Critica Sociale - Anno III - n. 5 - 1 marzo 1893

74 CRITICA SOCIA.LE Non si vuolo rautorità, non si vuolo alcuna rorza collcltiva al tliso))ra. degli atomi umani, ma che gli in– dividui si muovano, si agitino, s'innalzino da sè, auto– nomi, abbandonati alla spontaneità dello loro iniziativo. t il sentimentalismo eterno, che or s·attacca alla reli– gione, ora al romanzo, ora alla patria, cd oggi è vonuio ad annidarsi nello questioni sociali. Cho ha mo.i a che rare la leggo cotrindividualismo'J Non può ossoro la leggo una dolio più grandi salva• guardie dell'individuo f lo conosco dolio società d'uomini in cui la leggo mo.nca. quasi arrauo i sono lo società. seh•aggo. Noi abbiamo un numero straordinario di leggi, quei popoli conosceranno una dozzina di articoli, non di più. Conseguenza, noi siamo schiavi, essi, i selnggi, sono pii\ indh•idualizzati di noi. Non v"è chi non veda quanto sarebbe assurda. una talo deduzione, giacchè, so noi popoli barbari i capi raggiungono una indiscutibile individualità., tuUi i loro soggetti sono ridotti alla con– diziono di bruti. Più avanziamo nella civiltà,, come ac– cennai disopra, o più cresce il numero degli esseri cho diventano individui; ma nello stesso tempo l"umanitù. si socializza sompro più, ed anzi ad una sua mBggioro socializzazione corrispondo sempro una maggiore indi– \'idualizzazione dei suoi membri. Vuol dire dunque cho tutto questo leggi o questa crescente organizzazione dello società., se realmente souo qualche volta un malo e possono riuscire alla oppressione doll"individuo, sono la condiziono necessaria. per il mantenimento della so– cietà civile o della. libertà. degli indh•idui vi\'enli in essa. t comodo il protestare contro lo.tirannide dello tato, corno ò sempre comodo il raro dolio frasi. Lo tato opprime, perchè ò il rappresentante di una. classe, ma oggi opprimo assnì meno cho nei tempi passati 1 od il suo imperio puO o llO\'Oanzi a.ssumcro una forma.assai più mito in avvenire. Ma. è J>Oivero che lo Stato op– prime sempre, Quando apre scuoio, costruisce ferrovie, cannli, argini, ponti, provvedo alla igiene pubblica.! Quando, dh•enuto più rorto il proletariato, fornisse agli opera.i i mozzi per mantenere i loro figli a.Ila scuola., dosso modo di ll\'ero una pensiono a. tuUi quelli che diventano inabili al lavoro, fornisse al contadino, che voglia hworaro, una terra. libera dalla quale possa trarre intero il prodotto doU'opora sua! Dovrebbero riconoscere gli indi\'idualisti che, so noi siamo schiavi, Io siamo del presento ordinamento socia.lo, del qualo lo Stato non è altro che una. manirosta.zione; perciò i no– stri sr01"ti non <lornno essere dirotti contro lo Stato, elio ò la forma, ma contro la sostanza, ed è a1>punto valendoci per quanto è possibile della. forza. cho si ac– cumula. nell'organo giuridico centralo della. società: lo Stato, e dogli organi minori (comuni, pro"incio), che noi dobbiamo cercare di raggiungere la massima nostra libertà; o questa, lo ripetiamo, ò la m6ta del socialismo. li socialismo accetta tutto quanto mira ad ole\'aro so– stanzialmente l'individuo, ma. respingo tutto quello manifestazioni elio, sotto il nomo del liberismo, inten– dono a mantonero i monopoli di classe od a. rilardaro il cammino verso un sistema di più equa distribuzione della i·icchezza sociale. Non siamo noi del resto cho dobbiamo aver paura dei liberisti flnchò essi combattono e gettano il disprozzo sul principio d"autorità. Il giorno in cui lo masso si sa– ranno convinto