Critica Sociale - Anno V - n. 4 - 16 febbraio 1895

CRITICA SOCIALE 53 volia di più elle le persecuzioni e le violenze sono im– potenti ad arrestaro la marcia gloriosa della. storia o della civiltà.. ( 1) Elettori! TuUl alle tar••e e viva Il socia– lismo! 3 fet,tn-ato 1895. I SOCIALlSTI MILANESI. (') La cittadinanza milanese rispose a qu~t'appello facendo ,a. lire da circa tiOO,quanti erano nelle eletionl del 161H,a clrcn 4.2:00 i voti alla lista sociallata, con inslgnift<"anti differenze fra l'uno e l'altro candidato. (,Yota della CRITIC,1,. Soci.u,lt). QUALE È LANOSTRA LOTTA? (a difeH della tattica deliberata dal Congresso) L'autonomia del partito deve ossero salva.: il suo ca– rattere particolare vuol essere conservato: la sua fun– zione specifica.,riassumentesi nella lotta di classe, non ha da patire alterazioni; noi siamo d'accordo, mio Tu– rali, in questo intento, non è ,•ero? Solo discordiamo sul modo miglioro di raggiungerlo. Tu dici: nelle con– dizioni presenti, la lotta. di classe non può in altro consistere (' J che nell'aiutare il pnrtito radicale, la– sciando in ciò libera i'azione dei compagni delle varie regioni; e cbsì nelle elezioni politiche di primo scru– tinio come nelle amministrativo. Ma, a salvaguardare l'autonomia del partito, ti affretti a. porre questi limiti: che non si veJ}gaad alleanze elettorati, non a scambio di voti; che i socialisti non consentano ai loro candi– dati di lasciarsi portare in lista da altri partiti. Ma qui, caro Filippo, tu ti senti subito assalito da quelli che sembrerebbero essere i tuoi compagni di opinione: tu vedi, accanto a te e contro di te, disegnarsi la tendenza au·amnismo completo clrn, valendosi ap– punto della tua premessa circa la necessità. di aiutare il partito radicale, trova contrar.Wittorio e assurdo qua• lunque limite posto alle alleanze con quel partito: tu senti Bettini che vuol « votare int~re e senza patti le liste di opposizione :to e il De Luca che propugna la scheda unica radicale-socialista, e il Caruso e il Rossi <'J che vogliono le elezioni. politiche combattute sulla co– mune piatta.rorma della Legai e il Prampolini che di– chiara voterebbe anche por un clericale purchè di op– posizione; e il Gnocchi-Viani che chiede le coalizioni « per amore dei miseri :to; e altri ancora tu udisti al Congresso di Parma rica,•aro dalle tuo proposte, te in– -darno repugnanle, la. illazione delle alleanze, anzi delle confusioni. Questo dovrebbe intanto persuaderli che, una volta aperto uno spiraglio all'affinismo, e sia pur stretto quanto tu lo volesti, e sia. pur cinto di cautele e di raccomandazioni, ò tosto in pericolo quella separazione e quella distinzione che tu pur affermasti necessario salvaguardare. ' Tu stesso, anzi, preso negli ingranaggi delle tuo am– messioni allo spirito di transigenza., ti trovi costretto ad additare, come una. applicazione del metodo nuovo le elezioni di Budrio e di Palermo, dove il lavoro elet– torale fu comune tra tutti i partiti di opposizione: a quel modo che tu stesso, dopo a.vere ribadito, nella nota all"arlicolo di Gnocchi Viani, il tuo dissenso dal metodo (') Abbiamo detto soltanto elle esso può consistere anche in que110; che anclle questa è loua di claue, e della buona. (Nota della CRITICA), ('J Tutti nella Lotta di Cla11e. (Nota delta CRITICA). delle coalizioni,ammetti, nella nota all'articolo di« Lupo», che « vere e proprio coalizioni » possano aver luogo do,·e si riconoscano convenienti. Ora, l& deliberazione presa dalla maggioranza dei congregati a Parma, va largamente interpretata come una opposizione a. questo spirito accomodante che, una volta aperta. la. breccia, dilaghEJrebbe e sommergerebbe tutto quanto il partito, malgrado il contra.rio volere e le diverse previsioni di quei medesimi c11ela breccia lavorarono ad aprire. In tal senso io la difendo: perchè mi pare che, cosl come venne presa, con l'aggiunta, cioè, della libertà. nei ballotltaggi - il che, come dimostrerò, non è punto cobtraddittorio - essa. corrisponde alla. logica dei prin– cipi e delle cose. Logica che è una. sola., e che non pa– tisce distinzione tra teoria e pratica., tra. formula e realtà. E se io, Filippo, dissi che non per amore di formule, bensì per la. considerazione della realtà ero e sono del parere che ora sostengo, fui ben lontano dal con– cedere che il vostro metodo fosse buono teoricamente e solo praticamente cattivo. Intesi respingere la. cen– sura. mossaci di essere formulisti o formalisti, di stare misoneisticamente attacca.ti alle astrazioni, di non a.vero il senso delle cose vive e concrete. Intesi appunto e intendo dimostrare che l'astrazione o la.formula nostra coincide perfettamente colla realtà. Guardiamola. La realtà. poco Jiela. ò intanto questa: che il partito move ancora i primi passi. Ben puoi, Filippo, escla– mare: un pa,•tito non continua elername,ile a nasce,·e, portando ratto di nascita del partito a dieci anni ad– dietro1 cioò all"epoca del partito operaio: ma è facile risponderti che, con questo criterio, la vita del partito potrebbe anehe essere portata assai più addietro: a quando, cioè, di qualcosa che preludeva al socialismo cominciò ad &\'ersiun barlume; per esempio, all'inter– nazionalismo del Bakounine, o, più in là.ancora., a.Iso– cialismo dotlrinario di Pisacane, o alle utopie del Fourier, o anche ai primi balbettamenti suoi col Babeur. Mentre quel che cai-atteri:..za il motimenlo del socia– lismo scienli{lco consiste nel suo indfrizzo aUa con– quista dei pubfJlici poteri: indirizzo cominciato a pren• dere nel 02 a Genova.e deHninitivamente confermato a Reggio solo nel 93. Ora. io ti domando: quanta radice fra le masse ha potuto prendere il partito nel breve tempo da. che esso medesimo ha preso coscienza di sè1 Guardati attorno. ftenchè tu dica di ignorare profondamente che cosa sia. l'Italia, questo certamente tu non potrai dir di ignorare: che i possedimenti del socialismo nel nostro paese si riducono a una ben misera cosa: che nella Lombardia ci sono bensì dei gruppi animosi e operosi (Milano, ·Pavia, Cremona, Bergamo), ma razione de' qua.li ha sinora sfiorato soltanto la psiche della massa: che nel Veneto ò, per noi, buio pesto, sal,·a la.piccola.zona del Polesine; che l'Emilia ha qualche punto nero sol– tanto, essendo pur discutibile se questo sia da mettere sul conto del partito socialista o del radicale; che nel Piemonte siamo ai primi colpi di piccone; che in Li– guria principia.mo ora. sceverarci dal mazzinianismo e dall'anarchismo, e così in Toscana; che giù nel mez• zogiorno della penisola non possiamo andare oltre a.Ila I conta.stazione di preludi vaghi edi moti incoerenti: che, finalmente, in Sicilia i nostri eroici compagni, quando furono sorpresi dal turbine della reazie,ne, stavano tot-

RkJQdWJsaXNoZXIy