Critica Sociale - Anno V - n. 4 - 16 febbraio 1895

CRITICA SOCIALE 63 t dessa rorse una nazione ove le classi lavoratrici sonnecchino! Tuttavia - malgrado tante agita– zioni - non v'ha nella legislazione francese che una insignificante legge sugli infortunii. All'obbiezione torna agevole tagliar d'un colpo le esili gambe. Nota acutamente il Kautsky: « Il colpo di stato di Napoleone pose frattanto fine a tutti i tentati\ri per un allargamento della legislazione protettrice dell'operaio. « Gli operai stessi, inceppati in parte neH'anar• chismo di Proudhon, nauseati della politica, non fecero più per lungo tempo alcuno sforzo diretto a quello scopo. • (') Venne poi la terza disfatta del proletariato nella Comune di Parigi, cui tenne dietro una lunga notte e quindi un pullular fitto di chiesuole, di gruppi, di sottogruppi ondeggianti fra il corporativismo e l'anarchismo. Da pochissimi anni data la nuova agitazione so– cialista: ed é solo nel 1888 che il parlamento della repubblica borghese approva un disegno di legge sugli infortunii. E in Italia I Il primo disegno di leggo sugli infortunii fu pre– sentato al parlamento nel 1879 dall'onorevole Peri– coli - un nome poco au~urale ! -; e da allora fu un succedersi di pro~eth e di controprogetti o neppur discussi o resp111tio approvati dalla Camera e respinti dal Senato, o approvati da Camera e Senato in prima lettura e naufragati alla vigilia dell'approvazione definitiva, una commedia inde– cente e ben degna di una borghesia che - per bocca de' suoi Luzzatti - ha la faccia di bronzo di pavoneggiarsi di quella famigerata legge sui fan• ciulli che ha strappate roventi parolo a eminenti scrittori di oltralpe ('). Né miglior sorte poteva toccare a quei disegni di legge, taluno dei quali non pl'ivo di buone qualità. La spiccata tendenza all'anarchismo del Bakounin, che caratterizzò gli albori del risveglio politico– sociale tra noi, e le indeterminatezze del movi– mento corporativista suscitato e tenuto vivo dal Pa1•tito Operaio, rifuggente da qualsiasi manifesta– zione di sapore politico, non potevano spiegare una azione che inducesse la bot'J1hesiaa prenderesul serio i progetti di leggi protetllve; occorre che gli inte– ressati a voler tali leggi si facciano avanti, spie– gando la maggior forza politica ch'eglino posseg– gano e trasportando l'iniziativa - come avvenne della legge sulle fabbriche, nel primo quarto do! secolo che muore, in Inghilterra - dal campo dei politicanti e dei dilettanti in quello ove la rapacit..'l. dei capitalisti semina la miseria e la morte. Abbiamo detto poc'anzi che in taluno degli ultimi progetti naufragati nel parlamento v'ha del buono: rnfatti non si può negare che nel progetto Miceli, pe,· esempio, col quale si stabilisce !'obbligatorie!., dell'assicurazione, e nella proposta Ferraris - in– spiratrice del progetto - ove si dichiara e prefe– ribile il sistema dell'assicurazione obbligatoria ad ogni altro, perché esso provvede al bisogno senza gravar troppo i padroni; perché dà agli OP.eraila certezza del soccorso; perchò determina 11modo come sarà provveduto a1 dauni :it ( 3 ); si propugna che tutto il carico della assicurazioue sia addossato (') CARI.O KAUT!XY: La dVe,a del la-corotore e la giorn'!tta di a ore Cremona, 18'J, pag. 66 (') Veggaal, fra l'altro, Il KAtlTHY, op. clt,, pag. 71. (') Dott. Uoo RABBBNO: me oroetureer1tcherun11 fn ltalien. G no Ba o all'imprenditore e perché egli é quello che orga– nizza l'impresa, ne percepisce i lucri e quindi deve anche star contro i rischi»('); e si sostiene che l'ob– bligo non si deve limitare ai soli casi di colpa dei lavoratori, ma deve estendersi anche ai casi fortuiti e persino a quelli di colpa del