di cotesti 101:0 principi, 1>onserannoad una sola cosa: ad abbattere quelle leggi o quello istituzioni che proteggono o mantengono il mono1>oliodella pro– prietà indi,•idualo. Quel giorno i nostri a.v,,ersari avranno ben meritato del socialismo! Dott. A. L Biblioteca G no Bianco L' « egoismo ))nell'evoluzione social lolerveolo io causa nella po!emiea Ir il prof. B.e L. BisS11lali sulla lluabilili delS01ialismo (Utter<i nverta ul 1>rof. B.J I. Le due premesse logichedel prof. B. a) L'egoismofondamentodel sistemisociali; b) Immutabilità dell'egoismo. lll.mo sto. Professore, « La tua loquela ti fa maniresto! » (') Consenta, pertanto, cho io, cho nutro singola1-ostima per il suo :.u"Sutoingegno, abbia il piaco1·0d'intrattenol'la bro– vemento ci1·ca l'argomento da Lei toccato nell'ul– timo numero della Cl'itica: la funziono doll'euotsnio ncll'evoluziono sociale. Ella ragiona cosi. Dato, como credono i socialisti, che la tcudcn1 .... 'l sociale abbia seguit..'lsempre la via fracciata dalreuotsnw, i socialisfi possono immagi– nare di vedei· cambiato il sistema contro cui com– battono, o -m.tttando fanim,o tonano, cd allora non può neppm-o tcnta1'Siseria discussione, o 1ntt,lando sistenii e {onne, cd allora « mi permetto di asse- 1fre che lo forme. qualunque es"o siano, siu·anno sempre adattabili al suo fine por la sostan;;a, quando questa permanga. » Sicché l"ulopta del socialismo O dimostrata. Dal quale ragionamento emergono due proposi– zioni, assunte da Lei come vere: - che la sostan:a del sistema, anzi dei sistemi sociali, sia l'egoismo; - cho l'egoismo sia immut..'lbilonella natura umana. Pcrcf1ò il dilemma che Ella oppone ai socialisti fosso logicamonto efficace, sa.1-obbonecessario cho pul'e i socialisti tenessero por ve1·e lo duo propo– sizioni da cui il dilemma deriva. Ora, i socialisti scienti/ìci accettano la dottrina di C. Ma1•x, che con– sidera i rapporti sociali corno prodotto delle se– colari metan101•fosidello sh·wnento tecnico della produzione: negano, per tal guisa 1 la p1·ima propo– sizione o tolgono importanza alla seconda. La quale, intesa nel senso assoluto, corno pa1·0 la intenda Lei, i socialisti sono portati a negare anche dh-otla• mente, a causa della concezione storica loro pro– pria del caratte1-o della psiche umana. :\la tralasciando subito questo sistema di critica - accennato soltanto perchò noi puro abbiamo il de– bole di piccarci di lo~ica specialmente con Lei, che modcst..'\mentodico eh non essere che un loico, - eccoci dinanzi alle duo proposizioni da Lei ammesso per esatte o sulle quali fe1·mererqo il nostro modesto e rapido esame. Il. Equivocodella parola egoismo. L'egoismoastratto, concretandosi,si bipartisce in egoismoed altruismo. Noi puro ammettiamo la ·realtà o l'universalità della tendenza edonistica, cho è una verità assio– matica o por ciò stesso sfu((gcnlo ad ogni dimostra– zione cbo non sia paralogistica o <Juindiinconclu• (') Noinon tr:idlmmo Il• 1egreto prore111lonale•· Ma Il dott. Co- ~~:!1i13pnr~~."1t\"~f!1 1 i~ur~s~:i~~~f•1ec~~~~~~i.«,.~~1n nt~! 1 ~n"il~~ noto nel cam1lo dei:(11 etudt eeonom cl In Ila.Ila). Evidentemente tuurno ragione l mae11trldi retorica di a11e•erure che e lo 1tlh1 t l'uomo•· Per rendere 11lit ncceulblle a molti lettori la trl\ltar.lon e 1erra.1a contenuta 11elpre1ente :irticolo, \'I abbhuno iuterc:i.Jato di 1101tro ~hFaO:o'°~':::~o~I ~~r ;!1i~~~~~~~.?e"~~f~~~bW1~i: ne rivendi· (.Yota defla CRITICA SocU.LZ).

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