Gaetano Salvemini - Scritti vari (1900-1957)

Prefazione mera); sull'occupazione delle fabbriche, e sulla tattica conservatrice e corruttrice adottata ancora una volta da G,:olitti,come già al tempo del suffragio universale; su tanti altri assillanti problemi di quegli anni. E sempre, in tutti quei suoi, interventi, appariva quel che ha detto cosi bene Franco Venturi, "la volontà chiara e precisa di trasformare la protesta in ragione, la rivoluzi'one in riforma; e persino lo sdegno i'n determinazione concreta." Vorremmo infine ricordare alcune sue note umanissime: l'aborrimento della retori'ca, la nostra eterna "padrona di casa"; il riaffiorare in lui delle tradi'zioni risorgi.mentali, e non solo Cattaneo e Mazzini, ma anche Cavour; l'accorata indi'gnazione per le atrocità delle nostre truppe in Libi'a (" quel ragazzo, fra i sedici e i diciassette anni, che procede calmissi'mo, sorridente, quasi sprezzante verso la forca, z·o l'ho sempre innanzi agli occhi, e vorrei non vederlo per l'onore d'Italia"); i suoi consigli ai giovani incerti' sulla via da seguire, per liberarli dallo scettt'cismo, e pi'u ancora dal mentire a se stessi·; la sua bellissi'ma professione di fede laz'ca,o, per usare le sue stesse parole, di religione "stoico-democrati'ca," a proposito della serenità e della forza d'anz'mo del credente o del non credente di fronte alla morte (Mors et vita, 23 marzo 1917). Quarant'anni dopo, i'l trapasso di Salvemini sarebbe stato i'llumz'nato, quasi a conferma di quelle parole, dalla stessa meravigliosa serenità di coscienza ( vedi Appendice J. 5. Memorie di un fuoruscito. - Salveminz' fu sempre restio a scrivere le sue memorie. Soleva dire che tale occupazione era da lasciarsi a chi non avesse pi'u nulla da fare. Piu volte Ernesto Rossi tentò d'i'ndurlo almeno a scri"vere qualcosa sui vent'anni vissuti fuori d'Italia. Ci volle tutto l'entusi·asmo di' Francesco C. Rossi, il giovane direttore di una rivista genovese, nel corso di un colloquio nel giardino di Calamandrei al Poveromo, in un pomeriggio di' fine estate del 1953 (ed erano presenti' i curatori di questo volume), a strappargli una mezza promessa. Una prima stesura apparve cos[ in due puntate sulla ri'vista Itinerari del 1954, col titolo Dalle "Memorie di un fuoruscito"; a cui segui, nel 1956, un ampio rifacz'mento. (Da alcuni passi risulta che Salvemini vi attendeva nel maggi·o di quell' anno; e che altri ritocchi vi apportò alcuni mesi dopo, perché vi troviamo un accenno alla morte di' Calamandrei, avvenuta il 27 settembre 1956.) Lo scritto, rimasto incompiuto tra le sue carte, fu pubblicato da Gaetano Arfè nel 1960, col titolo Memorie di un fuoruscito, in un volumetto, ottimamente curato, della Universale Economica dell'edùore Feltrinelli. E dopo di allora è stato piu volte ristampato. Oggi esso non può non entrare di pt'eno diritto in questa raccolta di Scritti vari. Il testo, di una freschezza tanto piu straordinaria se si pensa che l'autore aveva varcato gli ottant'anni, non ha bisogno di chi'arimenti o commenti. Del resto, i tre precedenti volumi di Scritti sul fascismo valgono a inquadrarlo nel modo piu compiuto. Qui diremo solo qualcosa di quel poco che abbiamo pensato di aggiungere in appendi'ce a questa sezione. Si tratta di pagine tra le meno note di Salvemini, e che, per un verso o per 29 Bibloteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==