Carlo Maria Curci - Sette libere parole di un italiano sulla Italia (marzo 1849)

DRITTO E CONVENIENZA 31 generoso sento quanto sia giusta, si è saltato bruscamente a un diritto inalienabile, imprescrittibile, ehe nessuna giustizia uon può riconoscere. lnlcndon Lutti quale utilità, qua l decoro verrebbe alle fertilissime provincie lombarde e vencte se acquistassero padronanza di sè, constituendosi a Stato independcnte : intendon lulti la utilità ed il decoro che ne verrebbe a lulla Italia, singolarmente per lo agevolar che farebbe una confederazione, nella quale non entrando l'Austria , si perderebbe d'integrità , entrando vi avrebbe lroppo di preponderanza. Tutto questo verissimo; e non troverete per avventura un ltaliauo che rechi in dubbio questa suprema convenienza; non ne troverete uno, sincero amatore della dignilà patria , il quale non credesse ben collocalo qualunque sacrifizio per assicurarla • .Ma il riconoscere, il dire che un tale o tale altro acquisto ci starebbe bene , ci conviene , è forse il me .le~ simo che aveme il diritto? e un diritto tale da farlo va~ lcre colla forza delle armi? col sacrifizio di tante vile? coi rischi , coi mali incalcolaLili, colle dolorose conscquen7.e di una guerra? Chieggo un'altra volla: è egli lo stesso convenirci un bene ed averne il diritto? Sarcbhe originale, inaudito al mondo che si abbia il dritto a tutto quello che ci sta bene. E potendo la stessa cosa star her:e a molli, come si farebbe ove molti vi ave~sero lo stesso drillo? La differenza poi tra il dritto e la convenienza dimora in questo, che il primo si fa valere in tutte le guise e se volete ancora colla forza; la seconda si procura colle industrie, coi maneggi , colle prnliche, e comunemente se ne fa padrone chi ·è più lesto d'ingegno e : più aiutanle dj mano. A ppena lruovi persona a cui non

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==