U. Zanotti-Bianco e A. Caffi - La pace di Versailles

eia ha inondato l'Oriente. Essi non riusciranno, nonostante le forze finanziarie di cui dispongono, a dar vita ad un or– ganismo a cui non sanno infondere altra anima che la loro alterata preoccupazione antigermanica, cadendo nell'assurdo di voler costringere i Tedeschi d'Austria a far con gl i al tri popoli della monarchia da barriera slava al germanesimo, e di voler legare gl i Ungheresi ai popoli che l i circondano, dopo aver sostenuti questi in una mischia che ancora insan– guina le terre tra i Carpazi e i l Danubio. E ne abbiamo un primo sintomo significativo nel nau– fragio del progetto dell'unione doganale tra i vari Stati in cui l'Austria si è smembrata e che ha incontrato la loro ostilità generale (1) : un secondo sintomo nel fatto che i Czeco-Slova- chi poco lusingati da questa, balcanizzazione della politica eu– ropea — con sgradita sorpresa dei Francesi — tentano di re– golare Le loro quistioni politiche e territoriali con un diretto accordo con la Germania, sistemando i propri sbocchi com– merciali verso l'Elba a traverso cioè i l territorio tedesco. (1) L a proposta di un'unione doganale fra vari Stati in cui l'Austria si è decomposta, è definitivamente naufragata. Del famoso Zollverein, di cui si è in– tuita la pericolosa portata politica, non si parla più: almeno nel significato e nell'intenzione con cuLera stato in principio concepito. Questo progetto, patroci– nato dagli Inglesi si fondava sulla cotistatazione che, in seguito alla scissione dell'Impero austro-ungarico, si erano costituiti degli Stati completamente indu– striali e degli Stati completamente agricoli, aventi bisogni speciali di scambi fra dì loro, e quindi di una unione doganale che facilitasse questi scambi. Ma le leggi deL commercio e della produzione tendono naturalmente a stabilire condi– zioni di equilibrio, e basta socondarle con disposizioni temporanee perchè avvenga un assestamento conveniente dei vari interessi, senza che sia necessario ricorrere a legami artificiosi, i quali condurrebbero ad unificazioni contrarie ad ogni co– scienza nazionale. I l progetto inglese estendeva parzialmenle l'unione anche a quegli Stati limitrofi che si fossero annessi delle provincie austriache, creando così una or– ganizzazione che avrebbe incluso parte della Romania, della Serbia e dell'Italia. Tale allargamento dello Zollverein non poteva piacere nè a chi patrocinava l'idea di una ricostituzione austriaca, nè a chi la combatteva. L a proposta che ha tro– vato anche la Francia contraria, fra la indecisione dell'America, l'ostilità del– l'Italia, l'antipatia di quasi tutti ì popoli della vecchia Austria, spaventati dalla idea di ritrovarsi insieme con le antiche e con le nuove rivalità e paurosi della possibile tirannia reciproca, è caduta. Per aiutare gli Stati completamente composti di popolazione della vecchia Austria e privi dell'appoggio che le limitrofe nazioni vittoriose danno ai terri– tori annessi a trovare la loro strada versa una sistemazioue economica, si è au¬ torizzato l'Austria e la Boemia a stabilire fra di loro, per un breve corso di tempo, uno speciale ribasso sulle loro tariffe doganali. Anche l'Ungheria potrà godere di questa concessione temporanea. È un'unione doganale ridòtta che si sostituisce a quella prima concepita (Corriere della Sera del 26-V-1919).

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