Critica Sociale - Anno V - n. 4 - 16 febbraio 1895

CRITICA SOCIALE affermazione distinta e caratteristica. Ciò si verìftca nel caso dei ballottuggi. Quando il partito ha ottenuto già. I&.sua affermazione, quando esso si trova di fronte a una scelta (orzata, esso può, ed è bene che lo faccia, appoggiare il candidato che più si comprometta in senso favorevole alla vita del partito. )la voi cadete in contraddizione, ci si grida. Se nel ballottaggio è bene votare, ad es. pel radicale, perchè allora non appog– giarlo a primo scrutioio1 Povera obiezione alla quale è facile rispondere cho pi·ùna di tutto il partito deve essere, ossia affermarsi. Poi, messo nell'impossibilità. di ripetere raffermazione, dove regolarsi con altro cri– terio. {') Nè va dimenticato che, per l'art. i4 della Legge elet– torale, si ha il ballottaggio quando nessuno abbia otte• nuto il sesto dei voti degli elettori iscritti e più della metà dei votanti. Ora, o il partito nostro è forte abba– stanza - e non occorre che sia una gran forza - da determinare il ballottaggio, e allora anche tu, Turati, riconosci la utilità di averlo determinato: o ò così de– bole che, unito al partito di opposizione, non riuscì a. sopraffare l'altro avversario, e non gli si potrà far carico di aver la., ·ora.to per la. reazione governativa ('). Senza noia.re da ultimo che, spiegando la. sua. bandiera, il nostro partito ha un'influenza che certo non avrebbe lavorando in coalizione; e che quest.'\ influenza., acqui– stata nella campagna di primo scrutinio, esso la può volgere poi a favore del candidato di ballottaggio, avendo innanzi a sè, utile non disprezzabile, una. seconda set– timana. di propaganda e di agitazione. Seguendo questa linea. di condotta, il partito attua quel provvido egoismo che per un partito è stretto do,·ere e che si concreta nel precetto: ricavare il mas– simo profitto dallo circostanze, e dare agli altri solo quel tanto che è necessario per favorire il proprio sviluppo. La morale dei partiti è una morale di lotta: e il par– tito socialista, che rappresenta la lotta contro tutti gli altri, deve seguirla anche più tenacemente o bru– talmente. Dopo ciò, mio caro contraddittore, dovrò io fermarmi a esaminare certi tuoi piccoli argomenti usati nelle nostre dispute, forse più a. sbizzarrire la tua. naturale arguzia che a. recare luce nell'argomento che ci intrattiene 1 Dovrò protestare contro quel birichino <lubbio che tu insinui circa la saldezza. della mia opinione sulla tat– tica, valendoti di quanto io dissi al Congresso, dove narrai che i contadini nostri compagni, convocati per pronunziarsi sull'argomento, si manirestarono recisa– mente contrari alla tattica transigente, malgrado cbe noi avessimo esposto loro, con perfetta. obiettività, le vostre ragioni1 Ah dunque - mi dici - tu hai esposte le nostre ragioni? Tu ne sei dunque persuaso? No, Fi– lippo. Noi ci tenevamo a che i nostri compagni deci– dessero con coscienza, e ci siamo quindi ratto un do– Yere di spogliarci dolle convinzioni nostre personali per saggiare sinceramente le loro disposizioni. Era questo, ci pareva., un debito di onestà morale, tanto più che li avevamo convocati per potere, con fedeltà, portare il loro volere al Congresso. (I) Su questo punto Il Pram1iolinl donlanda: In una lotta lra Cavallottl e cr\gpl, per chi voterellef Rispondiamo: 1>erPram1lo• lini, a primo scrutinio. Nel ballottaggio, per Cavallottl se questi sia stato superiore di voti al Prampolinl, l. b. (') Qui l'errore logico consiste nell'ecceuo di logica; .nell'ap– pllcadone della forma semplice aritmetica al complessi fatti so· dali, ogaia morali. E