Critica Sociale - Anno III - n. 15 - 1 agosto 1893

CRITICA SOCIALE 233 tlol 10,4 por mille. Invece il numero dei nati sale al 30 per milio noi quariiori di 1-'opincou,•t, dei Gobelin,, di Vallgirard delle Btttltl Cllaumo,11, o raggiungo il 38,8 noi quRrtlcro dell'O,,e,•catm·fo, dovo abita la popo– lazione po,·era. La società ha posto il coperto sul banchetto dei ricchi, mn la natura lo Impedisco di utilizzarlo. Ogni rorma. tli sociefa ha In. sun propria legge della popolo.zlono; l]uclln dello. società capitalistica non ò ancora. tro,·ata. P. MARTIGSEMI. LA VIOLENZA E LARIVOLUZIONE (FINE DI UNA POLEMICA) · Ecco ç:li nnnum:iati scritti dol dott. Flo1•ftm e di nregano sul tema, 1·ipolulilmonto lrattato nelln Cl'flfca, della. 1·ivoluzionc o doll'C\•olmdone: CAill8iHMO DmF.TTOn~:, ~on ml soffermo sul voccldo od nbusato artilliio po– lemico - per quanto ringiovanito dnlla.Vostra arguzia - con cui \"oi O.\'oto corcalo di rar ridere i lettori prendendo una rraso s1a.cca1adella mi&lettera: io spero cho I lettori, sotto !"incanto della Vostra prosa, no nvranno ratto giusti1.ia sommaria. Mi affretto in,·ece n ringraziarvi della coda cl1e \'I compiaceste di appicei• caro alla mia lotlera, giacchò - so non· eJTo - per essa la discussiono ò progrcdi1a Yerso la conciliazione dei dh·ersl pareri. Nella V01trn IJrillanto replica, \'i siete indugiato a. dimostraro elio la rraso Incriminala non ,·alo n dissipare gli equivoci, che pur tutti ,·ogliamo bandire. lo \"i con• cedo, so \'i J>iaco,quantunque non sia tiella \"ostro opinione, cho la rrase non esprima. esattamente il con• cotto; ma, allora. non bisogna pigliaro i tlifeUi della frase, come Yoisembrale raro, per io,·alidaro il concetto; glacchò questo puUessere giusto indipendentemente da quella frase o, i,;.etalo è, oon sari, impossibile di tro• varne una che lo esprima bene. Di qui la probabilità d'intenderci o di non restnr di· ,·isi dallo parole ò maggioro che n prima vista non sembri. Su duo punti sin.mo pionamonto d'nccordo: a) che il Pnr1ito dei la,·oratori 11nlianlconsldorn. in un dato modo - Il solo gius1o o scienllftco - la manifestazione del• ro,·oluzio110o della.ril'Oluzione; b) che pur su quel modo 1>crdu1"D.nO errori od cquh·ocl dannosi alla propaganda ed nl diffondersi del P11.rtllo. l..a consoguonza. logica. di questo doo premesse, si O la noceuitl che il Partilo CMprima nel proprio pro– gramma quel suo modo d'intendere la ril•oluzione o revoluziono; cd a. ciù. sostanzialmente o al disopra di qualunque f'l'a.sopiù o meno relico, si riduce la pro– posta del Congresso \"cuoio. So non che a mo paro che di questo parere siate anche Voi, amico Turali. \'ol, Infatti, osscr,·ato che la parola rivoluziono ò pericolosa o feconda di equiYoci 1>errnbu10 che so no rece e proponete di e diro espli– citamente, in sua. ,·ece, le cose che do,·rebbe designare•· Ebbe.ne, noi del Congresso Veneto possiamo se.guir,·i su questo terreno, J>erchè scopo nostro si ru quello di tro,·aro un mezzo per flssaro nel Programma la dot– trina dcll'ol'Oluzio ne, non g iò. di includer,•i la parola rivoluziono. SOVoi trov o.lo un mezzo migliore, che non sia <1uolloproposto do.noi, slcuno d'accordo. Bibl Giro 81 m So non che Voi continuate: « è ciò che ha ratto il Partito dei la,·oratori italiani •· Ln rraso non è, rispetto al tema In discuuione, abbutaoza esplicita: ma la stoua premessa Vostra dogli