Critica Sociale - Anno III - n. 5 - 1 marzo 1893

CRITICA SOCIALE 71 tra le due serie. Chi oppugna la produzione collet– tiva dico che la miseria csislcl'à anche con quost..'l, perchè sempre la popolazione continuei-..'t.,senza freno, la sua marca ascendente. Ora a me sembra che l'aumento della popolazi'one viene ad essere modificato nei divet'si regimi industriali in cui si esplica, e che, alla sua volta, viene a creare con– dizioni, le quali favoriscono il consoHdamento o la dissoluzione loro, od anche che mirano ad eliminare l'aumento stesso. La legge malthusiana colpisce ora solo i lavora– tori, non chi fa produrre, mentre in una pl'odu– zione collettiva colpirà tutti. Questa diflèrenza è di capitale importanza per le conseguenze che ne de– l'ivano. Invero i capitalisti ora hanno tutto l'interesse a che la popolazione cresca, sia perchè s'aumenta il consumo delle merci ch'essi producono, sia perché il salario è cosi ridotto al minimo; cd i lavoratori invece non hanno alcun interCl:lSe a che decresca, perchè non possono star peggio di come stanno e perché, come nel caso di certi contadini ch'io ben conosco, solo nei figli sperano per la lom disulile vecchiaia. lu una produzione collettiva un soverchio aumento della popolazione sarà noci, 1 0 a tutti. L'individuo inoltre, non più abbandonato a sò stesso come ora, si sentir<.\mille volte più legato all'insieme de' suoi simili, in quanto che il suo benessere dipenderà esclusivamente da quello di tutti; egli non potrà star bono se gli alt,·i stan male e viceversa. Il le– game che stringe l'uno al tutto sar,\ allora enor– memente più stretto che ora non sia, perchè legame d'interesse e di conservazione: il che eserciterà un grande, incalco!abile mufamento nella psiche umana. Allo1•açiascuno avrà tutto l'interesse a che gli altri agisca.no in modo benefico a tutti, e non ne avrà alcuno per agire altrimcnti. Ma se, a dispetto di questa chiara e cosciente comunanza di interessi, vi saranno ancora gli im– previdenti, che probabilmente in quel tempç sa– ranno eletti delinquenti; agir:1 allora una decisiva forza repressiva. Il potere sociale, come regolatore supremo della produzione, avr,\ un'influen1.a incal– colabilmente maggiore per regolare pure il numero de11apopolazione, è la potril esercitare nei modi i più svariati ed, all'occorrenza, i più energici. Ed é così facile arguire che non solo allora non vi sar:.\ soverchio aumento della popolazione, ma che non vi sar:.\ aumento aflàtto, poichò la produzione allora essendo, come ora, anzi in propor·.lione maggiore, basata più sul capitale tecnico che sul lavoro, ogni nuovo individuo vorr·.\ al mondo più per consumare che per produrre, precisa.monte l'opposto di quanto avveniva prima di Malthus. L'aumento della popolazione fu in armonia coi mezzi di sussistenza fino al sorgere improvviso e trionfante in Inghilterra dell'Ora capitalista. Questa ruppe l'armonia, inaugurando il sa.lariato; e •l'ar– monia non si potrà rist.."'lbilireche colla produzione collettiva, in seno alla quale è giuocoforza che, per 1b1oteca Gino B1arico ragioni preventive e rcp1•essive, la popolazione si regoli secondo il sistema della produzione sociale d'allom e secondo le esigenze del vivere civile. Infine non posso tene1·mi dal soggiungere che, pure ammesso che anche allora la popolazione non potesse venir regolata, ciò nulla varrebbe contl'O • l'ideale ed il proposito dei socialisti, perchè ciò non intacca una sola delle loro numeros:e ragioni. Solo vuol dire che allora la società - benchò in assai migliori condizioni d'adcsso - dovr.'t alla sua volta dar luogo ad un altro ordino economico, del quale naturalmente nessuno desidera adesso occuparsi. Invece, per quanto ò lecito ora arguire, scmb1·a che il principio di popolazione, lungi dall'esse1'0 il calcagno d'Achille del socialismo, può reggei·e a tutti gli strali di Paride, od anzi aiufa1•e il nuovo eroe a tenel'si ritto sul lastrico sdrucciolC\ 1 010 della futura '1'1•oja. F. S. INDIVIDUALISMO E SOCIALISMO Ho notato che in genere coloro, che si J>Mpongonodi 1.lirendere il socialismo dallo accuse dogli individualisti, 1rascurano per lo più quello che a me pare il midollo della questione, divagando in ragionamenti di impor– tanza secÒnda1·ia., cho lil lasciano insoluta.. Generalmente essi si fermano a studiare la necessiti\ di una. ingt.1renza.dello Stato nei fatti economici, od il processo evolutivo dello societa. civili che porta ad una azione collettiva. avente lo scopo di coordina.re le azioni dei singoli individui, o tentano di provare che non sempre l'iniziati,•a individualo è du. preferirsi a quella. dello Stato, o cosi via. Questi ragionamenti hanno senza dubbio la loro importanza, ma non rispondono a.Ique– sito. Ci vien dotto: l'effetto di un'organizzazione socialista sari~ quello di sop1>rimorogli individui o di farne tanto macchine, regolate o funzionanti Hecondolo normo sta– bilite dalla collettività. Il rispondere che ciò è necessario, che può essere l'effetto d'una maggior perfezione della. società, equivalo ad amruottoro che ciò sia vero; mentre non ò. L'evoluzione storica, lo origini dol socialismo, i prin· cipi che ispirano la sua propaganda, la natura stessa dei 111.ili ch'esso combatto tolgono ogni fonda.monto lii serietà. alla credenza ch'osso sia un elemento por sua natura contrario all'individualismo. lo vado più in là, ed affermo che il socialismo non è altro che una evo– luzione superiore dell'individualismo. Occorre però che spieghi il mio concetto. . .. Nel mio ordino di ideo non può certamente trovar posto quella forma d'individualismo selvaggia. o paz– zesca, che disprezza. ogni forma collettiva, ogni vincolo tra uomo o uomo, che non vuole alcun coordinamento tra lo azioni degli individui. lo non esito a chiamare questa una forma morbosa, antiscicnlitlca od anticivile: è l'egoismo il più rigido, è l'affermazione dell'io a di– spetto di tutti e contro tutti, la guerra dell'uno ù, omnes, tendenza ch'è in perfetto contrasto colla natura psicologica dell'uomo normale moderno. L'individualismo razionalo ò altra cosa. f: l'espressione

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