N. Fulvi, G. Manuzzi - Trattato della messa e della maniera di asssistervi ...

-< 7 ';> che significa Ile missa est. 7. Quello che significa la benedizione che dà il prete al popolo. Questo, mio caro e pregiato Canonico) è quel poco che so e posso di1·vi per ora di Frate Galgano ) o Gargano) conforme lo appella lo Sbaraglia ; e delle due Opericciuole che vi presento) scritte al certo nel miglior tempo di nostra lingua) e) come dice il Salviali ) in bello e puro idioma ; da che le poche voci antiquate che vi si leggono per entro) mentre ne provano l' antichità, nulla tolgono della loro natia e vera bellezza. lo non dubito punto che non sieno per riuscir tali anche al vostro ottimo gusto) e che voi leggendo in esse) massime nella prima) non dobbiate dir quello ch' io dico ogni volta (ed è assai spesso) che rn' abbatto a scritture di quel secolo : Bisogna non aver fior di gusto, ed esser nato ad allm che all' eleganza , chi a simili letture non si sente· toccar l' ugola. tanto è comune la semplicità e la grazia del dir puro ne' dettati del sec_olo Xl V: semplicità e grazia che morì con quell' età beata) nè è apparsa mai più. Gradite, mio caro e buon amico, questa testimonianza del mio cordiale affetto, e del giubilo che !to preso in questo vostro lieto avvenimento; e se il libricciuolo che v' intitolo) è poca cosa (che è poca in verità al vostro merito)) vogliate) piuttosto che ad esso, sguardare all'animo sincero di chi col cuore vel presenta; e pregandot'i a raccomandarmi strettamente ne' vostri santi sacrifici a quel Dio di pace e di misericordia) di cui in breve sarete fallo degno ministro, mi vi offro per sempre tutto vostro, e apparecchialo ad ogni vostro piacere. Di Forlì a' 16 di Settembre 1850.

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