Critica Sociale - Anno III - n. 5 - 1 marzo 1893

70 CRITICA SOCIALE reno si svilupperà. la lotta. tra il proletariato socialista e la reaziono1 Tanto fra i socia.listi quanto fra i rea– zionari sorsero su questo punto i dispareri. Un manipolo di novizi noi movimento opor•aio, mas– sime in Berlino, diretto dai fanciulli politici della cosi• detta «:Intelligenza>, novizi anch'essi, iniziò un'a.gita– -zione tumultuosa, qua.si sospetta, a ra.voredi una.tattica semisovversiva. o dottrinaria, che si affaeeva mira.bil• monte agli scopi ed alle aspirazioni dei borghesi o dei nobili (Junker). Como si vide, i reazionari a.noia.no di trasferire la lotta. con la democrazia socialista sul ter– reno militare. Ma una parto di essi coi democratici bor– ghesi si sento anche propensa a mezzi di carattere pa– ciftco,per salvare l'ordino politico e sociale esistente con « armi intellettuali) o con« riforme sociali» o sarà. appunto la tattica. noi campo socialista-democraticoche decidel 'à.so questo indirizzo debba avere la preminenza sul bellicoso. Noi sappiamo già che la tattica della propaganda e dell'agitazione ha riportato la vittoria sulla tattica op· posta. Con ciò il e partito demolitore » costringe i suoi nemici ad adoperare contro di esso un arme, che essi non sanno punto maneggiare, e cho esaurirà. le loro forzo in vani tentativi. « Io ritengo la democrazia so– cialista un nemico molto più pericoloso della Francia, o di qualsiasi altro nemico,» diceva Bismarck. e Essa cre– sco incessantemente ed ogni soddisfazione che si dà allo suo dom::indonon fa che aumentare il suo appe– tito. » Ma l'ex cancelliere si dolse che l'impera.toro si rosse deciso a rare concessioni o a preferire la politica 1>aciflca llu. lotta aperta cou la democrazia socialista.. I rimproveri che faceva Bismarck all'imperatore non erano del tutto infondati dal suo punto di vista, ma. egli non badò ad una cosa. Ad una tale lotta, quale egli la raccomandava all'imperatore, si dovoa pur a.vero un pretestC'I, una occasione, almeno un'apparenza di pro– vocazione, per potersi precipitare sul nemico. Ma poi• chòla democraziasocialista, con una persevoranza.straor– dinarit\.e con un'abilità. non comune ,continua.va la sua. lotta. coi mezzi o sul terreno che ossa.trovava più fa– vorevoli per le suo forze, o poichò ossa evitava il campo aperto di battaglia favorevole a.gli avversari, a.Ipartito di guerra reazionario non sarebbe rimasto altro che precipitarsi senz'altro su la. democrazia.socialista in un modo mera.monte brutale. Ciò sembrò troppo ardito, o perciò si dovette, rinunziare a.imezzi radicali raccoman– dati da.Bismarck, o fare al contra.rio, « il tentativo di allontana.re il pericolo della. rivoluzione col mezzo di riforme sociali serie ed efficaci». Su questo punto av– venne la rottura tra imperatore e cancelliere. Ma. non si poteva.no guardare trn.nquilla.mentee a mani giunte i nuo,·i attacchi della democrazia.socialista sullo citta– delle della finanza o della nobiltà, e quindi i rappre– sentanti della reazione dovettero accetta.re, nolens vo– len.s, la lotta sopra un terreno e con mezzi,determinati dalln.democrazia.socia.lista.. li tentativo del governo di evitare i « pericoli »- della rivoluzione, con riforme sociali, non può portar seco che la decomposizione politica. e Io snerva.mento delle classi dominanti. Non senza ragione si paragonò il re– scritto di febbraio di Guglielmo Il a.Ila convocazione degli E'lats gènC1·aua: fatta da Luigi XVI.Sonon erriamo fu la K1·eu::eitung, che scrisse: Como nel passato se– colo Io stesso potere regio diede il segna.le <lollariYO– luzione 1>0litica,così ora il capo stesso dell'impero te– desco dà il sognalo della rivoluziono sociale. (Ccmtinua). PAOLO AXELROD. Bib 1oteca Gino Biarico MALTHUS E I SOC!ALISTI Gli oppositori della produzione collettiva traggono spesso dalla legge cli Malthus argomenti per com– batterJa, e naturalmente a far ciò si basano sul suo fondamento naturale e perpetuo. Ma potrebbe sem– brare a molti, che solamente il fatto, che una dot– trina sorga in un tempo piuttosto che nell'altro, sia una ragione pet• ritenere che in quel tempo appunto nacquero i fatti the vi diedero origine, non altrimenti di quel che avviene nello specchio, sul quale sorge l'immagine allora che gli sta di– nanzi l'oggetto. La legge di MalUms,nonosl,ute il lusso di de– terminate ed antagoniche serie, si limita a dire che, quanto più crescono le parti dividenti, tanto minoro è la porzione d'ognuna. Ma questa scoperta - che non semb1-a molto difficile - assumeva un'enorme importanza, perché riferita al regime industriale che alJora si andava svolgendo ed affermando. Prima di Malthus nessuno dubitava che, da quando Eva gustò il pomo in poi, la popolazione fosse an• data crescendo; ma il fatto non aveva allora im– portanza alcuna, poiché il lavoro 01-a regolato da norme fisse. L'aumento della. popolazione veniva allora regolarmente assorbito ed anche stimolato dal normalo - per quanto limita.to - sviluppo delle industrie, nelle quali il riparto del prodotto era fatto, ove più ove meno perfettamente, col cri• terio esclusivo del lavoro. Cosi l'aumento della po– polazione non apportava allora alcun male, anzi si mutava in fattore di benessere sociale, in quanto favoriva le industrie, basato, com'emno, sul lavoro, non sul capitale. li l'iflesso mentale gli è infatti benigno: tutti gli economisti lo difendono. Coll'Cracapit.alista si ruppe ogni vincolo al lavoro: g1ioperai vennero ridotti in salariati, perchè fm'Ono obbligati a fai-si concorrenza nell'offerta della loro forza di lavoro, e questa concorrenza, fino allora sconosciuta, o senza alcun doloroso effetto, divenne uno dei cardini del sistema. Questo stato di cose infatti era nell'interesse del capitalista, che por aumentare ed assicurare la sua parte di prodotto doveva 1·idurre il salario al minimo. Ed ecco sorse la dottrina cli Malthus, come poco tempo prima e poco tempo dopo, Smith dettava le norme del nuovo regime, e Ricardo - che non ebbe di quello la percezione storica dei nuovi fenomeni - le formu– lava in rigorosi termini, dando alla teoria della rendila tutta l'imporl,nza che ora sfuggil, a quei due o tre che l'avevano prima di lui scoperta. Cosl la banale trovata di Malthus si mostrò come la espressione altrettanto veritiera, quanto feroce, delle nuovo condizioni. Distinguendo il fenomeno in sè, generale, dello aumento della popolazione, che si era avverato sempre, anche prima di Malthus, dalle particolari conseguenze che esso genera in seno ad una sre– golata produzione individuale, si scorge che questo sole potevano dar luogo alla dottrina dello squilibrio

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