Joseph de Maistre - La casa di Savoia e l'Austria

~~ province italiane . J..a Casa Reale di Savoja seppe meglio s<>'- stenere la dignità della sua corona , e gl'interessi più vita-li de'suoi popoli. Questa resistenza diè vita ad una lotta diplomatica, in cui Giuseppe De Maistre fece pompa di quell' ardore patriottico ch'egli poneva in opra ogni qualvoHa il buon dritto, c gl'interessi del suo paese eran<> in opposizione con l'Austria. E allorquando il gabinetto di Vienn}l, per annullare i vantaggi che il Piemonte dovea ritrarre dalla sua riunione con Genova, diè segno di adottare le doltrine commerciali che allora erano in voga, il conte De MaislrP. si affrettò indicare ai Ministri di Vittorio Emanuelle il modo di sventare quegli intrighi. È cosa notabilissima che quell'uomo di stato era partigiano del libero cambio. Ecco ciò che scriveva nel mese d'Aprile 1815- al M;inistro degli affari esteri in Torino: « Gli animi sono divisi sulla questione della libertà del commercio. Mi accertano che il conte !.la Kosehorbey è il,solo nel Consiglio di Stato, che sostenga tale sistema. Ho già dètto a V. E. che la caparbietà e l'orgoglio nazionale hanno gran parte nell'esame della questione. Quanto a me inclino per il sistema della lfbertà per due precipue ragioni una teorica ed altra pratica. La prima è che non credo punto possibile ch.e una nazione compri più di quanto vuole. La seconda è che non ho mai veduto qualsiasi governo mischiarsi direttamente nel commercio dei grani e vietarne l'estrazione, senza produrre subitamente Ja carestia, o il caro. Perchè non avverrebbe Jo stesso per gli allri oggetti? Ma tutte le teorie uulla significano. Ciascun governo ha le sue massime, e fino a che due governi potenti sieno convinti di un'esperienza che non potrebbe nuocere, e potrebbe arrecare un bene immenso, si disputerà sempre su questa tesi . » Allo effetto di rovinare l'avvenire commerciale e industriale del Piemonte, e in special modo per rendere questo paese ~ la sua din·aslia impotenti a resistere, il gabinetto di Vienna osò nel 1816 chiedere al Re di Sardegna la cessione di una parte dell'alto Novarese, e il diritto di tener guarnigione nel-

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