danneggiato. poiché l'industria odierna ha moltiplicati i casi di infor– tunio in modo che il caso fortuito può dirsi pro– dotto inevitabile dell'industria stessa, mentre poi è l'abiturline diuturna alle occupazioni pericolose che rende inconsciamente imprevidente l'oporaio,il qua1e acquista confidenza col pericolo • (') - non si può negare - diciamo - che ci siano elementi da trasportarsi in nn progetto pill ampio e meno preoc– cupato degli interessi padronali. Parecchie questioni son già risolte. La nostra e l'alt1·ui esperienza impone che l'assicurazione sia obbligatoria ( 3 ); che le spese dell'assicurazione debbano essere sostenute interamente dal padrone appare tnevttabtle dalla esiguilà dei salarii (') e doveroso dal fatto che l'operaio, essendo conside– rato nella società capitalistica nulla più di una macchina, il capitalista è tenuto a pagare i guasti_ che si verificano tanto nello st1'0mento inanimato quanto nello stromento animato donde esce la p1'0- duzione della quale egli solo insaccoccia i p1-ofitti. Ma due a1-gomenti dovranno essere studiati con somma diligenza dai congressisti. Le leggi sinora applicate considerano come in– fortunio del Javoro la ferita toccata dal lavoratore afferrato da una puleggia o stritolato in un ingra– naggio: ma la malattia professionale che decima le Hla dei la,•oratori, logorandone precocemente l'or– ganismo e sospingendoli rapidamente alla tomba, non è considerata come infortunio dalla borghesia, che si rifiuta di accogliere cotesto principio. In p1'0posito giova ricordare che la legge tedesca sugli infortuni è integrata dalla legge sulle ma– lattie; che i socialisti tedeschi reclamano l'accen– tramento delle organizzazioni onde si esplica o l'una e l'altra legge allo scopo di conseguire una maggiore integrazione('); o che la necessità di ad– dossare ai padroni la responsabilità del larvato assassinio che i sistemi di produzione ond'eglino si impinguano perpetrano ogni gior•no, ogni ora, ogni minuto sulla persona dei proleta1·ii fu, per la prima volta, crediamo, in Italia, affermata dalla dott. Anna Kuliscioff' nel Congresso internazionale suaccen– nato. (') {') RABIUtNO, op cit. {'/ Kaut1111v, op. clt. (I) 1:aulcuruloue non obbligatori& è condannata all'lmpotenu. E VAl,ra li vero. I,a CaHn d'a~.llcHra:lone coturo gli lttfot·timil, htltulta In Fran– clA, con legge degli H luglio 1868, non 11nicura che t!f:<I penione, delle qu11llmetà &Qnofuochl11ll iutlcuratl d"ufflclo. Nel t888 la c11.11a llqu1dò ... tre Infortuni!. I.a Cn11a 11a:tonale, i1titulla In Ualia con legge del 1883- e della quale il Luuatti va canlando le lodi - malgrado le age-– voleue concesaele dal Ckn-ernonon è rlu cita ad auicurare, tino ad 0111, che poco plu di tOO mila. u ll1ta potrebbe continuare 1>erun htl po'! ... ('J Nel Cougre110 Operaio di Cremona (b9!/ agli onor. vacchelll e 1.uttattl che blauera"ano di risparmio, Il tompagno Agnlnl, fra gli applausi dei comenuti, tap1>6 11' bocca con le 6ta.ti1tlche ter• rlblll del guadagni falli dal brricclanll dlaobbllgatl. Qu.eidlsgr&• zlatl non percepisco1w, In media, 1rn\ di 7~ cen1e11lmial giorno. t•) Vedi Fou.t•f/1 Special Rep0t·t, ecc. {•) Ecco l'ordine del giorno Kul!eclotl',rlnutMo dalla presidenza con lo specioso pretesto che, de1ao ln\·olge un inipegno per parte del rappreeentantl d'llalla, l"ulllm/\ delle nazioni In fatto di le– gl1lazlnne aoclale •: « Rllenuto che mal riparerebbeel agli lntortunll del lnoro, on non 11 prendeu1e In con1lderulone Il meno acridenlale e Il plà targamen•e funesto di tutti codesti lnfortu.nti, cioè il logorio rre– coee della ,Jta del luoratore, do•u10 alle condizioni generali del

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