Gaetano Salvemini - Scritti vari (1900-1957)

Gobetti: non tutto è andato perduto sarebbe nato con la marcia su Roma un regime il quale avrebbe tenuto duro per quasi ventun anni: una vita d'uomò. E nessuno sospettava che quel regime avrebbe dato tanti spettacoli di delinquenza quanti ne dette poi; i disordini della guerra civile, che i fascisti avevano inaugurato nell'autunno del 1920, sembravano una malattia transitoria, postumo della grande guerra: quella che noi allora chiamavamo la grande guerra, perché non avevamo visto la seconda e ben maggiore. Piero non si faceva nessuna illusione. Vedeva con lucidità stupefacente che la guerra civile inaugurata dai fascisti non poteva essere eliminata che da una piu aspra guerra civile promossa dagli antifascisti. E nella Rivoluzione Li.berale affermò la inevitabilità di siffatta guerra, tenace e spietata, e denunciò l'errore di chi credeva di potersela cavare con compromessi e mezzi termini. E volle fare della Ri'voluzione Liberale la scuola in cui doveva prepararsi una classe dirigente capace di assumere le responsabilità del governo in una Italia nata dalla rivoluzione antifascista. Le parole "rivoluzione liberale" sembravano di colore oscuro a chi si chiamava "liberale" perché mirava a restaurare il regime "liberale" dei "notabili" nato dal Risorgimento e credeva di arrivare a quello scopo "fiancheggiando" i fascisti, nella certezza che costoro sarebbero diventati saggi dopo che avessero resi saggi a manganellate i popolari di don Sturzo e i socialisti di tutte le denominazioni. E non è detto che quel significato dato alla parola "liberale" dai "liberali" del 1922 fosse arbitrario. La parola "liberale," adottata sul principio del secolo XIX col significato di cittadino che vuole conquistare istituzioni libere e non piu servili, era andata imbevendosi in un secolo di significati cosf molteplici che alla fine significò tutto quello che ciascuno voleva farle dire. Cosf che oggi è stato anche possibile vedere il Partito liberale di Malagodi2 annettere Piero Gobetti agli altri monopoli delle tre confederaz10m. Ma Piero Gobetti parlava di "rivoluzione liberale," e non di "restaurazione liberale." Cioè affermava che in Italia le istituzioni libere noa dovevano essere demandate a compromessi di retroscena fra i "liberali" alla Salandra o alla Giolitti e fascisti, popolari, socialisti e magari comunisti. Le istituzioni libere dovevano essere conquistate con una rivoluzione sul serio, in cui i fascisti dovevano essere fisicamente distrutti; e i notabili fiancheggiatori dei fascisti dovevano essere distrutti insieme coi .fiancheggiati; la distruzione doveva essere compiuta dalle classi lavoratrici educate da rivoluzionari liberali, e non da fiancheggiatori liberal-clerico-riformisti, ad una virile consapevolezza dei loro diritti e dei loro doveri. L'esperienza ha dimostrato che la "rivoluzione liberale" di Gobetti doveva essere assai piu tarda a maturare che Gobetti non abbia creduto. E mentre ci fu nella Resistenza una rivoluzione quale Gobetti aveva so2 Malagodi Giovanni Francesco (n. 1904), uomo politico liberale, fu segretario del PLI dal 1954 al 1972, quindi presidente. [N.d.C.] 103 Bibloteca Gino Bianco

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