 1s\.1tuzioni economiche. Hanno compreso che il mìglìor modo di co1n•iucere gli increduli e tenore il popolo nella loro dipendenza ò di pigliarli al laccio dei bbsognì materiali. e Se la parrocchia è per metà cristiana. •, scrheva. nel rascieulo del 16 novembre 18% la. Cioiltll catlolica, e il parroco zelante ronderò. la sua cassa ru– r1tle in quella. metil cristiana e sarà sicuro di ricon• durre a sè, a poco a poco, anche l'altra melà non cri– stiana. Se n'è ratta Jtià ottima prova in cento luoghi.» Ed ò con questi m"todi cho i preti, suporiori u tutti per potenm1.lità economica, sperano dh·ontare signori della situaiione 1 conressando cosi rimpotenza dei loro van1atl meui spirituali e trasrormandosi conseguente– mente in un partito politico e settario. Vinceranno 1 Riusciranno essi a conciliare gli inte• ressi an1agonis11ci delle due classi In conflitto e ad impedire lo fatale andai·e del socialismo 1 I primi a non aver\'i fiducia sono gli stessi conserwa1ori. A natole Leroy Beaulieu, commentando nella llevuecles dettw mo11de1 (tom. 110 1 anno 1892), l'Enciclica ponti- ficia sulla questione operaia, constata\'& la ,·aniià degli espedienti conservativi suggeriti da Leone Xlii e me– lanconicamente concludeva: e .• fino nelle unioni ope– raie o nei Circoli cattolici rormati dai padroni religiosi colla. benedizione della chiesa, da Industriali cris1iani 1 lo spirito di sospetto o i rancori di classe sono pene– trati; i padroni o gli operai cho si inginocchiano ac– canto, du.vttnli all"Agnello di Dio, hanno sentito passare in mezio a loro un alito freddo di gelosa dimdenza. Nell'operaio cattolico medesimo, l'operalo è sovente in lolla col cristiano, e da questo duello, il cristiano non resta sempre ,,1,torioso. » Il movimento sociale-cristiano, come tutti l mo\·i– menti che teni ano consAr,•aro vie1i sistemi, è d1 natura ernmera, o che - utopia della reazione - vagheggi comporre il confli110 sociale curando le conseguenze sen1.a togliere dì mezzo le cause e cerchi arrestare i progressi dell'inrlustria, srorzan,losi di ritrarla alla passala ro1·ma corporativa - o clH~,pnì avveduh>. miri a non precludtn•si la via per poter tlumani porre in sal\'o i p1::nati, accettando, come Ollgl e come sempre, il rauo complu10 e coones1ando il ru,uro ordino di cose con nuovi passi delle Sacre scritture. ( 1 ) DOllENICO SrADONf. (') Il P. Oll'\arrhlno \'entur"• In un dluor,o fmte&re pei morti di Vie10111 rerlt,.,o "'' t7 11oumb.-e del lll4if a Hm1M ,id1a r111e,a d( S. A•Hh•,a della Val,e, so,iene,a rhe l'AnoJ11t11mo e ptJgaoto e )1 u&e.-,d d crllrlt1t1II e rhe quindi• la l'IIUU del!• ltherl.\ che li du1ruteva allura 111Muropa, o•·e colh, 1>1rol1,o,·c rol rerro, e pe.r la qul\le tanle anime ge11ero1e ave,,ano uhmu1num1e a Vhm11a. e altrove 11rnru110 11aaugue e la Ylla,era In fondo la c1111&2' della vera Rellglt tne ... • Il P. ven1ura lntendevn co1I di 1111011111.re la li– beri!\ 11.ll :i rel1g1011e, convmto che.• Ile la Chleu n on mftrctrà col popoli, nun 11erque,tu I 11011oli s1 r.. rmeranno dal marciare, n1a marcl!rarmo ""'nzi. la \.bieta, ruor1 dtlla Cl1le11a, controla Ch1e111a •; che,• h 11 clero nvn cammluuà col JJOllOlo, 1arll 11ch1arcJ11to d:tl l'OIJOlo,. e t:h11• 11a:1cer,1ote de,·e parllrclvare itl 1110,tmf!nlo po– hl co del l)OJKtlo,11011 l>'lr rl1cald11rne le pau1ont, ma iwr re11ri– mtrne w:h i111ntl, 11re,en1r11e gli ecC1"UI ~ 1,1:11ld11rt1• e regolarne 1'11z1on"; r1m11ne11do Htraueo ~rJo:rà l'mnul:!11ta sul 1101,olo .... ,. LAVITA DICAMPANELLA Il. Nella p1•ofa1.ione al suo All,,.isnP,slriwnphatus ('), C:unpauella mu•ra le p1-oprio soffc1·on1.o. « lo sono stato l'inchiuso in cinquanta prigioni e sottomesso sette ,•olto alla pii, atroce to1·tu1-a. L'ultima volta essa durò quaranfore. Legato con funi strettissimo che sempre mi seg,wan lt, oitsa, pe11doudo. cou le mani a,•,•iute dietro. sopra un almti~simo legno, il quale nelle 1>arti <loretane ml divorò h, i-osta parto dt,ll,l ca1·ne, e la ter,Na boHe dicci libbl'e del mio sangue. Dupo qua1·anfo1•0 cre,hmdomt mo,·to si pose Ono al mio supplizio; gli uui m"in~iul'iavauo o poi· ncc1'8scere i miei dulo1•i essi scuotuvano la co1'(la alla quale io Ol'Osospeso: gli altri lod,wano a ba!4sa voci;, il mio COl'agi;io. Nulla ha 1>otutoscuo– termi o non mi si è potuto sti·apparo una sola pa• rola ('). Guarito fiuahnente per mi,·acolo dopo sei (I) AlhelUtM.r tJ•(Mmphat.u (t.'a1ei1mo ,lnto) pubblicato nel t631 (u rllorto oon1ro CamJJanella, prl!let1det1doe1 eh@, pur l'lng.-ndo di c.,m111111ere"Il •tel. ,gli a,e..q.e Yuluto ruor1rll C'ùlfornir loro ar«omentl 11.1 quali eul nun aYeano 1111\1 pe111ato e rl,p,:mdimdo•'I multo d@bolni!!.nt . ; uno dei ,uol 11ffer111ri dire c-he 11suo lll.1ro 11.l'rebhe do,utn h1t11ul •r~i At1Vf.rm11.r h-lumpflcrn.r, 1') Campa1w1\11, rhe in 1ut1i I ,uoi 111rr1t1I ,erb11 Il 111llentloaugh avvemmtrntl cl1e hanno prodotto la •ua 11r111ionln. pi1rltl lll!lla cwa aetSOie del eu11plh,I da lul aotrertl: • Un lllo1ofo •• egli dice con nereun, • nono11a111e l torture che I euol nemici gli

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