Gaetano Salvemini - Scritti sulla scuola

L'organizzazione degli insegnanti e la scuola italiana all'inizio del secolo per le quali le deliberazioni democratiche non dovevano essere altro che spauracchi senza contenuto, buoni solo a far paura ai conservatori e da essere rimessi in guardaroba non appena lo scopo fosse raggiunto. E dopo avere contrastato coi conservatori intrattabili per arrivare all'orientamento democratico, la maggioranza della Federazione deve ora battagliare con costoro per conservarlo. Ma con siffatta gente né il Kirner ebbe mai nulla di comune, né - siam sicuri di non mentire ciò affermando - i piu fra coloro che lo seguirono nell'aspra campagna: i quali, ingenui come Lui, inabili come Lui, privi come Lui del senso dell'opportunità, ma non opportunisti e non vili, come non era Lui, rimarranno ad ogni patto assertori fedeli nella Federazione di quel largo e disinteressato ideale politico, nel cui lento ma continuo divenire Egli indicò doversi cercare le condizioni necessarie per ben risolvere i problemi scolastici. X Durante la violenta tempesta, che la Federazione attraversò dopo il Congresso di Roma, Egli si tenne - al solito - come un perfetto musulmano. Poco c'è da fare in questo momento: gli insegnanti o sono nella maggioranza coscienti del loro dovere e dell'interesse loro, e la Federazione rivivrà da sé; o non lo sono, e peggio per loro, sarà stata una delusione. La incoscienza e la viltà di molti getta la sfiducia nell'animo nostro, e quasi quasi ci fa pensare se proprio metta il conto di affaticarsi per chi meriterebbe di essere abbandonato a se stesso. Ma un altro pensiero ci sostiene ancora: che sappiamo di lavorare per il bene generale, e che dell'opera nostra, o prima o poi, nasceranno i frutti. Come il buon agricoltore, ciascuno di noi sa che serit arbores quae alteri saeculo prosint. Io ho avuto ed ho ancora, di tanto in tanto, dei periodi di vero sconforto; e mi pare allora che tutta la fatica di tre anni è stata vana. Ma quando poi guardo ad altre organizzazioni simili, ed al momento politico presente, mi riconforto pensando che la odierna depressione non può non essere transitoria. La Federazione nostra non deve fari> altro che vivere, per operare poi quando sarà tempo. È una malata che ha bisogno di riposo: la forza stessa della natura la salverà e la farà tornare fiorente. Se questo è musulmanismo, io sono ancora musulmano, e piu che mai. Si mosse solo il 13 gennaio 1905 per andare a Reggio Emilia, come presidente del Consiglio Federale, in un comizio per la candidatura di Camillo Prampolini 25 contro tutti i partiti conservatori coalizzati. E qui fra le ovazioni di un pubblico immenso, affermò ancora una volta contro le ingiurie e contro le calunnie l'ideale politico della Federazione. 25 Camillo Prampolini (Reggio Emilia 1859 - Milano 1930), creatore del socialismo reggiano, deputato durante otto legislature, militò sempre nella frazione riformista: fondò (29 genganio 1886) e diresse fino al 1925 a Reggio Emilia il quotidiano di battaglia e propaganda socialista "La Giustizia." [N.d.C.] 150 BibliotecaGino Bianco

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