Angelo Brucculeri - Il problema della terra

- - 145 - Si dirà che il risparmio degenera facilmente ·nell'avarizia. Certamente, non dobbiamo credere che il contadino sia il modello incensurabile di ogni virtù. Nulla di .più ovvio che colui il quale non ottiene dalla terra le spighe e i grappoli se non a costo d'una lunga e ininterrotta serie d'i sforzi, non abbia troppe tentazioni di prodigalità ; ma è certo che anche la parsi'monia eccessi va, se è un vizio che si deve rimproverare ad akuni proprietari coltivatori, non bisogna dimenticare che sotto l'aspetto sociale non ha poi. effetti così funesti, quali son quelli prodotti dall'impreveggenza e dallo scialacquamento. Nocerà all'individuo, ma alla ricchezza naztionale non arrecherà troppo danno. Si dirà ancora che il contadino è egoista. E senza dubbio nemmeno quest'altra accusa riesce del tutto infondata; vi sono degli egoisti nel ceto agricolo. Ma e dove non si trovano? Le categorie dei salariati e dei' braccianti, a cui il socialismo vorrebbe ridurre i proprietari per guarirli dal1'egoismo, sono forse meno egoisti? E se usciamo dai campi ed entriamo nelle officine o montiamo su nei salotti, non c'incontreremo noi con l' egoismo ammantato sotto forme sempre più raffinate, spesso più moralmente ignobili e più socialmente malefiche? La piccola proprietà, ne conveniamo, ha, non di rado, i difetti delle sue virtù, difetti che l'educazione morale e religiosa dovrà combattere ed IO Biblioteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==