Critica Sociale - Anno V - n. 4 - 16 febbraio 1895

54 CRITICA SOCIALI!: tando precisamente contro la prevalente tendenza al– l'affinismo più primitivo e più inorganico. Or non son queste certo le condizioni di un partito adulto o anche adolescente: quesle sono ancora le con– dizioni dell'inranzia. E io non caddi in conlraddizione, amico Tanzi, per avere appunto affermato che il par– tito non è ancora ùscito dallo stadio di formazione primitiva, pur dichiarando di credere che sia suonata. l'ora della funzione storica.del partito. Si può infatti essere nati ma non essere usciti dalla prima. giovinezza. Nè io dissi mai quel che tu, Tanzi, mi fai dire per pii\ agevolmente confutarmi: che, cioè, in Milano siavi la coscienza so– cialista cosl eccezionalmente sviluppata da consentire ivi senza pericolo quel che altrove è pericoloso: no, io dissi invoca che voi, duecento o trecento socialisti, potete aver erroneamente creduto che la massa fosse, quanto voi, evoluto. o cosciente. La stessa massa mila– nese, infatti, sulla. qunlo lavorò prima il partito operaio e poi il socialista, non mostra. di avere toccato uno stadio molto avanzato di coscienza., per quello, almeno, che se ne può giudicare dai risultati elettorali fino a ieri ottenuti. (') Se, dunque, tali sono Le condizioni reali del partito In rapporto agli slrati di popolazione che esso ha per uf– ficio di guadagnare al suo movimento, è chiaro come la rigidezza. del metodo si imponga. Tanto più. che il principio della conquista dei pubblici poteri non è tal cosa che, appena enunciata, possa venire subito com– presa, almeno nel senso caratteristico che il partito socialista le attribuisce. Come la conquista nostra si distingua. dalla conquista che dei pubblici poteri venne e viene rattu. dagli altri partiti affini e non amni: come e porchè ossa abbia un carattere eminentemente rivo– luzionario: q11esto è ciò che più riesce difficile rar pe• netrare nella coscienza. delle masse naturalmente apa.te e sfiduciato dallo sfruttamento elettorato dei partiti borghesi. Oli ò perciò che il qu'en dfra-t-on è precisamente la prima domanda che il partito dove porsi in ogni suo atto: noi senso, cioè, che deve sempre domandarsi quale erretlo sia per produrre sulla coscienza popolare: deve domandarsi quale sia lo stato di questa coscienza, per non lo.sciarsi trascinare dai facili giochi dell'astra– zione, lontano dalla realtà vivente, sulla quale esso deve agire. Noi vediamo infatti, come anche là dove il partito non solo ha toccato la piena adolescenza, ma ha raggiunto lo stadio della completa virilità., ivi pure isia assorbente la preoccupazione delle impressioni della massa. Ho qui, sulla scrivania, un geniale lavoro del Kautsky (Der Parlame11tarismus, die Volksgeselzgebu111J und dic SOzialdemocralie) edito nel luglio del 1893,nel quale si afferma e si dimostra che il sistema del ,·efe• t·endum. non può per ora essere caldeggiato dal partito socialista, perchè turberebbe flua massa il criterio della distinzione del partito nostro dagli altri, costrin– gendo alle alleanze, togliendo importanza alle finalità. del partito, smussando, nella prosecuzione•dei fini im– mediati, le punte della lotta. di classe a favore della democrazia borghese - colla quale, in nessuno stadio della sua vita o neppure sotto la lunga pression~ delle leggi eccezionali, il gran partilo tedesco ,non ha mai ( 1 ) Queslo • Ieri • fu tcrltto prima delle ultime elezioni i le q11nll han110Invece dlmoalrnto - godo riconoscerlo - che Il partito ha (l.lto del gr11n1IIpual nella co1cicnu 11opolare, malgrado, anzi per etretto delle leggi eccezionali. Il che dovrebbe però ru penuaal gll nftlnlstl che, per rHlatere alla reazione, e 1upcrnrla 1 partito puc) ben contare ,ulle proprie nalurali e insopprimibili