lo dimogtreremo. (Nota della CRITICA)- B1h1oter C 1noB1arcc Noi, dunque, non riuscimmo a ottenere la loro ade– sione alla tattica vostra. Voi sì, l'otteneste, dai vostri compagni operai di Milano. E sia. Ma un dubbio mi assale: ed è che su loro non abbia fatto troppa presa un argomento che io vidi fa.r capolino nella Lotta a proposito del caso di di Silvio Cattaneo. Ivi si dice,'a: Vedete operai? se i democratici fossero al Comune, questo vostro compagno non sarebbe stato licenziato. Un argomento poco degno, in verità., di un partito che sa come il caso del Cattaneo sia tutt'altro che un caso. Eh, se anche noi, ai nostri compagni contadini, avessimo detto: aderendo alla tattica transigente, il pai:lrone non vi darà noie e vessazioni - qualche adesione alla tat– tica. transigente l'avremmo raccolta. Ma se ci poniamo sulla strada di questo genere di propaganda, se la nostra speculazione sul metodo ha da ridursi a. va– gliare da che parto sia il minor pericolo persona.le, pos• sia.mo allora spegnere il lume e andarcene a. letto! Non è -vero 1 Filippo? lo non dubito che su questo mi darai perfettamente ragione { 1 ). E non val poi la pena che io mi fermi a conrutaro la obiezione che tu ci fai, tratta dalla analogia che a. te sembra di vedere rra. il nostro atteggiamento e quello dei mazziniani, i quali, appartatisi <laimondo por paura dei contatti, inzitellonirono e isterilirono. Perchè nò il loro isterilimento è da attribuirsi a codesto loro con– tegno, sì bene all'essere cotestoro un partito di ideologi in arretrato, senza fondamento nella vita materiale del popolo; nè noi ci siamo sognati mai di appartarci, di sfuggire la lotta, della quale anzi facciamo la ragion suprema della nostra vita. Queste tre argomentazioni, a cui ora accennai, sono però argomentazioni di contorno e, direi, di deco– razione. Perchè il midollo della tua tosi è là dove affermi che bisogna ora dimostrare al popolo che esso può e deve attendere dal radicalismo la 1·edenzione politica. Però soggiungi: e anche questa in limitata misura e solo in quanto le sue proprio forze - (del proletariato) - no rrancheggino e ne srorzino l'opera.• Ora io ti domando: qua.le vi ha altro mezzo per svi– luppare lo forze proprie del proletariato, so non è la cura. di sviluppare in esso, quanto è possibile, la co– scienza. dell'antagonismo rra i suoi interessi e quelli di tutta la borghesia.? Forze proprie, vogliono essere, e quindi distinte anco da. quelle dei radicali. Ma come formarle e come educarle se, dovunque ò possibile, non si ra. la lotta di classe onche contro a.i radicali i So questo non fate, come tratterrete il cervello del conta– dino e dell'operaio sulla china sdrucciolC\'ole del se– guente ragioirn.monto: « il radicalismo mi dà, è vero, sol– tanto la redenzione politica: ma, secondo i socialisti mi hanno sempre insegnato, la. redenzione economica non può ottene?'fi che colla. redenzione politica; dunque rappoggio nostro ai radicali sia. pieno, completo, asso– luto. Quando anemo la redenzione politica, allora sol– tanto faremo della lotl;l, di classe, ra.romo del socia– lismo.• Ed ecco trionra.nto la. ramosa teoria « del fare un pezzo di strada insieme •, del « fa.re il fascio della de• mocrazil\ •, ecco naurraga.ta quella autonomia. che pure voi mostrato di voler conservare, ecco il vero o proprio suicidio del partito. Perchè, mentre si a.fforma nella chiusa dell'articolo della. 01·itica (ultimo numero: Sulla tomba dello Slalulo) che ogni lotta. politica. è lotta di classe, noi toglieremmo, (1; Perfettamente. (Nota tùlla CRITICA).

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