U. Zanotti-Bianco e A. Caffi - La pace di Versailles

— 175 — 1 russo; dalla democrazia che doveva succedere allo zarismo, i Georgiani erano sicuri di ottenere anche la propria indipen– denza, preferibilmente entro la federazione di tutte le Russie. Avvenimenti che a tut t i sono noti hanno determinato invece la creazione, prima della Confederazione transcaucasica etaccata dàlia Russia, poi dello Stato di Georgia che da più di un anno si governa con istituzioni largamente democràtiche. Così è avvenuto che Ceidze e Zereteli hanno dovuto comparire dinanzi ai Dieci o Quattro supremi giudici. Produce una strana impressione vedere questi due autentici « càpi del popolo», elevati, sostenuti unicamente dall'amor pieno di riverenza che in un lungo apostolato hanno saputo conquistarsi tra la loro indomita gente, questi due austeri propagatori della dot– trina marxista i n un paese dove è difficile trovare un comi– gnolo di officina, nella necessità di trattare con la razza così diversa degli .uomini di Stato r iuni t i a Versailles. I l memoriale presentato da Ceidze e Zereteli alla Confe– renza di Parigi fa coincidere i l imi t i dello* Stato georgiano con le frontiere etnografiche: partendo dalle coste del Mar Nero tra Tuapsè e Soci la frontiera segue da nord-ovest a sud-est la grande catena dal Caucaso con le vette del Monte Agensta, Elbruz, Kazbek; include nella Georgia i l distretto di Zakateli (Sakatali), poi risale l'alta valle della Kura; nei pressi di Akstafa's'incurva verso Sqd e, seguendo la linea Karatelis, Zarichad, Bardus (distretto di Olty), Bar, Izpir-Kas* saba, raggiunge di nuovo i l Mar Nero tra Bizè e Trebizonda. I n tutto 83.119 kmq. con 2.883.275 abitanti. Gl i Armeni, alcuni dei quali vorrebbero annettersi per– sino Tiflis che da secoli è capitale della Georgia, elevano molte obbiezioni contro i l tracciato meridionale del futuro confine georgiano. Durante i l recente conflitto tra Georgia e Armenia, degenerato in una vera guerra, i Georgiani si mo– stravano più disposti alle concessioni, mentre i l partito na– zionalista, che governa i l lembo di Armenia» indipendente, rimaneva irriducibile nella sua intransigenza. Una delle più assurde cose che potrebbe fare la Confe– renza di-Parigi sarebbe quella di voler imporre un protet– torato o un « controllo » straniero a questa piccola nazione, che nella mentalità politica, nell'esercizio effettivo della libertà democratica, nella organizzazione sociale si è dimo– strata tanto superiore a certe i l lustri e grandi Potenze.

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