energie. ,. b. trovato necessario - salvo ne'ballottaggi - di coaliz– zarsi sul campo elettorale. ( 1 ) . . . Ma il nodo vero della questione si riduce qut: è egli accertato che, nelle attuali condizioni, l'unico o anche il miglio,·e modo di salvare lo sviluppo del partito sia la. coalizione coi radicali 1 Ed è quindi da ritenere che il partito radicale o democratico abbia in sè la rorza di ridarci quelle libertà. politiche che il partito oggi al potere ci ha. tolto 1 lo non so qui direndermi da due ricordi di genere diverso, ma che puro toccano ugualmente la questione. Uno è il ricordo della e fierezza. allegra » con cui tu, Filippo, in uno do' tuoi splendidi articoli del novembre scorso, invitavi i compagni ad affrontare la. tempesta della reazione. Se la vuol veni1· che la vegna! tu dicevi allora con nobile, sublimo umorismo. Tu non ti dissi• mutavi alloro. la. certezza che la tempesta avrebbe a. lungo durato, ma nello stesso tempo affermavi la con– vim.ione che il « fatale andare» del socialismo avrebbe pur sempre spezzato tutti i ritegni nrtiftciali della classe dominatrice. Or di dove questa improvvisa impazienza. che ti re' volgere alla. nuova tattica 1 Tu lo negasti nel tuo discorso ·alla Lega per la libc,•ià, dove parlasti con sdegno di e ombrelli riparatori ,. : ma tu l"hai confes– sato al Congresso: la. impazienza è venuta sopratutto dal senso di pietà destato da tanti compagni persegui• tali, è venuta dalla vista di tanto vite lacerate o spez– zate dal nembo. Il tuo nobile cuore - munito di tri– plico corazza contro i colpi diretti a te - ben ha sen• tito i colpi diretti agli altri, e ne ha. sanguinato. Tu ti sei chiesto se Il proseguire la marcia. sotto il fuoco implacabile del nemico, incuranti di ripari o dì aiuti, non potesse essere senza colpa dei condottieri. Or bene, se uno degli impulsi del tuo pensiero fu questo che io accenno, non ti paro che sia il caso di rimeditare fred• da.mente 111. cosa, specie ora che, &\·volti già. completa• mente dal nembo, vediamo che esso non ò così letale come pareva, ed anzi sembra accenni, qua e là, a ce– dere della suo. violenza1 E un altro ricordo, che pur si lega alla nostra disputa, ò questo. Noi parliamo di partito democratico e delle sue attitudini a. difendere la. libertà. Ma. come dimen– ticare che l'uomo in cui si impersona la. violenza. liber• ticida del presento governo, il Crispi, è uscito dai fianchi di quel partito l Come dimenticare le battaglie date in nome della democrazia. da cotesto « cinico cafone sici– liano, specchio di tutto le abiezioni e di tutto le cor– ruttele a- per la onestà. della amminislrazione, per la os~ervanza delle guarentigie statutarie'! E questa ori– gine del Crispi è cosi innegab1lo o cosi recente che gli uomini migliori della democrazia hanno atteso, per at• laccarlo, flno a ieri: o tu udisti, non ha guRri, il Bovio, in un banchetto solenne dove convennero i rappresen– tanti della. democrazia. radicale, chiamare il Crispi « figlio della libertà> o parlar di lui, rispettosamente e pieto, so.mente, come di un infelice traviato. Ma voi direte: il Crispi è o.ppunto un traviato, nè la sua colpa può ca• dere sul partito che, andando al governo, egli ha tradito. ( 1) A questo propotlto è foor di luogo citare. come fu citato al Congrello di Parma, Il Mantre,to det Com1mi1tt per cavarne il batte1ln10 aclentinco 11\lanuova tattlcn. Quando il jMant/elto ru scriuo, Il Partito non etlsleva ancora o il feudalismo era vivo più che mal. D'altronrie, Il M11rxe l'Engel1, già nella prerailone del ts7':, ammoniscono che Il Manlfe1to, nella parte che riguarda l'aueggiamenlo del Comunl1tl di fronte ai nri partiti di oppo- eltlone, non corrieponde più alla realtà. l. b.

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