equil'oci conressati de,·e permettere di aggiungere cho il Partilo non lo ha ratto abbastanza e di dedurne la conseguenza legittima. o logie& cieli& neccssilà. di chiarire la quesliooe. nella prossima omondaziono del Programma. J.:din ciU - ripeto - nella sun soalanz&si riassumo il concetto del Congresso Veneto. Voi ,·cdcto dunque, caro Turati, che, abbandonando l'esame di questA o quella rormola cd attenendoci alla pura Idea, noi, a fll di logica, siamo d'accordo. I.a. nostra rormola ò sbagliala, Inadeg uata, C<(uh·oca 1 Ebbene, cerchiamone un'altra: ma. non llimcutichia.mo che, omettendo di oounciRro nel Programma. un prin• cipio teorico sul quale siamo d'accordo o che risolrn un11 fJuestiono conti-o,·ersa o "nriomento intesa, noi contribuiremmo o.serbaro f1u6iro,1uh·oco,nl quale tutti nbbiamo procltunato guorm nssldua o senza r1unrtierc. JiJ dt hoc ,ati,. (fettt,tn). o,·cum·to, poi, ci scrive: l'o11t< oolf.mo 1-:uoi,:100 Ft,OIIIAN. Miscusi Il direttore della Cl'itica se (lii faccio perdere un pe· di tempo e un po· di spazio in una di1<1uisizione puramente teorica., o che non ha rorse alcuna impor– tanza por Il progredire del Partito. Poichè ci tr'O,•iamo d"nccordo su questo, che l'aggiunta di e rh·oluzionario • al Partito socialista è su1>erflu&e causa di confusione. come nncho sullo ragioni che addussi, sarebbe inutile discutere oltre. Ma so ci nccusernnno gli ancrsari di bizantinismo, noi potremo ben rispondere cho questo nostro è tutt'al pila un bizantinismo a ro,•cscio, pcrchò siamo appun1o noi i ruturi trionra1ori, siamo noi che mina.cci&moIntorno lo mura della borghesia. o agli as• sodianti è conceuo qualche ,·olta darsi 001 tempo. Venendo alrargomcnlo, ,·ole,·o diro che, mentre io do ragiono al direttore del periodico in molto sue osser• nzioni, erodo però cho la differen1.a rra o,·olu1.iono o rh·olur.iono non sia da lui esplicata con l\8sai precisione. t-:glidico a un certo punto:« Forso cho rullimo colpo del piccono so1to il quale un e,llftclo rol'ina è più rh•o– lu1.ionnrio dei milio colpi che no linnno sg1·otolato lo fomlrunon1n1• E altro\·o: « Conviene. J>or J)arlarsi di ril'oluziono in un organismo, <'ho il suo funzionamento interno sia ro,·esciato, sia mufnto Il J>erno di alcune o fii 1utlo le suo principnli funzioni •· J.: cita !"esempio dell'albero lnncst&lo o del lilemc che gennoglia. Su questo due asserzioni a,·rci qualche cosa a ridire, ma por chlariro meglio il mio concetto, bisogna. cl1erisalga, come ra. lui, alla sorgente. Pigliamo rcsompio classico por1Ato da Eliseo Réclus nel suo opuscolo Eool1uim1t e Ricol11:io11e. Una l'rana viene a chiudere ral"oo d"un ftumo: le ncquo di questo ingrossano I\ poco I\ poco flnchò raggiungono il ver1ice dell'01tacolo o anche J)l'ima, so riescono a 1'0,·esciarlo; le a.equo allora precipitano dall'a.11.raparto o il fiume riprende il suo corso ordinario. Finchò l'ostacolo ror• mato dalla frana non ò superato, ruan1.arsi o il cre– scere dell'acqua ancngono per o,•oluziono: nel mo– mento che rostacolo à rotto abbiamo una ril·oluzione. Prendiamo un altro esempio. So, per circosta.nze spe– ciali, In uno spazio chiuso nelrinlerno della crosta ter– restre si forma una gran <1uanlltà di g111 la pressione esercitati\ sulle pareti "a sempre crescendo, sinchè questo J>recipltano,e Il gas, npertasl una l'io, si espande

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